A partire dal prossimo 15 aprile saranno disponibili online i modelli 730 o di Unico precompilati, per un totale di 30 milioni di dichiarazioni. Presenti molti più dati, anche se per le spese mediche si tratta di un debutto non proprio completo. Se il modello viene accettato si chiude la partita con il Fisco
Ci siamo. Anche quest’anno è iniziato il conto alla rovescia per la dichiarazione dei redditi: dal 15 aprile sul sito dell’Agenzia delle Entrate saranno disponibile il 730 e l’Unico precompilato destinati a circa 30 milioni di italiani. Nel primo caso si tratta dei lavoratori dipendenti e dei pensionati che potranno accedere, tramite l’apposita sezione del sito con il pin delle Entrate o con quello dell’Inps, al loro modello. E, una volta verificato ed eventualmente corretto e integrato, inviarlo dal 2 maggio al 7 luglio, direttamente dal proprio pc o delegando il sostituto d’imposta che presta assistenza fiscale, cioè il Caf o un professionista. I liberi professionisti e le partite Iva che, invece, presentano l’Unico possono modificarlo o integrarlo e trasmetterlo al Fisco dal 2 maggio al 30 settembre.
Sarà lo stesso sistema predisposto dalle Entrate ad aiutare il contribuente nella scelta del modello più adatto alle sue caratteristiche, ma solo il 730 consente di avere l’eventuale rimborso Irpef già sullo stipendio o la pensione di luglio o agosto. Ma nel caso in cui i rimborsi presentati, con modifiche rispetto alla dichiarazione precompilata, siano superiori ai 4mila euro potrebbero scattare dei controlli entro 4 mesi dal 7 luglio. Il rimborso che risulterà spettante al termine delle operazioni di controllo preventivo verrà invece erogato entro il sesto mese successivo al 7 luglio.
La scelta di utilizzare il precompilato non è indifferente: accettando la dichiarazione senza modifiche si verrà esonerati dai controlli sugli oneri detraibili e deducibili comunicati dalle Entrate al contrario di quanto accadrà presentando la dichiarazione in forma cartacea al proprio datore di lavoro (se effettua questa forma di assistenza fiscale), al Caf o al professionista (qui i modelli 730 e Unico). I contribuenti che sceglieranno di rivolgersi a un intermediario non subiranno però direttamente il controllo: a rispondere alle Entrate sarà, infatti, chi ha rilasciato il visto di conformità. E, proprio sui centri di assistenza fiscale, il garante della Privacy ha annunciato l’avvio di un piano ispettivo per verificare il rispetto del trattamento dei dati e le misure adottate in caso di violazioni delle proprie banche dati.
Come richiedere il Pin – Il primo passo è accedere al modello precompilato è rivolgere agli uffici territoriali delle Entrate o telefonare al numero 848.800.444, utilizzare l’app delle Entrate, utilizzare lo Spid (il nuovo sistema pubblico di identità digitale che permette di accedere con credenziali uniche attraverso tutti i servizi online delle pubbliche amministrazioni) o registrarsi al servizio Fisconline dove si otterrà la prima parte del Pin (4 cifre) e, dopo due settimane, si riceverà a casa una lettera contenente le ultime 6 cifre e la password di accesso. Per i possessori di smartcardCns basta, invece, inserire la carta nel lettore e il sistema fornisce immediatamente al contribuente il Pin e la password di accesso a Fisconline.
Cosa c’è nella dichiarazione precompilata – Rispetto al 2015, quando partì la più grande rivoluzione fiscale, tra falle e diverse problematiche che, tuttavia, non hanno affatto semplificato la vita degli italiani coinvolti (ad esempio i Pin da richiedere e i dati caricati sbagliati che hanno costretto i contribuenti a modificare l’85% dei modelli precompilati non prevedendo una seria di deduzione e detrazioni), quest’anno la dichiarazione è più completa e dovrebbe far aumentare il numero di quanti la utilizzeranno.
In particolare, l’Agenzia delle Entrate, oltre ad inserire i dati presenti nell’Anagrafe tributaria (i redditi da lavoro e da pensione, i parenti a carico, gli immobili, i terreni posseduti, ma anche i contributi per le colf e le detrazioni per le ristrutturazioni) e le informazioni trasmesse da banche, assicurazioni (conti correnti, mutui, polizze vite e infortuni) ed enti previdenziali, ha caricato anche i dati della previdenza complementare, le spese mediche, i rimborsi delle spese sanitarie, le spese funebri e universitarie e quelle per le ristrutturazioni e il recupero energetico.
Numeri alla mano, le sole spese sanitarie ammontano a 520 milioni di informazioni: 400 milioni recuperate dal Sistema Sanitario Nazionale, per un valore di 1,5 miliardi di euro, e 120 milioni dalla tessera sanitaria (valgono 13 miliardi di euro). In soldoni si tratta di 2,7 milioni di euro di detrazioni dall’Irpef dovuta (pari al 19% del totale). Tuttavia, anche quest’anno resteranno esclusi i farmaci da banco privi della prescrizione medica. La notizia era stata data lo scorso gennaio dal direttore delle Entrate, Rossella Orlandi, spiegando che “le farmacie e alcune associazioni di categoria, nonostante la legge, equivocando sul termine non avevano conservato parte degli scontrini”. Ma se i dati di visite, analisi diagnostiche e altri medicinali sono già stati conteggiati per la detrazione del 19%, meglio verificare ricevute e scontrini che si hanno a casa non solo perché qualcuno potrebbe essere sfuggito, ma sopratutto per una questione di privacy. Il contribuente può, infatti, averne chiesto la cancellazione dalla tessera sanitaria.
Le novità – E’ possibile inviare la comunicazione dell’amministratore di condominio unitamente al modello 730 attraverso il quadro K; si può destinare il 2 per mille dell’Irpef a favore di un’associazione culturale; è passato da 6.700 a 7.500 il limite oltre il quale il reddito da lavoro dipendente dei lavoratori frontalieri concorre a formare il reddito complessivo; passa da 640 a 960 euro all’anno l’importo del bonus Irpef ai lavoratori dipendenti, e ad alcune categorie assimilate, con un reddito fino a 26mila euro; è prevista la detrazione del 19% delle spese funebri per un importo non superiore a euro 1.550 a prescindere dal rapporto di parentela; riconosciuti sconti fiscali del 19% a chi ha figli che frequentano le scuole dell’infanzia, del primo ciclo di istruzione e della scuola secondaria di secondo grado per un importo annuo non superiore a 400 euro per alunno; detrazione del 19% anche per le spese per la frequenza di corsi di istruzione universitaria presso università statali e non statali; passa da 2.065 a 30.000 euro annui l’importo massimo delle erogazioni liberali a favore delle Onlus per cui è possibile fruire della detrazione del 26%; nel nuovo modello ci saranno infine i dati dei bonus fiscali sui lavori in casa per ristrutturazione (50%) e risparmio energetico (65%) e la proroga del bonus mobili e grandi elettrodomestici di classe non inferiore alla A+, finalizzati all’arredo dell’immobile oggetto di ristrutturazione, su un ammontare complessivo non superiore a 10.000 euro.