“Gentile Signor Truffaut, la sua lettera mi ha fatto venire le lacrime agli occhi e sono molto grato di aver ricevuto un tale tributo da lei”.

Rispose così Alfred Hitchcock all’invito che il regista della Nouvelle Vague fece nel 1962 al maestro del thriller cinematografico convincendolo a raccontarsi in una intervista fiume, una conversazione a tutto campo che poi nel tempo sarebbe diventata una formidabile lezione di cinema. E difatti da questo dialogo durato otto giorni François Truffaut raccolse materiale sufficiente per scrivere il libro Il cinema secondo Hitchcock che dal momento della sua pubblicazione, quattro anni dopo, influenzò il lavoro di molti registi condizionando il cinema degli anni successivi.

Il libro affronta e analizza la vasta produzione cinematografica di Hitchcock, le sue invenzioni visive, il montaggio, il taglio delle inquadrature, la narrazione. Truffaut indagò anche nell’animo del regista inglese cercando di svelarne il sogno, l’eros e le emozioni e consegnando al mondo un ritratto che da quel momento lo impone nell’Olimpo dei grandi del cinema. Per celebrare questo libro di culto e l’incontro tra i due giganti della settima arte, il 4/5/6 aprile esce nelle sale italiane , distribuito da Cinema e http://www.nexodigital.it/, Hitchcock Truffaut.

Con sapienza e meticolosità Kent Jones realizza un docufilm dal ritmo incalzante, utilizzando materiale d’epoca, spezzoni di lungometraggi e brani di lettere che i due si scrissero con affetto e profonda amicizia in un periodo lungo almeno vent’anni. Lettere con le quali si scambiano consigli, pareri e suggerimenti in un serrato dialogo cinematografico di grande stima e rispetto. Una parte corposa del film è affidata ai commenti di alcuni tra i più prestigiosi registi contemporanei tra cui spiccano Martin Scorsese che sottolinea la cifra rivoluzionaria del cinema di Hitchcock, Wes Anderson “Ci riferiamo a lui da sempre” e molti altri da David Fincher a Bogdanovich e Kiyoshi Kurosawa.

Il film ci regala anche alcune registrazioni dei dialoghi tra i due registi, le loro risate e grazie anche a questo il libro, che François Truffaut amava chiamare “Hitchbook”, prende vita. Il filo conduttore sono le dieci opere di maggior successo di Hitchcock rispetto alle quali si sviluppa appunto una grande lezione di cinema con spiegazioni, segreti, approfondimenti che finiranno con l’appassionare anche gli spettatori meno attenti alle questioni tecniche. A proposito di Psyco ad esempio, il maggior successo commerciale di Hitchcock, è lui stesso ad affermare che era poco interessato sia al soggetto sia ai personaggi. Quello che voleva ottenere è fare urlare il pubblico attraverso l’insieme del montaggio, della fotografia, della colonna sonora – gli archi stridenti che ricordano grida umane nella celebre scena della doccia – per creare una emozione di massa. Il pubblico infatti viene coinvolto e sconvolto dal cinema allo stato puro. Insomma operazione riuscita perfettamente.

Per chi ha amato e già conosce il libro, dunque, è una ghiotta occasione per rafforzare alcuni concetti. Per tutti gli altri una imperdibile opportunità di compiere un viaggio nella mente di un uomo che ha scritto una della pagine più importanti della storia del cinema.

 

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