Domani la Corte costituzionale si riunisce per decidere il ricorso sull’incostituzionalità del divieto di ricerca sugli embrioni non più impiantabili. Il governo Renzi è intervenuto, anche sulla stampa, per difendere il divieto previsto dalla legge 40 e per impedire alla comunità scientifica italiana di rendere ai giudici della Consulta la loro testimonianza sull’importanza di quel filone di ricerca.

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Per il resto, il mondo politico (e la quasi totalità del mondo giornalistico, con pochissime eccezioni) finge di non accorgersene. Persino coloro che con noi raccolsero le firme sui referendum abrogativi della legge 40 – uno dei quali puntava proprio ad abolire il divieto che domani sarà discusso dalla Consulta – oggi non trovano nemmeno il tempo per una presa di posizione. Voglio ricordare che i Democratici di Sinistra, per volontà dell’allora segretario Piero Fassino, si mobilitarono (pur se con un certo ritardo) sulla raccolta firme e sulla campagna elettorale per il sì. Oggi molti di loro continuano a ricoprire importanti incarichi istituzionali. La domanda è: che fine hanno fatto? Chissà che non ci sia un po’ di tempo per parlarne nella Direzione Pd.

Ma anche gli altri, dove sono? Persino i favorevoli al divieto si sono dileguati. Non fanno dichiarazioni quelli del “sulla vita non si vota”, perché tanto ormai il silenzio è il loro migliore alleato. Non se ne parla, così magari la gente pensa che ormai siano problemi vecchi e superati. Come Associazione Luca Coscioni abbiamo ottenuto il sostegno di centinaia di scienziati italiani e internazionali, da 22 Paesi. Chissà che non ci sia un telegiornale interessato a raccontare perché la libertà di ricerca è così importante

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