Immersioni, quello del sub è il lavoro più bello del mondo
Voi ce l’avete una passione? Quella cosa che vi brucia dentro e vi fa cambiare vita, scalciare via tutto e riniziare daccapo lontano da tutto e da tutti? Se non l’avete provo a spiegarvela io.
Fare il lavoro più bello del mondo, come ho scelto di fare io, è qualcosa che esula dalla scelta consapevole. È un obbligo verso se stessi. A un certo punto vi si prospetta, o forse la vita, come spesso accade, vi porta in quella direzione, e cogliete l’occasione perché proprio non potete farne a meno. Quindi vi trasferite dall’altra parte del mondo, o comunque parecchio lontano, e iniziate questa nuova avventura.
Un’avventura strepitosa, non sempre facile. È tutto bello all’inizio, come tutte le cose nuove, poi man mano che passa il tempo succedono degli episodi, vedete certi eventi, e a volte vi domandate se ne valga la pena davvero. Le immersioni più belle al mondo, o almeno alcune di esse, valgono il dolore di vedere una vita che scivola via? Le emozioni più intense della vostra vita, o almeno alcune di esse, portano a pari un bilancio fatto spesso di arrabbiature, inconvenienti, natura matrigna, e tutto il resto? Ci pensate, a volte vi viene il dubbio, ma non mollate mai. Perché? Perché è la passione a farvi alzare la mattina dal letto. Non lo stipendio, non il prestigio. Ma quel fuoco che vi arde dentro e quella missione che sentite essere la vostra meta da sempre.
E succede quindi che a stagione inoltrata, dopo otto mesi che faticate con orari sballati, senza tregua o soste, vi capita l’opportunità di avere una mezza giornata libera. Gli ospiti hanno deciso di passare un pomeriggio intero su un’isola resort, perché vogliono sorseggiare drink a bordo piscina (quando avrebbero le spiagge deserte più esclusive del pianeta: la gente è strana). Chiunque sano di mente ne approfitterebbe per riposarsi, prendersi un po’ cura di sé, dormire, leggere, scrivere, riordinare appunti e pensieri. Ma non voi. Perché voi siete, come dicevamo prima, divorati dalla passione. Quindi cosa fate? Mollate gli ospiti al resort e correte a buttarvi in mare con la vostra collega e un amico giornalista. Andate a fare un tuffo della madonna, un giro fra squali, aquile di mare, dentici, carangidi, visibilità perfetta e, per non farsi mancare niente, un gruppetto di delfini che lambisce le stesse vostre acque mentre attaccati al pallone scaricate quei 14’ di decompressione che avete raccattato sul fondo. Sì, perché non è che andate a fare un’immersione tranquilla, tanto per vedervi un bel posto in tutta pace e serenità. No! È il tuffo che chiamate “rock’n’roll” che vi manca. Quello che vi fa sentire felici e che vi fa allagare la maschera dalle risate a -35 mt, che vi manca. Con gli ospiti capita di rado.
Un po’ le leggi, un po’ la capacità media dei subacquei, giocate sul sicuro e certe cose meno ortodosse non le fate. Normale. Saggio. Dunque oggi non solo andate a farvi un tuffo in santa pace, ma ve lo fate come dio comanda, senza farvi mancare niente. L’immersione in sé non è alcunché di trascendentale: l’angolo di un canale di pass*, nulla che non abbiate già visto mille e più volte. Però oggi le condizioni sono ideali. La corrente entra, quindi l’acqua è cristallina e – dopo un mese di anormale acquaccia verde sarebbe anche l’ora, accidenti! – il giro di pesci è potenzialmente al suo culmine, come non buttarsi? Quindi pronti, via! SPLASH! Prendete il reef e iniziate a scendere. E piano piano arrivano tutti gli amici che preferite: gli squali grigi e quelli pinna argento nel blu, i pinna bianca ridossati alla parete come è loro abitudine. Fate scrocchiare la bottiglietta di plastica con foga, per attirare tutti più vicino, e non avete più mani perché una vi serve per filmare tutto, allora come si fa? La bottiglia si struscia sul femore nuotando. Bisogna ingegnarsi, lì sotto. Alzate la testa, e arrivano tre aquile di mare in planata. Intanto la vostra collega davanti a voi vi chiama a gran voce. A gran gesti, rectius. E vi indica che più avanti c’è una festa, e inizia a ballare per farvi capire che è proprio rock’n’roll, e vi si allaga la maschera dal gran ridere. Che viene dal cuore, proprio. Quindi partite di pinne e vi spingete oltre. E ancora squali grigi, un fiume di carangidi che sembra non finire mai e in mezzo al quale passate come neanche esisteste. Si spostano quel tanto che vi basta per fendere il branco e vederlo ricompattarsi dopo il vostro passaggio.
