Si tratta di cellule interconnesse come quelle entrate in azione a Parigi e Bruxelles. Gli shahid avrebbero l’ordine di scegliere i luoghi, i tempi e i metodi di attacco e si troverebbero già tra Germania, Gran Bretagna, Italia, Danimarca e Svezia
Un esercito di 400 combattenti inviato da Daesh per seminare il terrore. È l’Associated Press che riporta la notizia citando fonti di sicurezza europee e irachene. Dopo aver accolto migliaia di foreign fighter l’Isis avrebbe addestrato e spedito in Europa uomini pronti a sferrare attacchi nel Continente.
Cellule interconnesse come quelle di Parigi e Bruxelles
Si tratta di cellule interconnesse come quelle entrate in azione a Parigi – tre giorni di paura e venti morti – e Bruxelles – 32 morti e 270 feriti e le forze dell’ordine sono impegnate in una caccia all’uomo senza sosta. Gli shahid avrebbero l’ordine di scegliere i luoghi, i tempi e i metodi di attacco e si troverebbero già tra Germania, Gran Bretagna, Italia, Danimarca e Svezia. Secondo “un alto responsabile dell’intelligence irachena”, riporta ancora l’Ap, un nuovo gruppo” è arrivato nel Continente dalla Turchia. Da dove proprio oggi arriva la notizia che Ibrahim El Bakraoui, uno dei fratelli kamikaze entrati in azione a Bruxelles, era stato estradato verso il Belgio.
Da Londra a Madrid si cerca di alzare una cintura di protezione
Dopo l’ennesima ondata di terrore da Londra a Parigi, da Amsterdam a Madrid, si cerca di alzare una cintura di protezione. Con gli stati che danno fondo alle loro risorse, mettendo in campo forze e blindando i trasporti – dagli aerei alle metro, passando per stazioni e treni – così come gli obiettivi ritenuti sensibili. A Londra è scesa in campo il ministro dell’Interno, Theresa May, cercando di rassicurare gli inglesi: negli ultimi 18 mesi, ha sostenuto, sono stati sventati sette attentati dell’Isis.
Nella capitale francese dove l’allerta è fisiologicamente oltre il massimo – visto lo stato d’emergenza in vigore ancora almeno per un paio di mesi – non si notano giri di vite. La Spagna “rafforzerà la sicurezza nei suoi aeroporti con una serie di misure concrete” annunciato il ministro dell’Interno Jorge Fernandez Diaz. Che non fornisce – “per ragioni evidenti” – particolari su questi dispositivi. Il governo di Madrid ha deciso di mantenere il livello d’allerta a livello 4 sulla scala di 5, “su raccomandazione unanime” dei propri esperti di antiterrorismo. All’aeroporto di Barcellona, quello più frequentato dai turisti, sono sbarcate le truppe antisommossa che hanno a disposizione anche unità cinofile.
Il controllo totale degli aeroporti in Germania “è impraticabile”, secondo l’associazione degli scali aerei tedeschi, soprattutto nelle hall d’ingresso dove possono entrare praticamente tutti. Strettissimi, invece, i controlli alla frontiera con il Belgio, con l’impiego fra l’altro di cani anti-esplosivo che partecipano alle operazioni di verifica dei veicoli più sospetti. In Olanda si attendono le prossime ore per la ripresa del traffico Thalys, il treno ad alta velocità bloccato da ieri, che parte e arriva a Parigi ma che in molti casi dopo Bruxelles tocca Amsterdam e Colonia. Ieri sera, proprio alla stazione di Amsterdam, la polizia ha sparato tre colpi in aria per procedere all’arresto di tre persone.
In Italia massima attenzione ai luoghi affollati
Massima attenzione ai luoghi affollati, 600-800 militari in più a vigilanza degli obiettivi sensibili nelle città, revisione di tutti i piani d’intervento, compresi quelli d’evacuazione in caso d’attacco o di minaccia reale. Il Viminale cerca di blindare le difese poiché il rischio per l’Italia “è significativo”, dicono 007 e antiterrorismo, e i terroristi puntano a realizzare attacchi “eclatanti”. Che non vi siano “progettualità in atto”, infatti, non significa che non siano presenti nel nostro Paese soggetti che potrebbero passare all’azione. Secondo l’intelligence italiane non vi sarebbero cellule attive nel nostro Paese, ma l’allarme che arriva dai servizi segreti iracheni è di altro tenore: alcuni elementi della cellula che “ha compiuto gli attacchi di Parigi” sarebbero sparsi in una mezza dozzina di Paesi europei, tra i quali l’Italia.
Nella storia recente 370 attacchi negli aeroporti europei
L’Europa, colpita nei suoi centri nevralgici dal terrorismo, ha paura. Il rischio attentati non è una novità: sono stati 370 gli attacchi agli aeroporti europei nella storia recente, con Francia, Italia e Spagna paesi più colpiti, stando a uno studio dell’istituto “Demoskopika”. Oltre duemila le vittime tra morti e feriti di questa guerra permanente, 435 miliardi di euro la spesa per la difesa e la sicurezza dei cittadini dei 28 dell’Ue, pari al 3,1% del Pil dell’area. Il Belgio è tra i paesi ad investire di più: oltre mille euro per cittadino. In Italia c’è stata una contrazione del 6% pari a 3,2 miliardi di euro.
A Londra condannati due ventenni simpatizzanti dell’Isis
Intanto, secondo quanto riporta la Bbc, sono stati condannati per terrorismo dalla Old Bailey due ventenni di Londra, simpatizzanti dell’Isis, che, secondo l’accusa, stavano organizzando attacchi per uccidere militari, poliziotti e altri “infedeli” nella capitale. Si tratta di Suhaib Majeed, studente 21enne del King’s College ed ex presidente della Islamic Society, l’associazione studentesca musulmana all’interno dell’ateneo, e Tarik Hassane, 22 anni, cresciuti a Ladbroke Grove, la stessa zona da dove arrivava ‘Jihadi John‘, il ‘boia dello Stato islamico, al secolo Mohammed Emwazi, ucciso in Siria da un raid occidentale. I due, che sono amici fin dall’infanzia, avevano messo le mani su un’arma da fuoco e avevano compiuto “ricognizioni ostilì’ vicino a stazioni di polizia e caserme di Londra.