“Un ritorno all’era Alemanno, a un sistema inefficace e fallimentare sul fronte della sicurezza e del controllo a discapito dell’integrazione sociale. Così gli operatori sociali si trasformano in vigilantes dei campi rom”. La denuncia è delle associazioni del terzo settore come Social pride, Coop. Ermes e CNCA (Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza) che contestano “il bando vergogna” del commissario Tronca sulla gestione dei  campi rom a Roma: 5 milioni di euro per manutenzione e servizio di vigilanza fino al dicembre del 2017. Per protesta le organizzazioni che da anni si occupano dei campi non parteciperanno alla gara e chiedono al commissario di ritirare il bando. “Noi ci occupiamo di persone. Si sprecano risorse in vigilanza, senza pensare alla scolarizzazione, alle borse lavoro, all’abitare, e non si rispettano le direttive Ue. Non si punta nemmeno all’obiettivo finale: dare la possibilità di lasciare i campi e un giorno magari smantellarli”, spiega Carlo De Angelis, presidente di CNCA. “E’ vero, è un tema che non appassiona finché non succede qualcosa. Poi – afferma Stefano Fassina, candidato sindaco di Roma per Sinistra Italiana – quando scoppia il caso sarà risolto in modo emergenziale. Invece serve un approccio sistemico. Così buttiamo via risorse pubbliche. Sono stato al villaggio di Salone – prosegue – dove è venuto meno il servizio di integrazione scolastica. Il risultato è stato che la mattina i bambini erano al campo e non tra i banchi”. “Serve una visione di lungo periodo, le risorse se ben spese – conclude De Angelis – potrebbero portare alla chiusura dei campi rom. Così Renzi e Tronca mantengono lo status quo”

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