Una massa argentea che si divide e riunisce con una naturalezza che ogni volta vi tramortisce e commuove. Arriva un’altra aquila di mare, plana in mezzo ai carangidi e ne vedete vibrare le pinne – o le ali, come le volete chiamare. Arriva accanto a voi, vi supera, si riscuote un attimo (immaginate un cane che si scrolla l’acqua di dosso, suppergiù) e riprende quota allontanandosi. Il computer subacqueo è ormai implacabile. Siete a quote importanti da troppo tempo, bisogna iniziare a risalire. A malincuore lasciate quel bendiddio e vi lasciate portare dentro il canale dalla corrente. Poco male. Avete visto davvero un sacco di roba e vi siete finalmente goduti un tuffo con tutti i crismi. La collega lancia il pallone e vi portate alla quota della tappa di decompressione. Parlate, ovviamente, a gesti, a parole (si può, si può), vi fate mille risate a spese degli assenti o facendo battutacce di bassa lega varie. Le solite cose. E mentre siete lì che passate i minuti in attesa di poter risalire, l’Oceano vi fa un ultimo regalo. Un bel gruppo di delfini sfreccia veloce davanti a voi a pelo della superficie. Naturalmente voi siete cretini e sbagliate tasto della GoPro e non parte il filmato. Ma che importa? Lo portate nel cuore il film, non è fondamentale averne il file. Anche se vi mangereste le mani, ovvio.
Spendete gli ultimi spiccioli di tempo prima di emergere a farvi foto sceme, come è naturale, perché la gag della collega che richiama la fortuna (più prosaicamente detta culo) va sempre celebrata, e risalite, finalmente. Felici. Stanchi morti. Ridendo, con le lacrime agli occhi. Perché questa immersione vi rappacifica con tante cose. Fa ammenda per tante brutture, tanto dolore, tanta spossatezza. Ma la spossatezza di questa sera, che vi fa chiudere gli occhi davanti al computer mentre scrivete, è quella positiva, quella che vi da la carica. Quella che vi fa capire come un bagliore improvviso che quell’obbligo a cui vi siete piegati tanto tempo fa e avete sentito impellente è stato il regalo più bello che poteste farvi. Perché in un mondo così tragico, là sotto c’è invece sempre e solo pace. E riuscite a riportarvela, seppure per breve tempo, in superficie. E anche se domani saranno di nuovo incazzature, paure, psicodrammi, intoppi e occhi al cielo magari, stasera siete carichi a pallettoni. E la prima cosa che fate ritornando in barca non è la doccia, non è il pisolo. Ma scaricare ancora salati e scarruffati i filmati della videocamera al computer. Perché quella che vi brucia dentro è la vostra passione. E va bene così.
* le spaccature naturali in mezzo ai reef che consentono alla massa d’acqua dell’Oceano aperto di entrare negli atolli
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La Redazione
Roma, 14 mar. (Adnkronos) - Martedì prossimo, 18 marzo, alle ore 10, presso la Sala Koch del Senato, le commissioni riunite Bilancio, Attività produttive e Politiche Ue di Camera e Senato svolgeranno l'audizione di Mario Draghi in merito al Rapporto sul futuro della competitività europea. L'appuntamento verrà trasmesso in diretta webtv.
Roma, 14 mar. (Adnkronos) - Ad un mese dalla finale del festival della canzone italiana 2025, nella classifica dei singoli brani è ancora Sanremomania, con ben 13 brani passati in gara al Teatro Ariston nelle prime 13 posizioni. E questo fa segnare all'edizione 2025 un nuovo record rispetto agli ultimi anni, per numero di brani di Sanremo nella top ten ad un mese dal festival: se infatti quest'anno sono 10 (cioè l'intera top ten è composta da brani in gara al festival un mese fa), l'anno scorso era stati 7 come nel 2023, nel 2022 e nel 2021 erano stati 8 e nel 2024.
