“Don Peppe Diana? E’ stato ucciso un’altra volta. Non sono stati i camorristi, ma premier, sottosegretari e ministri”. Così il vice presidente della Camera Luigi Di Maio (M5s) in una lettera che ha deposto sulla tomba di don Peppe Diana a Casal di Principe (Caserta) e con dichiarazioni rilasciate alla stampa dopo la commemorazione per il 22esimo anniversario dell’uccisione da parte dei Casalesi. “Oggi a Casal di Principe va in scena una passerella da parte degli ipocriti di governo. É imbarazzante – aggiunge il deputato pentastellato – che si presentino qui per commemorare don Peppe Diana mentre a Roma bloccano lo stanziamento dei fondi per i familiari delle vittime della camorra“. Poi precisa: “Penso alla moglie e alla figlia dell’imprenditore Domenico Noviello (ucciso dai Casalesi nel 2008, ndr) che si sono visti bloccare i risarcimenti”. Affermazioni forti che hanno suscitato la reazione prima di alcuni esponenti Pd che avevano dichiarato: “Di Maio – afferma il senatore dem Stefano Esposito – fa sciacallaggio”. Poi quella del ministro Maria Elena Boschi (Pd): “Oggi il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio ha dimenticato di essere anche un uomo delle istituzioni: fare bassa propaganda politica, e farla con la menzogna, è davvero deprimente. Non c’è stato nessun taglio ai fondi alle vittime di mafia. Come è noto, il Fondo di rotazione per la solidarietà alle vittime dei reati di tipo mafioso si autoalimenta durante il corso dell’anno in base alle richieste che arrivano e che vengono valutate da un’apposita Commissione”. Pronta la replica di Di Maio: “Apprendo le agghiaccianti parole del ministro Boschi che ha ammesso che il fondo per le vittime di mafia è bloccato dal governo. Certo prima afferma che mento e poi afferma che ho ragione: è la natura schizofrenica del politica del Pd”
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