Il presidente del Consiglio liquida il caso del ministro dello Sviluppo e difende la Boschi: "E' normale che ci fosse la sua firma su quel testo, succede su ogni provvedimento del governo". E ricorda: "Quando ci fu il caso Cancellieri chiedemmo che lasciasse e non lo fece. Ora invece succede". Il ministro: "Lo rifirmerei domattina"
L’ex ministro Federica Guidi ha fatto una telefonata “inopportuna”, ma ora “l’Italia è cambiata”, prima “non ci si dimetteva, ora ci si dimette“. Le parole del presidente del Consiglio Matteo Renzi escono dai retroscena e diventano ufficiali. Bene le dimissioni della responsabile dello Sviluppo Economico, ma la differenza con il passato è che “con noi le cose cambiano, chi sbaglia è giusto che vada a casa. La musica è cambiata, è un fatto di serietà riconoscerlo”. Se sul caso Guidi appare severo, il capo del governo difende il progetto di Tempa Rossa finito nella telefonata tra il ministro e il compagno Gianluca Gemelli. “Il progetto di cui stiamo parlando dà posti di lavoro, è una cosa sacrosanta da fare, aver consentito a delle persone di venire in Italia e fare degli investimenti è una cosa sacrosanta, io lavoro perché si creino posti di lavoro”, un progetto che “io stesso avevo annunciato mesi prima”.
Quanto a Maria Elena Boschi, la sua firma sull’emendamento “dello scandalo” è un “atto dovuto”, spiega Renzi, perché “l’emendamento è favorevole a un progetto del governo che avevo io stesso annunciato, è naturale che il ministro dei rapporti con il Parlamento firmi l’emendamento del governo”. Come spiega in modo più tecnico la stessa Boschi, d’altra parte, “il ministro per i rapporti con il Parlamento, cioè io, da regolamento deve autorizzare tutti gli emendamenti del governo. Tampa Rossa è un progetto strategico per il paese che prevede molti occupati nel Mezzogiorno e lo rifirmerei domattina“. Quella proposta di modifica era necessaria perché si realizzasse il combinato disposto che ha dato il via a un meccanismo “tagliacontrolli”, perché fa fuori le verifiche di Comuni e Regioni sulle attività industriali.
Dal punto di vista della squadra di governo, Renzi dice che terrà per il momento l’interim dello Sviluppo Economico. “Aspettiamo che Renzi torni dagli Usa – assicura dall’Italia il vicesegretario del Pd Lorenzo Guerini – ma ci saranno tempi rapidi”. Quello che è certo è che il capo del governo non è preoccupato per le mozioni di sfiducia. “Andremo in Parlamento e ne discuteremo. Le mozioni di sfiducia delle opposizioni ormai sono settimanali o quindicinali”. Per giunta le opposizioni vanno in ordine sparso.
Il caso è tale, tuttavia, che il presidente del Consiglio è costretto a dedicare parte del suo intervento alla stampa, durante il suo terzo giorno negli Stati Uniti, a Washington, alla vicenda lucana. E lo fa per tracciare un orientamento politico del governo che guida e della classe dirigente che rappresenta. “L’Italia non è più quella di una volta: se prima per telefonate inopportune non ci si dimetteva, ora ci si dimette. Abbiamo sempre detto che di fronte agli italiani noi siamo un governo diverso dal passato. Guidi non ha commesso nessun tipo di reato o illecito, ma ha fatto una telefonata che ha giudicato inopportuna ed effettivamente lo era. Chiedemmo le dimissioni del ministro Cancellieri per una telefonata e non arrivarono”. Il caso a cui fa riferimento il presidente del Consiglio è noto: la telefonata che l’allora ministro guardasigilli fece durante l’estate 2013 alla compagna di Salvatore Ligresti che era stato arrestato quello stesso giorno insieme alle figlie Jonella e Giulia. “Non è giusto, non è giusto” disse la Cancellieri.