Nella top ten dei singoli infatti, al primo posto c'è proprio il brano vincitore del festival: 'Balorda Nostalgia' di Olly. Al secondo 'La cura per me' di Giorgia, al terzo 'Incoscienti giovani' di Achille Lauro, al quarto 'Battito' di Fedez, al quinto 'Cuoricini' dei Coma_Cose, al sesto 'Volevo essere un duro' di Lucio Corsi, al settimo 'Fuorilegge' di Rose Villain, all'ottavo 'La mia parola' di Shablo feat Joshua e Tormento, al nono 'Tu con chi fai l'amore' dei The Kolors, al decimo 'La tana del granchio' di Bresh. Ma l'elenco sanremese prosegue ininterrotto fino alla tredicesima posizione, con 'Anema e core' di Serena Brancale all'undicesimo posto, 'Chiamo io chiami tu' di Gaia al dodicesimo e 'Il ritmo delle cose' di Rkomi al tredicesimo.
Tra gli album l'arrivo di Lady Gaga con 'Mayhem' si piazza in vetta e scalza dalla prima posizione 'Tutta vita', l'album di Olly, che scende al terzo posto, per fare spazio a 'Vasco Live Milano Sansiro', che entra al secondo posto. In quarta posizione 'Dio lo sa - Atto II' di Geolier, in quinta entra direttamente 'Vita_Fusa' dei Coma_Cose, in sesta 'Debi tirar mas fotos' di Bad Bunny, in settima 'Tropico del capricorno' di Guè, in ottava posizione 'Locura' di Lazza, in nona 'È finita la pace' di Marracash e in decima chiude la top ten 'Icon' di Tony Effe. Mentre la compilation di Sanremo 2025 scende dal nono al quindicesimo posto.
Tra i vinili, è primo il 'Vasco Live Milano Sansiro', al secondo posto 'Mayhem' di Lady Gaga e al terzo la compilation 'Sanremo 2025'.
Roma, 14 mar. (Labitalia) - "Questo appuntamento, unico nel suo genere, rappresenta un fondamentale momento di approfondimento per i settori della logistica e del trasporto, offrendo un'opportunità unica di incontro, aggiornamento e confronto sulle sfide e le opportunità che caratterizzano un comparto strategico per i cittadini, per le famiglie e le imprese, con un approccio fortemente connesso alla sostenibilità ambientale". Lo scrive il presidente del Senato, Ignazio La Russa, nel messaggio inviato all'evento di chiusura della quarta edizione di "Let Expo", organizzato da Alis a Verona.
"Se i numeri registrati lo scorso anno rappresentano la migliore e più efficace sintesi della rilevanza del vostro operato - penso ai 400 espositori e alle oltre 100mila presenze complessive -, sono certo che i tanti appuntamenti che caratterizzano il programma di quest'anno, con incontri strategici, conferenze di settore, seminari interattivi, workshop pratici e dimostrazioni innovative, sapranno rappresentare un ulteriore momento di crescita e di affermazione", prosegue La Russa, che conclude: "Nel ribadire il mio plauso per il vostro prezioso contributo in un ambito di particolare rilievo per gli interessi nazionali, anche in relazione alle attuali dinamiche geo-politiche globali, l'occasione mi è gradita per inviarvi i miei più cordiali saluti".
Roma, 14 mar. - (Adnkronos) - In occasione di Didacta 2025 a Firenze, l'evento di riferimento per la formazione e l'innovazione nel settore scolastico, Acer ha ribadito il proprio impegno nel supportare l'evoluzione della didattica attraverso soluzioni tecnologiche all'avanguardia. La partecipazione dell'azienda alla fiera ha offerto l'opportunità di presentare le ultime novità in termini di prodotti e servizi, con un focus particolare su prestazioni, sicurezza, intelligenza artificiale e design.
"La presenza di Acer a Didacta sottolinea l'importanza del settore education, un ambito in cui siamo orgogliosamente leader di mercato," ha dichiarato Angelo D'Ambrosio, General Manager di Acer South Europe. "Didacta rappresenta un'occasione fondamentale per incontrare docenti, studenti e rivenditori specializzati nel mondo scolastico. In questa sede, presenteremo le nostre più recenti innovazioni di prodotto, caratterizzate da prestazioni elevate, sicurezza, funzionalità di IA e design robusto. Queste caratteristiche sono indispensabili per una didattica innovativa ed efficace."
Roma, 14 mar. (Adnkronos) - È già un caso che un condannato, sia pur in primo grado, occupi un ruolo di sottosegretario alla Giustizia, ma ora le parole di Delmastro pongono un problema serio al Governo e al Paese intero. Dall’interno viene criticata una delle pessime riforme portate avanti con protervia dalla maggioranza. Come fa a restare al suo posto? Cosa dice la premier Meloni? Le parole di Delmastro sono gravi anche perché ci fanno conoscere le vere intenzioni del Governo, quelle che andiamo denunciando da mesi: assoggettare il potere giudiziario al controllo dell’Esecutivo. E questo è inaccettabile. Dopo la smentita che non smentisce, la registrazione dell’intervista, Meloni deve pretendere che Delmastro lasci l’incarico". Lo afferma Così Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera.
