Secondo le associazioni delle persone con disabilità la legge sul “Dopo di Noi” in discussione in Parlamento “è sconcertante”. Non si placano le polemiche riguardo al ddl approvato alla Camera il 4 febbraio scorso – che dovrà passare all’esame del Senato – e che punta a migliorare l’assistenza alle persone con disabilità grave prive del sostegno famigliare. “Il testo va profondamente modificato”, si legge in una nota del Coordinamento sanità e assistenza fra i movimenti di base e Fondazione promozione sociale onlus al termine di un’audizione in commissione Lavoro di Palazzo Madama sul tema. “Bisogna stabilire i principi base delle attività di programmazione, indicare le forme di collaborazione con gli enti privati e stabilire le modalità per la verifica dell’efficacia ed efficienza delle prestazioni domiciliari, residenziali e semiresidenziali. Non è accettabile che si predispongano disegni di legge che si propongono di affrontare il ‘Dopo di noi’ come se non fosse già oggi previsto l’obbligo per le istituzioni di garantire tale prestazione in base alle leggi vigenti. A nostro avviso risulta chiaro che se un tale provvedimento dovesse essere approvato dal Parlamento, sarebbe un plateale e contraddittorio passo falso”.
Per entrambe le associazioni di assistenza e promozione sociale il ddl dovrebbe anche “ribadire i diritti attualmente sanciti dai Livelli essenziali di assistenza, confermare le competenze primarie del settore sanitario e quelle integrative dei Comuni, fornire adeguati sostegni economico-sociali volti a riconoscere concretamente la priorità degli interventi domiciliari, definire le caratteristiche essenziali che devono essere rispettate dai servizi e dalle strutture (ad esempio tutte le residenze dovrebbero avere al massimo 10 posti letto di cui 2 per le emergenze ed essere inserite nel vivo del contesto sociale”.
A questo punto, le associazioni intervenute in commissione Lavoro chiedono che il ddl “sia profondamente riesaminato” anche alla luce “delle microscopiche carenze” contenute nel testo. Il disegno di legge era stato approvato con 374 voti favorevoli, 75 contrari – quasi tutti di deputati del Movimento 5 stelle – e 11 astenuti. Il giorno dell’ok di Montecitorio, Ileana Argentin deputata disabile Pd e promotrice del ddl aveva affermato che “con questo provvedimento abbiamo provato a trovare una soluzione con lo scopo, innanzitutto, di rispettare la dignità del genitore che per tutta la vita ha curato il proprio figlio e, a un certo punto, non ha più la forza per continuare”.