“L’ennesima odierna tegola giudiziaria sugli ex amministratori di Banca Etruria dovrebbe indurre il governo a non perdere più tempo per risarcire le vittime, sempre più arrabbiate”. Nel giorno in cui emerge che l’intero ex consiglio di amministrazione dell’istituto aretino è indagato per bancarotta fraudolenta, Adusbef e Federconsumatori attaccano l’esecutivo che non ha ancora varato gli attesi decreti necessari per far partire gli arbitrati sugli indennizzi ai risparmiatori truffati. La legge di Stabilità ha fissato il termine ultimo per il varo dei provvedimenti in favore degli obbligazionisti di Banca Etruria, Banca Marche, CariChieti e CariFerrara a fine marzo, ma il premier Matteo Renzi e il Tesoro avevano garantito che si sarebbero mossi rapidamente. Invece, denunciano le associazioni dei consumatori, a quattro mesi dal decreto salva banche del 22 novembre nulla si è mosso.
Mercoledì scorso un gruppo di risparmiatori ha protestato davanti al ministero dell’Economia ed è stato ricevuto dal vice ministro Enrico Zanetti, che ha aperto alla possibilità di aumentare il tetto dei 100 milioni stanziati per i rimborsi (a fronte di 340 milioni di risparmi azzerati). In concreto, però, non è stato deciso nulla. Adusbef e Federconsumatori parlando di “cieca ostilità del governo verso le vittime truffate, che hanno diritto ai risarcimenti dei loro risparmi cancellati con un colpo di penna”. Il governo, si legge nella loro nota, “ammetta il gravissimo errore compiuto con il decreto del 22 novembre 2015 di esproprio criminale del risparmio, chiamando in causa le precise responsabilità oggettive della Banca d’Italia” a danno di 130.000 “espropriati”.
Il lavoro tecnico sulle norme per la concessione dei rimborsi è in realtà terminato e la strada dell’arbitrato gestito dall’Autorità anticorruzione ha incassato l’ok del commissario Ue alla Concorrenza Margrethe Vestager. Che la settimana scorsa, rispondendo a un’interrogazione del vicepresidente del Parlamento europeo Antonio Tajani, ha spiegato come per uno Stato membro sia possibile “decidere di porre in essere un meccanismo di arbitrato affinché gli obbligazionisti possano chiedere un risarcimento per la potenziale vendita impropria di obbligazioni”. A causare l’empasse sarebbe ora la volontà di ampliare la platea dei beneficiari e dunque, appunto, la capienza del fondo da 100 milioni provenienti dal Fondo interbancario per la tutela dei depositi previsto dalla Stabilità. Le eventuali risorse aggiuntive dovranno arrivare ancora una volta dal sistema bancario, perché il ricorso a fondi pubblici sarebbe bloccato dall’Unione europea.