“Il progetto dell’Isis è la paralisi dell’Occidente. Il piano è convincerlo della sua impotenza”. Oppure: “Il cinese è molto molto difficile come lingua. Non è una lingua alfabetica, ma logografia. Le parole assumono la loro funzione anche a seconda della posizione nella frase”. Pillole di saggezza firmate da Giuseppe Sala. Che per settimane ha avuto a disposizione quasi tutte le mattine su Rtl 102,5 uno spazio per disquisire degli argomenti di attualità più svariati. Ultima puntata proprio oggi. La dissertazione, stringi stringi, non è mai andata molto al di là del riassunto di un articolo di giornale raccontato in un paio di minuti. Niente che riguardasse questioni politiche, ci tiene a sottolineare il presidente di Rtl Lorenzo Suraci. Ma che si sia parlato di politica o meno, questa striscia, chiamata non a caso Sala stampa, è stata una bella pubblicità per chi cerca di diventare sindaco di Milano. Ma a che titolo Sala ha parlato di tutto e di più dai microfoni di Rtl? È stata “una scelta editoriale – sostiene Suraci – Sala è uno dei nostri commentatori”. Ma i rapporti tra Rtl e l’ex commissario unico di Expo meritano un approfondimento. Come quelli tra Rtl ed Expo stessa. Tanto più che non è chiaro quanto la radio ci abbia guadagnato da quella che sul suo sito è definita “una grande collaborazione”.
Da mesi una presenza fissa su Rtl
Sala tiene compagnia agli italiani grazie a Rtl fin dal marzo del 2015, quando con la rubrica Sempre più Expo dapprima ha scandito il conto alla rovescia verso l’inaugurazione dell’esposizione universale, per poi parlare ogni giorno degli eventi in programma nel sito. E quando Expo è finita, la rubrica è andata avanti con un nuovo nome: Dall’Expo all’Italia. Ogni tanto la voce del “very normal commissioner”, come sul sito di Rtl viene definito Sala, era sostituita da quella di Roberto Arditti, responsabile delle relazioni esterne di Expo e anni fa direttore delle news dell’emittente radio. Giorno dopo giorno la trasmissione è andata avanti per mesi, fino alla “Sala stampa” dell’ultimo periodo. Una presenza assidua che Suraci giustifica così: “Abbiamo creduto in Expo fin prima dell’apertura. Il nostro lavoro giornalistico relativamente ad Expo era senza compenso alcuno, così come senza compenso è la collaborazione di Sala”. E se fosse il contrario, cioè che a pagare siano stati l’ex commissario ed Expo per gli spazi messi loro a disposizione? Suraci dice di no. E anche dallo staff del candidato sindaco e dalla sua ex società fanno sapere: “Con Rtl non c’è e non c’è stato alcun rapporto economico”.
Come nessun rapporto economico – dicono gli interessati – ha riguardato la trasmissione in diretta su Rtl del concerto inaugurale di Expo da piazza del Duomo, a cui ha partecipato anche Andrea Bocelli. Ok, ma al di là del lato economico qualche accordo ci sarà pur stato, Rtl non avrà mica “rubato” il segnale? Expo non risponde alla domanda, mentre il presidente della radio sostiene: “Rtl non ruba nulla a nessuno. Il benestare per avere il segnale di Bocelli ci è stato concesso dal management dell’artista”. Peccato però che all’evento organizzato da Expo abbiano partecipato anche altri artisti, come il pianista Lang Lang e gli orchestrali della Scala. E peccato che la diretta di Rtl abbia causato anche qualche polemica in Rai, che nello stesso momento dava il concerto sia in radio che in tv. “Rtl come Rai ha svolto per Expo un servizio pubblico – ribatte Suraci – Nessuna lamentela o diffida ci è pervenuta dalla Rai o dal management degli artisti da lei citati”. Bene, nel rapporto tra Expo ed Rtl tutto si fa, ma nulla si paga. Quantomeno in apparenza.
