L’Italia maglia nera in Europa per la meritocrazia. Il trend sembrerebbe confermato dal caso che riguarda la nomina del ‘numero due’ dell’Avvocatura dello Stato, oggetto di un’interrogazione parlamentare presentata alla Camera dalla deputata del Gruppo misto Renata Bueno. L’organo legale dello Stato, che ha competenze di difesa delle amministrazioni pubbliche in tutte le sedi, civili, penali, amministrative, comunitarie e internazionali, secondo la Bueno, avrebbe messo in secondo piano i criteri meritocratici per la selezione dell’avvocato generale aggiunto, compiendo palesi “omissioni istruttorie”. A quanto scrive la deputata “la proposta dell’avvocato generale, Massimo Massella Ducci Teri, arrivata sul tavolo del Presidente del Consiglio (come prevede l’iter), riguarderebbe un avvocato dello Stato che di fatto, da anni, non esercita le funzioni perché fuori ruolo, con limitata esperienza professionale nell’Avvocatura dello Stato e nessuna esperienza nella direzione delle sue articolazioni”. Per di più “in una posizione di ruolo inferiore rispetto ad altri colleghi che vantano maggiori titoli professionali e competenze organizzative”.
Anche le regole procedurali, che prescrivono la maggioranza qualificata in seno al Consiglio degli avvocati e procuratori dello Stato (organo interno dell’Avvocatura) su tutte le candidature presentate, sostiene la stessa onorevole, sarebbero state bypassate. Nell’interrogazione parlamentare si dice infatti che il “parere è stato reso a maggioranza semplice e solo sulla persona prescelta dall’avvocato generale, senza la presenza di una componente essenziale del Consiglio prevista per legge, cioè due vice avvocati generali che attualmente non esistono nell’organico dell’Avvocatura”.
L’interrogazione è rivolta al Presidente del Consiglio. A lui, una volta ricevuta la proposta da parte dell’avvocato generale, spetta infatti il compito di emanare la delibera di nomina del ‘vicario’ da trasmettere al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. “Con questo atto parlamentare – dice Renata Bueno – vogliamo sapere dal Presidente del Consiglio cosa intende fare. Vuole nominare a capo del più importante ufficio legale del Paese chi le vince le cause o chi non ne segue una da anni? Chi rappresenta al meglio diritti e interessi della pubblica amministrazione, quindi dei cittadini, o chi risponde ad altre logiche?”.
“Dal suo insediamento – aggiunge la parlamentare – Renzi va promettendo trasparenza e merito nei pubblici uffici. Da parte sua sarebbe veramente difficile giustificare la nomina ai vertici dell’Avvocatura dello Stato di chi non ha i requisiti richiesti. La legge è chiara: la nomina spetta all’avvocato in servizio che, unitamente all’anzianità di ruolo, abbia un altissimo profilo professionale per l’esperienza maturata dinanzi alle giurisdizioni nazionali e internazionali, dinanzi alla Corte Costituzionale e alle altre Corti superiori, e per i risultati raggiunti nella sua attività di avvocato”. Il presidente del Consiglio – conclude la deputata del Gruppo Misto – “si prenda la briga di farla rispettare la legge e richieda una nuova e più approfondita istruttoria all’avvocato generale. Sarebbe un segnale concreto di palazzo Chigi in difesa del merito nella pubblica amministrazione. Il resto sono chiacchiere”.
Queste le critiche. Ma all’Avvocatura dello Stato cosa hanno da dire sui rilievi della Bueno? Ilfattoquotidiano.it ha provato a contattare i vertici. Ma, almeno per il momento, preferiscono non commentare.