I servizi segreti dell’Egitto seguivano Giulio Regeni. Lo dice un dossier che una “delegazione della sicurezza” del Cairo è pronta a consegnare al procuratore capo di Roma Giuseppe Pignatone. A riferirlo è un giornale egiziano, Al-Akhbar, uno dei principali quotidiani del Paese. Secondo Al-Akhbar, il rapporto preparato dal governo è “esaustivo” e all’interno si trovano anche i risultati di indagini compiute da apparati egiziani sui numerosi incontri dal giovane ricercatore friulano con ambulanti e sindacalisti al Cairo. Il dossier, precisa il giornale, comprende “molti documenti e informazioni importanti” tra cui “foto” e “tutte le indagini su Regeni dal suo arrivo al Cairo fino alla sua scomparsa”, ovvero “gli innumerevoli rapporti, i segreti dei suoi incontri con i lavoratori e i responsabili di alcuni sindacati sui quali conduceva ricerche e studi”.
Nell’incartamento, dice il quotidiano, ci sono “informazioni complete su Giulio da quando è arrivato al Cairo fino al momento della sua scomparsa e del ritrovamento del suo cadavere, sui suoi numerosi rapporti e sui suoi incontri con gli operai e i responsabili di alcuni sindacati, sui quali stava compiendo ricerche”.
Nel dossier su Regeni ci sono “anche le deposizioni dettagliate dei suoi amici sugli spostamenti durante i suoi ultimi giorni al Cairo” e quelle “dei vicini dell’appartamento in cui viveva” nella capitale egiziana. Il giornale scrive che nel rapporto del ministero dell’Interno del Cairo ci sono anche “informazioni importanti” sulla banda di criminali uccisi al Cairo e che avevano rapinato “l’italiano David qualche mese fa”. La delegazione egiziana inoltre consegnerà “gli effetti” personali di Regeni, tra cui il passaporto, trovati nell’abitazione della sorella del capobanda, preannunciano le fonti del giornale, senza fornire nuovi elementi su chi ne sarebbe stato in possesso prima del fratello della donna.
“Non voglio commentare questa ennesima notizia, non è pensabile che ogni giorno ci siamo nuovi elementi, tutti implausibili e inattendibili, almeno fino a prova contraria” dice il senatore Pd Luigi Manconi, presidente del Comitato per i Diritti Umani. “Si tratta di una materia sfuggente e labile, così poco corroborata – aggiunge – Non voglio sposare nessuna tesi. La sola cosa davvero importante è che alla magistratura italiana sia consegnato tutto, incondizionatamente, il materiale investigativo raccolto. Ovvero tabulati, intercettazioni, riprese video, interrogatori e perizie, non frammenti provenienti da varie fonti che io non sono in grado di verificare né, ovviamente, devo farlo”. “Non voglio entrare nel merito dell’indagine – conclude Manconi – e rimango a disposizione dei genitori per la dimensione pubblico-istituzionale della vicenda”.
Intanto emerge che gli inquirenti italiani chiederanno ai colleghi egiziani di acquisire i tabulati telefonici e il traffico di celle di una decina di persone tra cui amici e conoscenti di Regeni. L’obiettivo è ricostruire gli spostamenti compiuti dal ricercatore italiano nei giorni precedenti alla scomparsa. Investigatori di Roma e del Cairo si incontreranno il 5 aprile. Oggi in Procura si è tenuto un vertice tra il pm Sergio Colaiocco, titolare del fascicolo, e il team di investigatori (Ros e Sco) rientrati dall’Egitto nei giorni scorsi.