Roma, 14 mar. (Adnkronos) - Giovedì prossimo 20 marzo, alle ore 9, avrà luogo alla Camera l'informativa urgente del ministro per la Protezione civile e le Politiche del mare, Nello Musumeci, sui recenti eventi sismici che hanno colpito l'area dei Campi Flegrei e sullo stato di attuazione degli interventi per la popolazione.
Milano, 14 mar. (Adnkronos) - Il Dna di Andrea Sempio, amico del fratello di Chiara Poggi, indagato per l'omicidio del 13 agosto 2007 a Garlasco, va confrontato con il Dna trovato "sotto le unghie della vittima e con le ulteriori tracce di natura biologica rinvenute sulla scena del crimine". E' quanto ha disposto, con un provvedimento del 6 marzo scorso, la giudice per le indagini preliminari di Pavia Daniela Garlaschelli che ha autorizzato il prelievo coattivo della traccia biologica dell'indagato effettuato ieri.
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Francesca Miccoli
Formatore di Istruttori
Ambiente & Veleni - 27 Marzo 2016
Immersioni, quello del sub è il lavoro più bello del mondo
Voi ce l’avete una passione? Quella cosa che vi brucia dentro e vi fa cambiare vita, scalciare via tutto e riniziare daccapo lontano da tutto e da tutti? Se non l’avete provo a spiegarvela io.
Fare il lavoro più bello del mondo, come ho scelto di fare io, è qualcosa che esula dalla scelta consapevole. È un obbligo verso se stessi. A un certo punto vi si prospetta, o forse la vita, come spesso accade, vi porta in quella direzione, e cogliete l’occasione perché proprio non potete farne a meno. Quindi vi trasferite dall’altra parte del mondo, o comunque parecchio lontano, e iniziate questa nuova avventura.
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Un’avventura strepitosa, non sempre facile. È tutto bello all’inizio, come tutte le cose nuove, poi man mano che passa il tempo succedono degli episodi, vedete certi eventi, e a volte vi domandate se ne valga la pena davvero. Le immersioni più belle al mondo, o almeno alcune di esse, valgono il dolore di vedere una vita che scivola via? Le emozioni più intense della vostra vita, o almeno alcune di esse, portano a pari un bilancio fatto spesso di arrabbiature, inconvenienti, natura matrigna, e tutto il resto? Ci pensate, a volte vi viene il dubbio, ma non mollate mai. Perché? Perché è la passione a farvi alzare la mattina dal letto. Non lo stipendio, non il prestigio. Ma quel fuoco che vi arde dentro e quella missione che sentite essere la vostra meta da sempre.
E succede quindi che a stagione inoltrata, dopo otto mesi che faticate con orari sballati, senza tregua o soste, vi capita l’opportunità di avere una mezza giornata libera. Gli ospiti hanno deciso di passare un pomeriggio intero su un’isola resort, perché vogliono sorseggiare drink a bordo piscina (quando avrebbero le spiagge deserte più esclusive del pianeta: la gente è strana). Chiunque sano di mente ne approfitterebbe per riposarsi, prendersi un po’ cura di sé, dormire, leggere, scrivere, riordinare appunti e pensieri. Ma non voi. Perché voi siete, come dicevamo prima, divorati dalla passione. Quindi cosa fate? Mollate gli ospiti al resort e correte a buttarvi in mare con la vostra collega e un amico giornalista. Andate a fare un tuffo della madonna, un giro fra squali, aquile di mare, dentici, carangidi, visibilità perfetta e, per non farsi mancare niente, un gruppetto di delfini che lambisce le stesse vostre acque mentre attaccati al pallone scaricate quei 14’ di decompressione che avete raccattato sul fondo. Sì, perché non è che andate a fare un’immersione tranquilla, tanto per vedervi un bel posto in tutta pace e serenità. No! È il tuffo che chiamate “rock’n’roll” che vi manca. Quello che vi fa sentire felici e che vi fa allagare la maschera dalle risate a -35 mt, che vi manca. Con gli ospiti capita di rado.
