Elezioni regionali 2015 in Campania: decine di indagati e imputati “impresentabili” in corsa, qualcuno è stato eletto, qualcuno poteva essere condannato e così è stato. Arriva al pettine uno dei nodi della campagna elettorale del governatore democratico Vincenzo De Luca. Il Tribunale di Avellino presieduto da Marcello Rescigno ha inflitto sei anni (di cui tre indultati) e la sospensione dai pubblici uffici per cinque anni al consigliere regionale Carlo Iannace, chirurgo, direttore della Breast Unit dell’ospedale Moscati di Avellino. Un mese fa, confermano fonti del partito a ilfattoquotidiano.it, aveva fatto in tempo ad iscriversi al Pd di Mercogliano, anche se il Pd ha poi precisato chela sua richiesta è ancora “sub judice”.

Iannace era stato eletto con circa 8000 preferenze nella circoscrizione di Avellino nella lista “De Luca Presidente” alleata al Pd. Candidato nonostante il rinvio a giudizio in un processo che lo vedeva imputato di peculato, truffa (derubricata in tentata truffa) e falso, con l’accusa di aver gestito il reparto di chirurgia come una clinica privata, dove gli interventi per la riduzione estetica del seno venivano fatti passare per operazioni su neoplasie. Accolta quasi integralmente la richiesta della Procura guidata da Rosario Cantelmo, che aveva sollecitato una condanna a otto anni al termine di una requisitoria celebrata il 15 maggio scorso, due settimane prima delle elezioni.

Il Tribunale ha disposto la trasmissione del dispositivo di sentenza alla Prefettura di Napoli per le procedure connesse all’applicazione della Legge Severino. Il peculato infatti è uno dei reati che prevede la sospensione dalle cariche elettive. Al posto di Iannace, segretario della commissione Cultura e membro delle commissioni Sanità e Anticamorra, potrebbe subentrare in consiglio regionale Francesco Todisco, un giovane dirigente della sinistra dem di Avellino che non trovò posto nella lista ufficiale Pd per turbolente politiche interne, e dovette ripiegare sulla lista civica di De Luca. Condannato a sei anni anche l’ex primario di chirurgia generale del Moscati, Francesco Caracciolo. Prescrizioni e assoluzioni nel merito per gli altri nove imputati, tra medici e infermieri.

L’indagine condotta dalla Guardia di Finanza nacque nel 2006 in seguito alla denuncia di un aiuto primario, oggi in pensione, che segnalò gli abusi e le irregolarità all’interno del reparto. Operazioni estetiche fatte passare per interventi su patologie tumorali al seno, liste di attesa manipolate e personale paramedico utilizzato per scopi privati. Oltre 20mila le cartelle cliniche analizzate dagli inquirenti che hanno riscontrato attraverso le testimonianze di pazienti l’esecuzione a spese del servizio sanitario nazionale di molti interventi chirurgici privi dei requisiti. Le indagini hanno quantificato in circa 200 i casi clinici manipolati. Nel 2011 scattarono le misure cautelari. Iannace fu sottoposto per un periodo ai domiciliari e al divieto di dimora. All’epoca era sindaco di San Leucio del Sannio.

Qualche cifra. Per rifare un seno ad Avellino occorrevano tra i 10 e i 12mila euro, ottomila dei quali solo per l’acquisto delle protesi. Al chirurgo andavano circa 3500 euro. Alle pazienti che si rivolgevano al reparto di chirurgia del Moscati l’intervento, non previsto nel tariffario del servizio sanitario nazionale, non costava nulla. Purché dimostrassero che l’intervento di mastoplastica era dovuto all’asportazione di tumori. E per documentare false patologie decine di pazienti ricoverate nella struttura pubblica tra il 2006 e il 2011 avrebbero trovato la compiacenza di medici, dirigenti e paramedici. Esami clinici contraffatti, documentazione falsificata per interventi reali a completo carico della sanità pubblica. Nel solo 2006 sono stati eseguiti 1200 interventi di chirurgia plastica, al seno, ai glutei e alle cosce per correggere difetti che le pazienti trovavano insopportabili. Di questi 320 sono stati compiuti dal solo Iannace, un professionista molto stimato e amato sul territorio irpino e beneventano per il suo impegno nel volontariato medico.

Nei giorni successivi all’arresto, centinaia di pazienti si radunarono in piazza per manifestargli solidarietà e chiederne la liberazione. Una signora guarita da Iannace, Sandra D’Ambrosio, si è candidata in “De Luca Presidente” per sostenerlo in campagna elettorale. Tra il 2009 e il 2015 anni il chirurgo poi diventato consigliere regionale ha girato i 119 comuni della provincia avellinese dedicando 189 giorni di volontariato gratuito alle visite preventive di 17.034 persone, grazie alle quali ha diagnosticato 411 tumori. Il Comune di Mercogliano lo ha premiato con la cittadinanza onoraria. Il sindaco Massimiliano Carullo accompagnò l’onorificenza con questo discorso: “Lo ringrazio per aver con spirito di servizio aiutato a migliorare la qualità della vita di tanti concittadini, ridando loro vita, speranza e gioia”.

Iannace ha commentato così la sentenza: “Il processo è solo alle fasi iniziali. Certo, ho la conferma e la sensazione che ci sia una regia, cosa che ho verificato in questi anni, che va al di là di ogni ragionevole valutazione. Intanto aspettiamo le motivazioni e poi verifichiamo il da farsi – afferma in una nota – sono e resto fiducioso nella giustizia, d’altronde non so ancora oggi, cosa ho fatto?”.

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