Nel giorno della condanna in primo grado a due anni, pena sospesa, per concorso in corruzione relativamente alla vicenda degli appalti per la ristrutturazione della Scuola dei Marescialli di Firenze, Denis Verdini, i leader di Ala lascia in serata la sede romana della Fondazione Ala e alla domanda se rinuncerà alla prescrizione (che scatterà in estate) non risponde ai cronisti. Vincenzo D’Anna, senatore del gruppo ‘verdiniano’, sulla sentenza afferma: “E’ stato dato ascolto ad un teorema senza prove né riscontri” e alla minoranza dem, che polemizza sull’appoggio che Verdini sta dando al governo Renzi, D’Anna ironizza: “Bersani e compagni si arrampicano sugli specchi, per loro dovremmo essere condannati anche per un divieto di sosta”. Poi il fedelissimo di Verdini sull’imminente prescrizione che salverebbe il collega dai successivi gradi di giudizio, ipotizza: “Non è detto che non lo faccia, anzi Verdini è uno uomo che va fino in fondo. Era amareggiato dopo la sentenza perché erano mancate, nella fase dibattimentale, le prove che hanno portato a questo giudizio: non è provato – sostiene D’Anna – né che Verdini abbia fatto quella segnalazione (dell’imprenditore Fusi a Matteoli, ndr), né che questa segnalazione abbia a che fare con i fatti delittuosi che i segnalati hanno poi successivamente commesso negli anni”. Se per quanto riguarda la seconda parte delle affermazioni del senatore D’Anna, bisognerà attendere le motivazioni della sentenza di condanna, che Verdini abbia effettivamente segnalato Fusi a Verdini ad affermarlo ai nostri microfoni è proprio Altero Matteoli: “Sì, me lo segnalò lui”

 

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