Tra le 23 persone arrestate sabato dalla Polizia di Stato e dalla Guardia di Finanza in Sardegna c’è anche Giovanni Olianas, vicesindaco di Villagrande Strisaili. Cinquantun anni, incensurato, iscritto a Forza Italia, Olianas era stato il più votato nella lista civica guidata da Giuseppe Loi, che lo aveva portato a diventare vicesindaco con delega ai Lavori pubblici. L’assessore però agli impegni istituzionali alternava l’organizzazione degli assalti ai portavolori sardi: secondo il sostituto procuratore della Dda di Cagliari, Danilo Tronci, infatti, Olianas “è probabilmente il cervello della banda“, che comprende anche altri membri della famiglia, come i fratelli Carlo e Gianluigi Olianas.
In casa dell’amministratore pubblico, poi, sono stati trovati 30mila euro. E, secondo gli inquirenti, è in quella abitazione che “gli indagati si ritrovavano per progettare le varie azioni criminali“. Nel profilo tracciato dal sostituto procuratore si legge che Olianas “ha dato prova di esperienza criminale fuori dal comune, costantemente impegnato nell’ideazione di nuovi colpi” ai quali partecipava procrastinando gli impegni da vicesindaco. Durante alcune intercettazioni Olianas ha anche confermato di avere a disposizione due kalashnikov.
Altre figure di spicco del gruppo sono Luca e Sergio Arzu, fratelli dell’ex latitante Raffaele, esperto di rapine ai portavalori. La famiglia, insieme a quella degli Olianas, era a capo della consorteria criminale: non una banda qualsiasi, ma una vera a propria organizzazione paramilitare specializzata in assalti a portavalori e caveau degli istituti di vigilanza. Non un lavoro qualsiasi, tant’è che la gang aveva nella sua disponibilità un arsenale di armi da guerra, esplosivi e apparecchiature per intercettare le comunicazioni delle forze dell’ordine.
Decine le rapine messe in atto dal 2005 al 2016: l’ultima, messa a segno all’inizio di marzo a Sassari, gli aveva assicurato un bottino da 10 milioni di euro dopo un blitz di pochi minuti nel caveau della Mondialpol. Stesso modus operandi e stesse armi usate per assaltare la Vigilanza Sardegna di Nuoro e rubare 6 milioni di euro.
Un’attività che andava avanti da più di 10 anni e che comprende anche rapine andate in fumo: tra queste il colpo a luglio dello scorso anno al caveau della Mondialpopl di Arzachena, dove erano custoditi circa 20 milioni di euro e l’assalto a un portavalori a Nuoro a gennaio di quest’anno. E già era tutto pianificato per una nuova azione, programmata per lunedì prossimo a Voghera: Luca e Sergio Arzu e Angelo Lostia, un altro dei fermati, avevano infatti già lasciato la Sardegna clandestinamente e si trovavano nella zona di Pavia dove sono stati catturati. Altri erano pronti a lasciare l’isola per raggiungere i complici, motivo per cui le operazioni dei militari sono state accellerate. Oltre alle rapine gli arrestati sono accusati anche di traffico di droga e riciclaggio.
Cronaca
Sardegna, vicesindaco a capo della banda dei portavalori. “Rimandava impegni istituzionali per partecipare a rapine”
Giovanni Olianas era il cervello dietro gli assalti ai portavolori sardi: un uomo con un'esperienza criminale fuori dal comune, costantemente impegnato nell’ideazione di nuovi colpi. Casa sua era il quartier generale dove si riunivano i banditi. Il gruppo aveva già pianificato il prossimo colpo
Tra le 23 persone arrestate sabato dalla Polizia di Stato e dalla Guardia di Finanza in Sardegna c’è anche Giovanni Olianas, vicesindaco di Villagrande Strisaili. Cinquantun anni, incensurato, iscritto a Forza Italia, Olianas era stato il più votato nella lista civica guidata da Giuseppe Loi, che lo aveva portato a diventare vicesindaco con delega ai Lavori pubblici. L’assessore però agli impegni istituzionali alternava l’organizzazione degli assalti ai portavolori sardi: secondo il sostituto procuratore della Dda di Cagliari, Danilo Tronci, infatti, Olianas “è probabilmente il cervello della banda“, che comprende anche altri membri della famiglia, come i fratelli Carlo e Gianluigi Olianas.
