A rivelarlo sono i dati dell'anagrafe patrimoniale riferita ai tesorieri e ai dirigenti di partito che ogni anno viene resa pubblica per legge. Assente la documentazione sul leader di Forza Italia perché da dirigente di partito non più in Parlamento non è obbligato a depositarla
Maria Elena Boschi è il ministro che guadagna meno (96.568 euro), mentre Gian Luigi Galletti quello più ricco (126.119 euro). Il reddito imponibile del presidente del Consiglio Matteo Renzi è rimasto invariato rispetto all’anno scorso (107.960 euro) e quello di Beppe Grillo è raddoppiato (da 147mila euro a 368mila). Sconosciuta la situazione di Silvio Berlusconi che non ha depositato la sua dichiarazione facoltativa in quanto non in Parlamento. A rivelarlo sono i dati dell’anagrafe patrimoniale riferita ai tesorieri e ai dirigenti di partito che ogni anno viene resa pubblica per legge. Il premier è al settimo posto nella ‘classifica’ dei membri del governo più ricchi e il suo reddito risulta leggermente inferiore a quelli dei vicepresidenti della Camera. Roberto Giachetti, Simone Baldelli e Marina Sereni hanno infatti un reddito intorno ai 135mila euro. Solo il vicepresidente 5 Stelle Luigi Di Maio denuncia meno di Renzi: 98.471 euro.
Quanto ai presidente delle Camere invece, Pietro Grasso ha dichiarato 352.171 euro e Laura Boldrini 137.566 euro. Al Senato tra i vicepresidenti svetta Linda Lanzillotta con un reddito complessivo di 336.442 euro, non molto inferiore a quello di Grasso. Il più ‘povero’ risulta Maurizio Gasparri, con 129.516 euro di reddito complessivo contro i 140.049 di Roberto Calderoli e i 185.672 euro di Valeria Fedeli. Tutti comunque redditi superiori a quello del premier.
Parlamentari milionari – L’imprenditore e deputato di Forza Italia Antonio Angelucci si conferma anche quest’anno il parlamentare più ricco. L’onorevole azzurro si attesta su 3.954.097 euro, seguito dal senatore Giulio Tremonti (Gal), al top di palazzo Madama con 3.712.584 euro. I due guidano la classifica degli otto milionari tra Camera e Senato. Al Senato sono anche altri due ‘milionari’ come l’avvocato di Silvio Berlusconi, Niccolò Ghedini (Fi), con 2.323.296 euro, mentre il collega di gruppo Salvatore Sciascia supera appena l’asticella del milione, con 1.002.840 euro. Va meglio all’altro azzurro Alfredo Messina con 1.570.243 euro. Una soglia, quella del milione, superata, alla Camera, anche da Gregorio Gitti (Pd) con 1.986.859 euro e dall’imprenditore Alberto Bombassei (Sc) con 1.494.661 euro.
Cala il reddito di Verdini – Reddito in calo nel 2014 per Denis Verdini. Secondo i dati pubblicati online, il leader di Ala ha dichiarato al fisco un imponibile di 85mila 870 euro, mentre nel 2013 denunciava 90mila 663 euro e l’anno precedente 216 mila 307 euro. Il senatore, ex di Forza Italia e principale artefice del Nazareno ‘guadagna’ di meno, ma conserva nel suo portafoglio una quota rilevante di partecipazione del quotidiano ‘il Foglio’, pari a oltre il 21% del capitale. Verdini, si legge nella passata dichiarazione dei redditi, ha acquisito il 16 aprile del 2014 una “quota del capitale sociale de il ‘Foglio edizioni srl’ del 21,43%, pari a nominali 85.691,20 euro in seguito ad azzeramento e successiva ricostituzione del capitale”. In particolare, la “quota precedentemente posseduta ammontava al 15% del capitale, pari a 15.000 euro”. Il senatore di Ala, dunque, conferma la passione per l’editoria, ma anche quella per le Mercedes di grossa cilindrata, stile limousine. Sempre nell’aprile del 2014, il giorno 11, infatti, Verdini ha ceduto una Mercedes Benz lunga 5500 del 2010 per acquistare una Mercedes Benz 5500 4 Matic, immatricolata nel 2014, berlina di lusso della casa tedesca.
Dirigenti di partito – Nel 2015 Beppe Grillo ha dichiarato al fisco un imponibile per il 2014 di 355mila 247 euro, oltre il doppio rispetto a quello precedente, grazie probabilmente anche alla vendita di un appartamento a Lugano con posto auto e cantina. Pure quest’anno l’anagrafe patrimoniale riferita ai tesorieri e ai dirigenti di partito ‘svelà la dichiarazione dei redditi del comico genovese, non eletto in Parlamento ma tuttavia dirigente e fondatore del Movimento Cinque Stelle. Stavolta il leader M5S ha incassato esattamente 207mila 716 euro in più. Per il periodo d’imposta 2013, infatti, Grillo aveva dichiarato un reddito di 147 mila 531 euro, mentre per quello relativo al 2014 ha denunciato 355 mila 247 euro. Nel dettaglio, secondo la documentazione fiscale pubblicata oggi on line, con atto notarile del 6 agosto 2014 Grillo ha venduto un “immobile ubicato in Lugano (Svizzera) costituito da appartamento con posto auto e cantina, fabbricati che erano stati indicati nell’ultima dichiarazione”. Il leader cinquestelle ha poi venduto il 22 dicembre di due anni fa una Mercedes classe A 17cv fiscali del 2002 e un motociclo Sukuzi Burgman 6 cv fiscali immatricolato nell 2001. Nell’agosto del 2014, inoltre, Grillo ha acquistato un motociclo Honda Integra cv fiscali 10.
