Scuola

Carceri: i detenuti tornano a scuola

Da oltre un decennio porto avanti il progetto scolastico “Libertà e sapere” con cui cerchiamo di mettere in relazione il pianeta carcere con la società esterna. Per lo più, agli inizi, si trattava di portare tra i nostri studenti detenuti testimonianze ed esperienze di importanti esponenti della cultura, non solo accademica, e delle istituzioni. Col tempo, abbiamo cominciato a far partecipare alle nostre conferenze rappresentanze di ragazzi delle scuole esterne. Quindi, abbiamo avviato i primi esperimenti di accompagnare alcuni detenuti tra gli studenti di fuori.

Quest’anno stiamo organizzando un grande evento che riguarda la Terza Casa di Rebibbia, settore speciale a custodia attenuata riservato a persone mediamente giovani (sotto i 40 anni) con trascorsi di tossicodipendenza. Lì abbiamo da poco aperto una sezione del nostro Istituto scolastico “J. von Neumann”. Alcuni dei nostri studenti detenuti fanno parte del gruppo di teatro e musica “Doppia mandata”, dove si esibiscono insieme a un paio di agenti di polizia penitenziaria, un professore e una suora.

L’idea è quella di portare tutti una mattinata nella sede centrale della nostra scuola “esterna” di San Basilio. Per prima cosa dovremo presentarci ai ragazzi riuniti in aula magna e rispondere alle loro domande con un dibattito aperto. Non è facile interagire con adolescenti di un quartiere disagiato ma, conoscendo i detenuti, le loro storie e la loro capacità di comunicare in un rapporto alla pari, senza paternalismo o pedanteria, sono pronto a scommettere su un buon coinvolgimento.
Altri carcerati che non sono nelle condizioni (di legge) di poter uscire, stanno preparando un video in cui manderanno i loro messaggi ai ragazzi. E anche qui, grazie all’entusiasmo che ci stanno mettendo e alla collaborazione di una volontaria video-maker che curerà il montaggio, non potrà che uscire un buon lavoro.
A quel punto ci sarà il vero e proprio spettacolo dei “Doppia mandata”, con il loro mix di musica e recitazione.

Difficilmente dal di fuori si può immaginare quale sforzo comporti organizzare una simile manifestazione, non solo per noi della scuola ma soprattutto per le autorità carcerarie: Direzione, Area educativa, Polizia penitenziaria. Nondimeno, in questo caso la finalità rieducativa della pena (principio costituzionale su cui si incardina tutto ciò che ruota intorno al carcere) sembra sposarsi perfettamente alla funzione preventiva e dissuasiva di nuovi reati. Le precedenti esperienze, infatti, dimostrano che l’incontro tra detenuti e studenti possa portare grandi benefici per tutti in termini di educazione alla legalità e prevenzione dei comportamenti devianti.