Ne ha per tutti Matteo Brambilla, candidato sindaco M5S di Napoli. Luigi de Magistris? “L’ho votato da eurodeputato, ma ha tradito il mandato e poi la sua rivoluzione arancione è fallita, non ha avuto il coraggio di portarla avanti fino in fondo, troppa frammentazione nel suo progetto, ha fatto un puzzle di forze politiche e di progetti per tirare a campare. Salvo solo la sua battaglia per l’acqua pubblica”.
Antonio Bassolino? “Ha barattato la salute dei cittadini di Napoli con la sua carriera politica, le ecoballe portano il suo nome”. Vincenzo De Luca? “E’ una ‘lota’ (termine napoletano dispregiativo che significa acqua mista a fango, ndr)”. Matteo Salvini? “Ci insulta, diceva che i rifiuti puzzano, ma vuole chiedere i voti qui”.
Dichiarazioni rese durante la conferenza stampa di presentazione della candidatura dell’ingegnere energetico brianzolo trapiantato a Napoli in un albergo sul lungomare. Al suo fianco c’è Francesca Menna, sponsorizzata da Roberto Fico ma uscita sconfitta a sorpresa dalle Comunarie on line. La Menna, molto vicina al Direttorio, è lì a smentire le voci che la danno in fuga dal Movimento per la delusione: “Sono qui per dimostrare che siamo un gruppo”. E a domanda risponde: “Confermo che mi candiderò al consiglio comunale”.
Brambilla commemora don Giuseppe Diana, il sacerdote anticamorra ucciso a Casal di Principe il 19 marzo di 22 anni fa. Poi apre alle domande ed espone un progetto ambizioso, ai limiti dell’impossibile: “Il 100 per cento della raccolta differenziata”. Come? “Attraverso incentivi al compostaggio domestico e meccanismi di premialità per le famiglie che producono meno rifiuti”.
Su Bagnoli commissariata da Matteo Renzi dice: “Nella cabina di regia del governo non ci andrei”. Ricorda la mancata bonifica dei suoli, i processi in corso per accertare eventuali responsabilità. Sulle tensioni interne è lapidario: “Il caso Quarto? E’ concluso. I 36 espulsi di Napoli Libera (il gruppo segreto di Facebook accusato di aver tramato di nascosto, ndr)? Noi abbiamo poche regole di trasparenza: se tu dici una cosa in assemblea e poi il contrario in altre sedi, significa che non vuoi partecipare al nostro percorso per governare Napoli”.
In contemporanea dall’altro lato della città c’è la contromanifestazione degli espulsi, guidati dall’avvocato Luca Capriello, che stanno ragionando su un ricorso giudiziario contro il provvedimento e contro l’esito delle comunarie. “Non abbiamo niente da dire loro – ha detto il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio – quello che avevamo da dire lo abbiamo scritto nel documento di espulsione”.
C’è spazio anche per domande sul Brambilla tifoso della Juventus: “Vuoi vedere che ci vuole un sindaco monzese per vedere finalmente il terzo scudetto del Napoli? Sarei felice di partecipare a questa festa, perché nel 1987 e nel 1990 non c’ero. Comunque non farò finta di essere tifoso del Napoli e non mi andrò a sedere in tribuna affianco a De Laurentiis per prendere i voti (il riferimento è al sindaco de Magistris, ndr), quando andrò allo stadio ci andrò con la famiglia e pagherò il biglietto come ho sempre fatto”.
E a proposito delle sue origini brianzole e del suo ambientamento a Napoli, racconta un aneddoto gustoso: “1992, piazza Duomo, sto a Napoli come volontario per un gruppo che porta in colonia i bambini di famiglie difficili. Una bimba di tre anni mi fissa: ‘Ma tu nun sì ‘napulitano, vero? Tu sì na faccia ‘e cazzo’”. Due settimane dopo mi ha invitato alla sua festa di compleanno”.