Si sa che dove nascono i palinsesti televisivi, si dà grande rilievo al cosiddetto “effetto traino”, vale a dire al succedersi dei programmi in modo che quelli più deboli possano guadagnare spettatori sfruttando la scia dell’attesa per i più forti che seguono nell’orario. Ad esempio, se in prima serata è prevista una prima visione del “Commissario Montalbano“, si può stare certi che molti spettatori, per essere sicuri di non perdersene l’inizio, tengano la tv accesa su Rai 1 già da prima, qualunque cosa stia trasmettendo. A volte poi l’effetto traino si confonde con l’effetto spinta, come ad esempio nel rapporto fra i Tg delle 20 e i quizzoni che li precedono.
Fra traini e spinte non c’è comunque dubbio che la fascia oraria che contiene i telegiornali delle otto di sera, i pacchi di Affari Tuoi, i programmi “dalla parte del cittadino” (Striscia la Notizia e Del Debbio), il micro talk show di La7-Gruber, nonché “Un posto al sole” e le sue storie di povera gente, sia fra le più contese e decisive perché più di ogni altra zona del palinsesto (tranne forse l’alto pomeriggio del riposo della casalinga) si fa seguire dagli spettatori in funzione della identità dei canali anziché per il richiamo di un film, di un talent, di un varietà, di una serie televisiva. In altri termini, a quell’ora, quando le offerte di prima serata devono ancora sgranarsi, il pubblico opera quasi una scelta di appartenenza, fra Striscia e i pacchi, fra Del Debbio e Gruber, in uno slalom che, a seconda dei gusti punta a lasciare da parte solo l’insopportabile (per chi Salvini, per chi Scanzi, eccetera).
A tutt’oggi Rai e Mediaset rastrellano in questa fascia, tra canaloni e canalini, il 72% degli spettatori, che sono tanti, anche se molti meno che nel 2010, quando lo sparpagliamento indotto dal moltiplicarsi delle reti terrestri era appena agli inizi e i due del Duopolio arrivavano all’82% dell’intera platea. Quel che Rai e Mediaset hanno perso da allora (-2,5% la Rari, –7,5% Mediaset) se n’è andato essenzialmente in due direzioni: La7, dove al di là degli alti e bassi, si è creata attorno alla sequenza Mentana-Gruber, un solido punto di tenuta d’ascolto; Discovery che ha aperto con successo una bottega di canali per settori di pubblico giovanissimo. Converrà tenere d’occhio questo crocevia del palinsesto, dove Rai finora si conferma, La7 regge, Mediaset soffre, a causa di una concorrenza che punta tutta nel suo campo. È in quella zona, molto più che nelle vicende dei programmoni di serata, che si definisce il “calibro” delle imprese televisive, più o meno in versione multimediale. Tanto che non ci meraviglieremmo che ne stessero parlando proprio ora nelle stanze dove (si dice, si mormora) vanno ragionando dei nuovi assetti e delle nuove alleanze per il Biscione che vede crollare pezzi della vecchia tana duopolistica e deve di corsa strisciare in una nuova.