Le iscrizioni per il concorso a cattedra 2016, quello che darà il posto fisso a 63.712 nuovi docenti, si sono appena chiuse. I docenti abilitati all’insegnamento, i soli ai quali, secondo l’Art. 1 comma 110 della legge 107/2015 (la celebre “Buona scuola”), è aperto il nuovo concorso a cattedra, stanno però montando su tutte le furie. Decine di migliaia sono infatti i ricorrenti sprovvisti di abilitazione che, in seguito ai primi esiti positivi dati dal Tar del Lazio ai non abilitati, verranno con ogni buona probabilità ammessi con riserva, alle procedure concorsuali.
Lungi dal volersi schierare contro i propri colleghi ricorrenti, i docenti abilitati a questo punto si pongono una legittima domanda: per quale motivo, esattamente, ci si è dovuti abilitare se il senso della stessa abilitazione era quello di poter poi accedere, in esclusiva, al famoso concorso a cattedra? Più che arrabbiati, tra le varie tipologie di abilitati, sono poi quelli che hanno conseguito l’abilitazione stessa tramite il Tfa (Tirocinio Formativo Attivo), percorso per accedere al quale hanno già dovuto sostenere un vero e proprio concorso, addirittura più impegnativo del concorso a cattedra in quanto comprensivo di una prova in più (la preselettiva). Soldi (un minimo di 2.500 € di tasse d’iscrizione), tempo, risorse di ogni tipo impiegate per conseguire un’abilitazione che, di fatto, ora viene squalificata, annullata, dalle sentenze emesse dal Tar a favore dei ricorrenti privi di abilitazione.
Il Miur, nel frattempo, si è appena espresso nel merito sulla sua pagina Facebook con le parole del ministro Giannini: “Stiamo lavorando per garantire (…) che tutto si svolga nel migliore dei modi e secondo quanto previsto dalla legge che è chiara e inequivoca: il bando è riservato ai soli abilitati”. Come se non bastasse il Ministro Giannini aggiunge: “Si tratta al momento di alcuni decreti di carattere cautelare (…) e rimandano a successive decisioni collegiali del Tar (…) Qualora fosse necessario ci opporremo nelle sedi opportune”.
SCUOLA: GIANNINI, RICORSI? SEGUIAMO, MA SU CONCORSO LAVORIAMO TRANQUILLI Roma, 31 mar. (AdnKronos) – “Il…
Pubblicato da MIUR Social su Giovedì 31 marzo 2016
Nel frattempo però i tweet degli abilitati viaggiano ad altissima velocità. Tutti chiedono a gran voce che gli abilitati vengano a questo punto immessi direttamente in ruolo, in quanto provvisti di un titolo che, a conti fatti, non risulta più indispensabile per la partecipazione al concorso a cattedra. Gli stessi si sentono, a pieno titolo, truffati dallo Stato, e la protesta li sta portando in queste ore a ipotizzare la possibilità di un risarcimento vero e proprio da chiedere al Ministero di competenza, il Miur, qualora le misure cautelari del Tar dovessero trovare buon esito il 7 e 21 aprile prossimi, dando di fatto pieno titolo di partecipazione al concorso ai non abilitati. A dir poco imbarazzanti le risposte che giungono, in via del tutto informale, dagli stessi politici di maggioranza sulle loro bacheche Facebook: “Vedremo come finirà. Personalmente mi auguro finisca diversamente da così”, risponde sulla sua bacheca Anna Ascani del Pd a chi tra gli abilitati chiede spiegazioni: risposte che sembrano provenire più da semplici osservatori e opinionisti che dai veri e propri legislatori.
A questo macro problema va ad aggiungersene un altro, relativo in questo caso ai soli concorrenti per le discipline musicali, i quali, paradossale ma vero, rischiano di ritrovarsi in commissione giudicatrice i loro diretti concorrenti per l’assegnazione delle cattedre nei Licei musicali. Con l’Art. 5 comma 3 dell’allegato al bando di concorso per i requisiti dei componenti delle commissioni giudicatrici, il Miur da infatti la possibilità a chiunque abbia insegnato per almeno due anni in un Liceo Musicale di andare a comporre le commissioni giudicatrici del concorso a cattedra. Il problema sorge infatti in quanto gli stessi docenti che hanno finora insegnato nei Licei musicali lo hanno fatto, in moltissimi casi, in virtù di mere utilizzazioni, tali cioè fino alla messa a bando delle stesse cattedre che, solo temporaneamente, quei docenti hanno ricoperto. Un conflitto d’interessi del quale il Miur dovrebbe dare spiegazione, piuttosto che avviare contrattazioni coi docenti utilizzati atte a garantir loro la permanenza nei Licei musicali, i cui posti, le cui cattedre, lo stesso Miur ha voluto mettere a bando.
Intanto gli abilitati in discipline musicali stanno attendendo che le commissioni giudicatrici vengano rese pubbliche per andare a controllare i nomi dei loro componenti e assicurarsi così che non si delineino profili d’illegittimità: non è possibile infatti attendersi di essere giudicati correttamente, in modo obiettivo, dai primi interessati a mantenere la stessa cattedra per la quale il candidato di turno intende superare il concorso.