In casa dell’amministratore pubblico, poi, sono stati trovati 30mila euro. E, secondo gli inquirenti, è in quella abitazione che “gli indagati si ritrovavano per progettare le varie azioni criminali“. Nel profilo tracciato dal sostituto procuratore si legge che Olianas “ha dato prova di esperienza criminale fuori dal comune, costantemente impegnato nell’ideazione di nuovi colpi” ai quali partecipava procrastinando gli impegni da vicesindaco. Durante alcune intercettazioni Olianas ha anche confermato di avere a disposizione due kalashnikov.
Altre figure di spicco del gruppo sono Luca e Sergio Arzu, fratelli dell’ex latitante Raffaele, esperto di rapine ai portavalori. La famiglia, insieme a quella degli Olianas, era a capo della consorteria criminale: non una banda qualsiasi, ma una vera a propria organizzazione paramilitare specializzata in assalti a portavalori e caveau degli istituti di vigilanza. Non un lavoro qualsiasi, tant’è che la gang aveva nella sua disponibilità un arsenale di armi da guerra, esplosivi e apparecchiature per intercettare le comunicazioni delle forze dell’ordine.
Decine le rapine messe in atto dal 2005 al 2016: l’ultima, messa a segno all’inizio di marzo a Sassari, gli aveva assicurato un bottino da 10 milioni di euro dopo un blitz di pochi minuti nel caveau della Mondialpol. Stesso modus operandi e stesse armi usate per assaltare la Vigilanza Sardegna di Nuoro e rubare 6 milioni di euro.
Un’attività che andava avanti da più di 10 anni e che comprende anche rapine andate in fumo: tra queste il colpo a luglio dello scorso anno al caveau della Mondialpopl di Arzachena, dove erano custoditi circa 20 milioni di euro e l’assalto a un portavalori a Nuoro a gennaio di quest’anno. E già era tutto pianificato per una nuova azione, programmata per lunedì prossimo a Voghera: Luca e Sergio Arzu e Angelo Lostia, un altro dei fermati, avevano infatti già lasciato la Sardegna clandestinamente e si trovavano nella zona di Pavia dove sono stati catturati. Altri erano pronti a lasciare l’isola per raggiungere i complici, motivo per cui le operazioni dei militari sono state accellerate. Oltre alle rapine gli arrestati sono accusati anche di traffico di droga e riciclaggio.
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Washington, 16 mar. (Adnkronos) - Il Segretario di Stato Marco Rubio ha dichiarato alla Cbs che ci sarà un aumento dei casi di detenzione simili a quello del manifestante filo-palestinese Mahmoud Khalil. "Ogni giorno, ormai - ha aggiunto - approviamo revoche di visti e anche di Green Card".
"Devi fare certe dichiarazioni", ha spiegato a proposito dei non cittadini che arrivano negli Stati Uniti. "Se ci dici, quando fai domanda per un visto, che stai arrivando negli Stati Uniti per partecipare a eventi pro-Hamas che vanno contro gli interessi della politica estera... Se ci avessi detto che lo avresti fatto, non ti avremmo mai dato il visto".
Beirut, 16 mar. (Adnkronos) - Hezbollah ha condannato in una dichiarazione gli attacchi americani contro obiettivi Houthi nello Yemen. "Affermiamo la nostra piena solidarietà nei confronti del coraggioso Yemen e chiediamo a tutti i popoli liberi del mondo e a tutte le forze di resistenza nella nostra regione e nel mondo di unirsi per contrastare il progetto sionista americano contro i popoli della nostra nazione", ha scritto in una nota il Partito di Dio.
Washington, 16 mar. (Adnkronos) - Gli attacchi americani in Yemen sono "un avvertimento per gli Houthi e per tutti i terroristi". Lo ha detto a Fox News il vice inviato degli Stati Uniti per il Medio Oriente, Morgan Ortagus, sottolineando che "questa non è l'amministrazione Biden. Se colpisci gli Stati Uniti, il presidente Trump risponderà. Il presidente Trump sta ripristinando la leadership e la deterrenza americana in Medio Oriente".
Washington, 16 mar. (Adnkronos) - Steve Witkoff, ha definito "inaccettabili" le ultime richieste di Hamas in merito al cessate il fuoco a Gaza. Riferendosi alla conferenza del Cairo di inizio mese, l'inviato statunitense per il Medio Oriente ha detto alla Cnn di aver "trascorso quasi sette ore e mezza al summit arabo, dove abbiamo avuto conversazioni davvero positive, che descriverei come un punto di svolta, se non fosse stato per la risposta di Hamas".