Non figura invece più Silvio Berlusconi che non ha depositato la sua dichiarazione facoltativa in quanto dirigente di partito. Berlusconi viene censito sull’anagrafe patrimoniale del Parlamento solo in quanto senatore e quindi solo ad inizio legislatura, essendo decaduto: il suo reddito dichiarato nel 2013 e riferito all’anno precedente risultava essere di 4,5 milioni di euro. Già dallo scorso anno il Cavaliere non risultava più nell’anagrafe patrimoniale del Parlamento.
Presidenti Senato e Camera – Nessuna variazione nei redditi dei presidenti dei due rami del Parlamento. Secondo la documentazione fiscale resa disponibile on line, sui rispettivi siti istituzionali in base alla legge, il presidente del Senato Pietro Grasso attesta nel 2015, in riferimento all’imponibile del 2014, un reddito di 352.171 euro. E così, come l’anno precedente, supera quanto dichiarato da Laura Boldrini, con il suo imponibile che si ferma a 137.566 euro.
Presidenti dei gruppi parlamentari – Fra i presidenti del gruppo parlamentare, Karl Zeller (Autonomie) batte i colleghi nella ‘classifica’ dei capigruppo più ricchi di palazzo Madama, attestandosi, secondo la dichiarazione del 2015 relativa all’anno precedente, su 450.150 euro. Il più povero è il presidente del gruppo Grandi autonomie e libertà, Mario Ferrara, con 80.648 euro.
Tra i due estremi, in ordine decrescente di reddito: Paolo Romani (Fi, 162.021 euro), Luigi Zanda (Pd, 141.204), Loredana De Petris (Misto-Sel, 139.150), Cinzia Bonfrisco (Conservatori e riformisti, 126.373), Lucio Barani (Ala, 116.823), Gian Marco Centinaio (Lega, 98.468), Nunzia Catalfo (M55, 97.806), Renato Schifani (Ap, 96.771).
Ministri – Maria Elena Boschi è il ministro del governo Renzi che guadagna di meno: 96.568 euro nella dichiarazione 2015 (consultabile on line) relativa all’anno fiscale 2014. Il più ‘ricco’, invece, tra i ministri è il titolare dell’Ambiente Gian Luca Galletti: 126.119 euro. I redditi dell’esecutivo, a partire da quello del premier Matteo Renzi (imponibile di 107.960 euro) sono rimasti sostanzialmente gli stessi nell’ultimo anno. Tra i più facoltosi e sopra la soglia dei 100mila euro, Giuliano Poletti (122.886 euro), Enrico Costa (116.665), Angelino Alfano (116.276 euro), Dario Franceschini (111.308), Paolo Gentiloni (101.715 euro), Federica Guidi (109.216 euro).
Tutti gli altri sono (di un soffio) sotto la soglia dei 100mila (Roberta Pinotti 99.891, Andrea Orlando 98.478, Pier Carlo Padoan 99.427, Graziano Delrio 98.726, Stefania Giannini 96.699, Beatrice Lorenzin 98.471). Tra le pochissime variazioni fatte registrare dai ministri, l’auto nuova della Giannini (una Mercedes 220), mentre il sottosegretario alla presidenza Claudio De Vincenti ha rottamato una Fiat Punto. Anche in casa Renzi novità nel parco auto, la moglie Agnese ha cambiato la vecchia Saharan con una Touran, sempre Vw.
Capogruppi – Il presidente dei deputati di Forza Italia Renato Brunetta risulta il più ricco, fra i suoi colleghi presidenti di gruppo di Montecitorio, con un reddito imponibile dichiarato nel 2015 per l’anno 2014 di 226.248 euro. In base alla documentazione disponibile sul sito della Camera, al secondo posto c’è Giovanni Monchiero (Scelta civica, 203.035 euro), mentre la ‘medaglia di bronzo’ va a Pino Pisicchio (Gruppo Misto, 194.541). Sostanzialmente ‘ex aequo’ i capigruppo Arturo Scotto (Si, 98.476), Federico D’Incà (M5S), Massimiliano Fedriga (Lega), e Maurizio Lupi con 98.471 euro. Seguono il presidente dei deputati Fdi Fabio Rampelli (97.271) e di Democrazia solidale, Lorenzo Dellai (93.441). Chiude la lista, il capogruppo Pd Ettore Rosato, con 90.949 euro.
Senatori a vita – Più che triplicato il reddito del senatore a vita Mario Monti che passa da 224.487 euro del 2014 al 710.223 euro del 2015. L’ex presidente del consiglio segnala inoltre, sulla sua dichiarazione patrimoniale, di aver rottamato due automobili Lancia. Il presidente emerito Giorgio Napolitano dichiara invece di aver venduto le quote di comproprietà sua e della moglie Clio Bittoni di un appartamento a Capalbio (Gr). Renzo Piano e Carlo Rubbia presentano due casi diversi. L’architetto nominato senatore a vita nel 2013, residente a Parigi, ha dichiarato 942.586 come reddito lordo globale e 804.144 come reddito imponibile, al fisco francese. In Italia l’architetto e senatore a vita ha un reddito che ammonta a 426.975 euro. Senatore a vita a Roma ma impegnato per tanti anni nelle ricerche al Cern di Ginevra, Rubbia presenta la sua dichiarazione dei redditi in Svizzera. Nel 2015 ha dichiarato un reddito di 383.269 euro e un patrimonio di 3.268.580 euro. Ammonta a 113.802 euro il reddito riportato nella dichiarazione depositata da Elena Cattaneo a palazzo Madama.