I concerti di Expo su Rtl? Costati 500mila euro, senza bando
Quando all’Open air theatre, il teatro all’interno del sito espositivo, sono terminate le repliche dello spettacolo del Cirque du Soleil, lì si è tenuta una serie di concerti presentati – come si legge sul sito di Expo – da Friends & Partners a da Rtl stessa, che li ha trasmessi sia in radio, sia sul digitale terrestre, sia in streaming Internet. Tra i cantanti chiamati sul palco Francesco De Gregori, Elisa e anche The Kolors, band dell’etichetta Baraonda, la casa discografica di Suraci. I cachet degli artisti e l’organizzazione dei concerti, di cui si è occupata Friends & Partners, sono costati a Expo 500mila euro. Il tutto senza alcuna gara di appalto, ma utilizzando una convenzione che Arca (la centrale acquisti che per regione Lombardia è quello che Consip è per lo Stato) ha con le agenzie media Starcom Italia e Mediaxchange.
La convenzione ha come oggetto la pianificazione e l’acquisto degli spazi pubblicitari per enti e società pubbliche, ma secondo quanto spiega il numero uno di Starcom Italia, Marco Muraglia, prevede alcuni servizi migliorativi rispetto al capitolato originario che sono stati offerti ad Arca in fase di gara: “Tra questi c’è la fornitura di progetti speciali di brand content, ovvero la realizzazione di progetti di comunicazione che includano la realizzazione del contenuto, che poi verrà promosso e trasmesso negli spazi acquistati grazie alla convenzione”. Così la scelta degli artisti e l’organizzazione dei concerti è stata affidata attraverso Starcom a Friends & Partners e a Rtl.
Ma nell’ambito della convenzione potevano essere organizzati addirittura dei concerti? Ilfattoquotidiano.it lo ha chiesto ad Arca, che per voce del suo direttore generale Luciano Zanelli risponde che “la convenzione può dar luogo a numerosi e specifici contratti di fornitura” la cui aderenza con la convenzione è “esclusiva responsabilità dell’ente”, ovvero di Expo. Secondo l’ex società di Sala i concerti facevano parte di “un piano integrato di comunicazione e marketing che mirasse ad ingaggiare a meno di tre mesi dal termine della manifestazione alcuni gruppi di potenziali visitatori (principalmente giovani)”. Per questo Expo “ha chiesto a Starcom, nell’ambito dell’oggetto della convenzione Arca, di produrre integralmente il progetto”.
I concerti sono stati quindi organizzati per fare entrare più gente nel sito. Mentre dalle casse di Expo sono usciti 500mila euro. Quanto è finito a Friends & Partners, quanto agli artisti, quanto a Rtl? F&P non ha risposto a nessuna delle richieste di informazioni avanzate sia via email che via telefono, mentre per quanto riguarda Rtl, il presidente Suraci dichiara: “I concerti trasmessi da noi sono frutto di accordi in barter con la società F&P. Gli stessi accordi non prevedono il pagamento dei concerti e dei diritti connessi agli stessi”. Accordi “in barter” vuol dire scambi di beni e servizi. Un baratto insomma, che al di là dell’effettivo passaggio di denaro, rimane pur sempre una pratica commerciale.
Mistero sugli investimenti pubblicitari su Rtl
La stessa convenzione di Arca con Starcom e Mediaxchange, insieme a un’altra analoga con la sola Starcom, è stata utilizzata da Expo anche per le campagne pubblicitarie vere e proprie, per un valore di oltre 17 milioni di euro in aggiunta a quanto speso per i concerti e in aggiunta alle milionate garantite ai mezzi di informazione con il sistema delle Request for proposal di cui ilfatto.it ha dato conto in passato. Suraci sostiene che gli investimenti fatti sulle radio attraverso la convenzione di Arca sono “miseri” rispetto a quanto fatto sugli altri media e mostra due tabelle secondo cui Rtl ha trasmesso nel 2014 e nel 2015 5.985 secondi di spot di Expo, meno di altre emittenti nazionali. Quanto però sia la somma incassata da Rtl per tali spot non è dato saperlo. E alla domanda non risponde nemmeno Expo. Intanto Sala stampa si è appena chiusa. E l’ex very normal commissioner attende le urne.