Un po’ le leggi, un po’ la capacità media dei subacquei, giocate sul sicuro e certe cose meno ortodosse non le fate. Normale. Saggio. Dunque oggi non solo andate a farvi un tuffo in santa pace, ma ve lo fate come dio comanda, senza farvi mancare niente. L’immersione in sé non è alcunché di trascendentale: l’angolo di un canale di pass*, nulla che non abbiate già visto mille e più volte. Però oggi le condizioni sono ideali. La corrente entra, quindi l’acqua è cristallina e – dopo un mese di anormale acquaccia verde sarebbe anche l’ora, accidenti! – il giro di pesci è potenzialmente al suo culmine, come non buttarsi? Quindi pronti, via! SPLASH! Prendete il reef e iniziate a scendere. E piano piano arrivano tutti gli amici che preferite: gli squali grigi e quelli pinna argento nel blu, i pinna bianca ridossati alla parete come è loro abitudine. Fate scrocchiare la bottiglietta di plastica con foga, per attirare tutti più vicino, e non avete più mani perché una vi serve per filmare tutto, allora come si fa? La bottiglia si struscia sul femore nuotando. Bisogna ingegnarsi, lì sotto. Alzate la testa, e arrivano tre aquile di mare in planata. Intanto la vostra collega davanti a voi vi chiama a gran voce. A gran gesti, rectius. E vi indica che più avanti c’è una festa, e inizia a ballare per farvi capire che è proprio rock’n’roll, e vi si allaga la maschera dal gran ridere. Che viene dal cuore, proprio. Quindi partite di pinne e vi spingete oltre. E ancora squali grigi, un fiume di carangidi che sembra non finire mai e in mezzo al quale passate come neanche esisteste. Si spostano quel tanto che vi basta per fendere il branco e vederlo ricompattarsi dopo il vostro passaggio.
Una massa argentea che si divide e riunisce con una naturalezza che ogni volta vi tramortisce e commuove. Arriva un’altra aquila di mare, plana in mezzo ai carangidi e ne vedete vibrare le pinne – o le ali, come le volete chiamare. Arriva accanto a voi, vi supera, si riscuote un attimo (immaginate un cane che si scrolla l’acqua di dosso, suppergiù) e riprende quota allontanandosi. Il computer subacqueo è ormai implacabile. Siete a quote importanti da troppo tempo, bisogna iniziare a risalire. A malincuore lasciate quel bendiddio e vi lasciate portare dentro il canale dalla corrente. Poco male. Avete visto davvero un sacco di roba e vi siete finalmente goduti un tuffo con tutti i crismi. La collega lancia il pallone e vi portate alla quota della tappa di decompressione. Parlate, ovviamente, a gesti, a parole (si può, si può), vi fate mille risate a spese degli assenti o facendo battutacce di bassa lega varie. Le solite cose. E mentre siete lì che passate i minuti in attesa di poter risalire, l’Oceano vi fa un ultimo regalo. Un bel gruppo di delfini sfreccia veloce davanti a voi a pelo della superficie. Naturalmente voi siete cretini e sbagliate tasto della GoPro e non parte il filmato. Ma che importa? Lo portate nel cuore il film, non è fondamentale averne il file. Anche se vi mangereste le mani, ovvio.
Spendete gli ultimi spiccioli di tempo prima di emergere a farvi foto sceme, come è naturale, perché la gag della collega che richiama la fortuna (più prosaicamente detta culo) va sempre celebrata, e risalite, finalmente. Felici. Stanchi morti. Ridendo, con le lacrime agli occhi. Perché questa immersione vi rappacifica con tante cose. Fa ammenda per tante brutture, tanto dolore, tanta spossatezza. Ma la spossatezza di questa sera, che vi fa chiudere gli occhi davanti al computer mentre scrivete, è quella positiva, quella che vi da la carica. Quella che vi fa capire come un bagliore improvviso che quell’obbligo a cui vi siete piegati tanto tempo fa e avete sentito impellente è stato il regalo più bello che poteste farvi. Perché in un mondo così tragico, là sotto c’è invece sempre e solo pace. E riuscite a riportarvela, seppure per breve tempo, in superficie. E anche se domani saranno di nuovo incazzature, paure, psicodrammi, intoppi e occhi al cielo magari, stasera siete carichi a pallettoni. E la prima cosa che fate ritornando in barca non è la doccia, non è il pisolo. Ma scaricare ancora salati e scarruffati i filmati della videocamera al computer. Perché quella che vi brucia dentro è la vostra passione. E va bene così.
* le spaccature naturali in mezzo ai reef che consentono alla massa d’acqua dell’Oceano aperto di entrare negli atolli