Strage in Pakistan nel giorno di Pasqua. Settantadue persone, per lo più donne e bambini della minoranza cristiana, sono state uccise in un attentato terroristico rivendicato dai talebani compiuto nel parco pubblico Gulshan-e-Iqbal Park di Lahore, zona centrale del Paese. Un kamikaze si è fatto esplodere nel parco situato nell’area di Iqbal Town, un popolare ritrovo domenicale per famiglie, in quel momento gremito di gente che stava celebrando le festività. Secondo quanto riferito all’Ansa da Xavier P. William, responsabile dell’ong Life for All Pakistan che si occupa di diritti delle minoranze religiose, almeno 51 vittime e 157 feriti appartengono alla comunità cristiana.
La polizia pakistana ha arrestato 15 persone, tra cui 3 fratelli del kamikaze. A riferirlo l’emittente televisiva pakistana GeoTV. Il kamikaze è stato identificato: si tratta del 28enne Yousuf Farid, residente a Lahore nel distretto di Muzzafargah.
I sopravvissuti hanno parlato di una carneficina, raccontando di aver visto resti umani e i corpi smembrati dalla deflagrazione riversi in pozze di sangue. Per trasportare gli oltre 300 feriti negli ospedali sono stati usati i taxi e gli autorisciò che erano parcheggiato all’uscita del parco. Secondo fonti di polizia, l’attentatore suicida si è fatto saltare in aria nel parcheggio del parco, non lontano dalle altalene dei bambini, mentre la folla stava per uscire dopo aver fatto picnic per festeggiare la Pasqua. Sul luogo dell’esplosione sono state trovate delle sfere di cuscinetto usate per aumentare la potenza letale della bomba. Il governo di Islamabad ha dispiegato alcuni reparti dell’ esercito per facilitare le operazioni di soccorso. E’ emerso che non c’era alcun servizio d’ordine a protezione dei numerosi ingressi del parco pubblico che è uno dei più grandi di Lahore.
La formazione Jamat-ul-Ahrar, già legata al principale gruppo talebano pachistano Tehrek-e-Taliban Pakistan (Ttp), si è attribuita la responsabilità della strage. “L’obiettivo erano i cristiani“, ha detto un portavoce della fazione, Ehsanullah Ehsan. “Vogliamo inviare questo messaggio al primo ministro Nawaz Sharif che siamo entrati a Lahore. Posso fare quello che vogliono ma non sarà facile fermarci. I nostri attentatori suicidi continueranno questi attacchi”, ha aggiunto. Il 15 marzo dello scorso anno due kamikaze della stessa sigla terroristica si erano fatti esplodere all’ingresso di due chiese di Lahore vicine fra loro, la cattolica St.John’s Church e la cristiana Christ Church causando 17 morti.
Gli Stati Uniti, così come l’Italia e l’India, hanno duramente condannato “l’orrendo attacco terroristico a Lahore”. Lo riferisce la Casa Bianca, parlando di un “atto codardo” e sottolineando che gli Usa “sono al fianco della gente e del governo del Pakistan in questo difficile momento”. “Continueremo a lavorare con i nostri partner in Pakistan e nella regione – si aggiunge – così come insieme saremo irremovibili nei nostri sforzi per sradicare la piaga del terrorismo”. Anche la premio Nobel per la pace Malala Yousafzai ha stigmatizzato il massacro. “Sono sconvolta da un crimine insensato – ha scritto la giovane su Twitter – che ha colpito gente innocente“.