La notizia che aspettavano da settimane è arrivata via blog e nessuno aveva immaginato sarebbe stata così severa: non dopo tre anni in Parlamento e non dopo l’arrivo del direttorio con l’incarico di occuparsi del territorio. Beppe Grillo (o meglio Gianroberto Casaleggio) ha scelto un venerdì sera per annunciare che in cinque comuni non ci saranno liste M5s certificate: Caserta, Rimini, Ravenna, Latina e Salerno. La decisione a sorpresa ha creato numerose polemiche sul territorio. A Ravenna si è dimessa una consigliera comunale che si era candidata a sindaco, mentre a Rimini l’eurodeputato Marco Affronte ha attaccato lo staff: “Così perdono i cittadini. I vertici ci mettano la faccia”. La deputata Silvia Giordano a Salerno invece ha criticato i suoi: “Il nostro lavoro di anni ma anche ogni singolo cittadino che ci ha dato fiducia non si meritava questo. I limiti umani, l’egoismo e la mancanza della capacità di fare gruppo hanno avuto la meglio“. A Caserta e Latina invece a protestare sono i Meetup che ora valutano se correre in ogni caso senza simbolo.
Rimini, l’eurodeputato Affronte: “Da questa parte del blog ci sono delle persone, a loro bisogna dare una motivazione”
Il terremoto (l’ennesimo) è successo in Emilia Romagna. La terra dove il Movimento è nato e cresciuto dovrà affrontare un altro buco nero nella sua giovane storia. I casi sono due ed entrambi riguardano città che hanno una tradizione consolidata e una base M5s forte. A Rimini il candidato Davide Grassi aveva già presentato una lista alla stampa con l’appoggio di parlamentari di peso come la deputata Giulia Sarti e l’europarlamentare Marco Affronte. A contrastarli era stata l’ex moglie di Grillo che aveva contestato la loro legittimità e proposto nomi alternativi. Proprio Affronte oggi ha deciso di attaccare duramente la decisione dei vertici: “Tutti gli attivisti e tutti gli eletti”, ha scritto su Facebook, “ogni ora di ogni giorno del loro impegno ci mettono la faccia, sempre, in prima persona: è ora che lo ‘staff’, qualunque cosa esso sia, faccia lo stesso. Vogliamo vedere le vostre facce, sapere i vostri nomi. Giochiamo ad armi pari. Fate questo o il Movimento morirà di microcefalia. Un corpo da adulto con su una testa da bambino”. A giudizio di Affronte, con questa scelta “chi ci perde sono prima di tutto i cittadini riminesi, a cui togli quanto meno una valida alternativa“. Inoltre, ha scritto, per comunicare la scelta, “bastava una telefonata al nostro capogruppo in Comune. Una telefonata. In due mesi, niente. E niente neppure prima di pubblicare quel post”. E ha concluso: “Ora chi ci perde sono prima di tutto i cittadini riminesi, a cui togli quanto meno una valida alternativa.Da quest’altra parte del blog ci sono delle persone. Degli attivisti che per cinque anni hanno speso ore e ore di impegno e energie. A loro una motivazione andava e va data”. Di fatto, argomenta nuovamente, “si è deciso di buttare via cinque anni di lavoro: fa malissimo ma posso pure accettarlo, ma me lo spieghi e me lo motivi. Oggi tutti mi chiedono perché e io non so rispondere”.
Salerno, la deputata Silvia Giordano: “Arrabbiata, delusa e amareggiata”
Nella città che fu amministrata dall’attuale presidente della Regione Vincenzo De Luca, nemico giurato dei grillini, il M5s è sempre stato molto forte. Proprio un esposto dei 5 stelle determinò la decadenza per incompatibilità del primo cittadino che nel frattempo era diventato viceministro del governo Letta. Nonostante questo, Grillo ha deciso che a causa delle rotture interne i suoi non avranno una lista certificata. A commentare con amarezza è stata la deputata Giordano: “Sono arrabbiata delusa e amareggiata”, ha scritto su Facebook. “Penso che una occasione a Salerno come quella di quest’anno non si possa ripetere mai più e l’unica forza politica che ha veramente fatto qualcosa per la città e che ha dimostrato di poter contrastare il deluchismo siamo noi. Il Movimento 5 stelle, il nostro lavoro di anni ma anche ogni singolo cittadino che ci ha dato fiducia non si meritava questo. Si meritava un’occasione. Un cambiamento. Ma i limiti umani, l’egoismo e la mancanza della capacità di fare gruppo ha avuto la meglio”.
Ravenna, si dimette la consigliera M5s e il collega Vandini: “Più dispiaciuta deve essere la città”
Poche ore dopo l’annuncio sul blog a Ravenna, Francesca Santarella (una delle due candidate a sindaco) si è dimessa da consigliera comunale. Santarella, in polemica con il meetup ravennate che aveva scelto Michela Guerra, lo scorso dicembre aveva presentato una lista alternativa. “La lista – spiega la ormai ex consigliera comunale – inviata secondo i dettami previsti dal Movimento 5 Stelle, è stata presentata nella speranza che anche a Ravenna potessero continuare ad essere perseguiti i principi di onestà, tutela dell’interesse pubblico, impegno, rigorosa coerenza, studio e proposte concrete con cui ho sempre cercato di onorare il mio incarico nelle istituzioni. Preso atto del giudizio, l’osservanza di questi stessi principi mi impone ora di rimettere il mandato”. Amareggiato il consigliere Pietro Vandini, da sempre critico con la linea ufficiale del Movimento e sostenitore di Guerra: “Ravenna deve essere molto più dispiaciuta di me”. E intanto la sua pagina Facebook è sommersa da richieste di spiegazioni di attivisti: “Ma è vero? Dimmi che è uno scherzo”, scrivono in molti.