Hamas avrebbe insistito affinché i negoziati per un cessate il fuoco permanente iniziassero lo stesso giorno del prossimo rilascio di ostaggi e prigionieri palestinesi. Secondo Al Jazeera, Hamas ha anche chiesto che, una volta approvato l'accordo, i valichi di frontiera verso Gaza venissero aperti, consentendo l'ingresso degli aiuti umanitari prima del rilascio di Edan Alexander e dei corpi di quattro ostaggi. Inoltre, il gruppo ha chiesto la rimozione dei posti di blocco lungo il corridoio di Netzarim e l'ingresso senza restrizioni per i residenti di Gaza che tornano dall'estero attraverso il valico di Rafah.
"Abbiamo trascorso parecchio tempo a parlare di una proposta di ponte che avrebbe visto il rilascio di cinque ostaggi vivi, tra cui Edan Alexander, e anche, tra l'altro, il rilascio di un numero considerevole di prigionieri palestinesi detenuti nelle carceri israeliane", ha detto Witkoff. "Pensavo che la proposta fosse convincente: gli israeliani ne erano stati informati e avvisati in anticipo". "C'è un'opportunità per Hamas, ma si sta esaurendo rapidamente", ha continuato Witkoff. " Con quello che è successo ieri con gli Houthi, ciò che è successo con il nostro ordine di attacco, incoraggerei Hamas a diventare molto più ragionevole di quanto non sia stato finora".
Tel Aviv, 16 mar. (Adnkronos) - L'esercito israeliano ha scoperto un nascondiglio di armi nel campo profughi di Nur Shams, fuori Tulkarem, nella Cisgiordania settentrionale. Lo ha reso noto l'Idf, precisando che sono state rinvenute diverse borse contenenti armi, una delle quali conteneva anche un giubbotto con la scritta 'Unrwa'. Le armi confiscate sono state consegnate alle forze di sicurezza per ulteriori indagini.
Tel Aviv, 16 mar. (Adnkronos) - Un missile lanciato dagli Houthi è caduto a Sharm el-Sheikh, nella penisola egiziana del Sinai. Lo ha riferito la radio dell'esercito israeliano, aggiungendo che l'Idf sta indagando per stabilire se il missile fosse diretto contro Israele.
Passo del Tonale, 15 mar.(Adnkronos) - Che l’aspetto competitivo fosse tornato ad essere il cuore pulsante di questa quinta edizione della Coppa delle Alpi era cosa già nota. Ai piloti il merito di aver offerto una gara esaltante, che nella tappa di oggi ha visto Alberto Aliverti e Francesco Polini, sulla loro 508 C del 1937, prendersi il primo posto in classifica scalzando i rivali Matteo Belotti e Ingrid Plebani, secondi al traguardo sulla Bugatti T 37 A del 1927. Terzi classificati Francesco e Giuseppe Di Pietra, sempre su Fiat 508 C, ma del 1938. La neve, del resto, è stata una compagna apprezzatissima di questa edizione della Coppa delle Alpi, contribuendo forse a rendere ancor più sfidante e autentica la rievocazione della gara di velocità che nel 1921 vide un gruppo di audaci piloti percorrere 2300 chilometri fra le insidie del territorio alpino, spingendo i piloti a sfoderare lo spirito audace che rappresenta la vera essenza della Freccia Rossa.
Nel pomeriggio di oggi, dalla ripartenza dopo la sosta per il pranzo a Baselga di Piné, una pioggia battente ha continuato a scendere fino all’arrivo sul Passo del Tonale, dove si è trasformata in neve. Neve che è scesa copiosa anche in occasione del primo arrivo di tappa a St. Moritz e ieri mattina, sul Passo del Fuorn. Al termine di circa 880 chilometri attraverso i confini di Italia, Svizzera e Austria, i 40 equipaggi in gara hanno finalmente tagliato il traguardo alle 17:30 di oggi pomeriggio all’ingresso della Pista Ghiaccio Val di Sole, dove hanno effettuato il tredicesimo ed ultimo Controllo Orario della manifestazione.
L’ultimo atto sportivo dell’evento è stato il giro nel circuito, all’interno del quale le vetture si sono misurate in una serie di tre Prove Cronometrate sulla neve fresca valide per il Trofeo Ponte di Legno, vinto da Francesco e Giuseppe Di Pietra. L’altro trofeo speciale, il Trofeo Città di Brescia, ovvero la sfida 1 vs 1 ad eliminazione diretta di mercoledì sera in Piazza Vittoria, era stato anch’esso vinto da Aliverti-Polini.