Ciao Darwin ritaglia le diversità e ne mette a confronto i rappresentanti. C’è un effetto comico garantito perché la comunicazione con e fra diversi fornisce fraintendimenti, equivoci e imbarazzi con cui giocare. E il motore narrativo non fatica a procedere e a ingaggiare l’attenzione degli spettatori, come dimostra la elevata permanenza d’ascolto. Madre Natura, ovvero la modella che l’incarna, ci mette ovviamente le sue curve; e c’è anche la prova dei cilindroni a creare movimento. Il nume tutelare del programma è, e non se ne fa mistero, l’Eros in fase attiva, e sarà per questo che la percentuale di spettatori maschi e femmine fino ai 45 anni di età risulta doppia rispetto agli spettatori più anziani. Ovvio che, essendoci di mezzo Eros e non l’amore romantico, il programma urti i gusti più delicati, tant’è che a Bonolis è stato rimproverato di giocare facile con le battute grevi.
Il che è del tutto vero, e tuttavia il programma tra una battutaccia e l’altra si intitola pur sempre Ciao Darwin, quindi si basa su una concezione del mondo. E a questa, a ben guardare, resta sostanzialmente fedele. Ci piace anzi pensare che all’alba del programma, alla fine degli anni ’90, gli autori abbiano discettato del rapporto fra Darwin e Spinoza, quello del “deus sive natura” che, senza ispirarsi al lato B della modella, affermava che non esiste un Dio che non coincida semplicemente con la natura (altro che cipiglio e barba bianca). In altri termini il programma è immanentista e iper materialista e si alimenta del corrente senso comune di massa, quello che nulla sembra oggi concedere alla trascendenza, salvo rendersi di tanto in tanto disponibile per correre appresso a qualche guru e guaritore.
Ovviamente questa correlazione fra filosofia, lato B, cilindroni e auditel è solo un gioco di chiacchiere finto-colto, in stile Bonolis, e può darsi che effettivamente il pubblico sia attratto dalle allusioni sessuali perché la maggior parte degli individui è davvero impegnato pressantemente a risolvere quell’aspetto della propria vita. Del resto Cinquanta sfumature di grigio continua a vendere a rotta di collo. Ma ci resterebbe comunque da capire perché tutto questo entusiasmo erotico si concentri al Sud (al 30% contro il 18% del Centro-Nord), nei comuni medio-piccoli e fra gli stranieri in Italia. Chi riuscisse a capirlo potrebbe davvero dire di avere in mano le chiavi del cuore del Paese.