Il caso a Francavilla di Sicilia. Secondo la Guardia di Finanza, l'uomo falsificava i registri cimiteriali e ampliava illegalmente i loculi. Le accuse sono di corruzione, violazione di sepolcro, vilipendio e sottrazione di cadavere. Coinvolte anche altre 17 persone
Spostava i defunti da un loculo all’altro e alcuni venivano lasciati nelle tombe in delle buste di plastica in cambio di mazzette da 3.500 a 5mila euro; in altri casi ampliava illegalmente loculi e tombe senza autorizzazioni. E per coprire queste azioni illegali falsificava i registri cimiteriali e i verbali di estumulazione e tumulazione. Sono queste le accuse della Guardia di Finanza contro Tindaro Scirto, l’ex custode del cimitero di Francavilla di Sicilia (Messina) ora ai domiciliari. Nell’inchiesta sono coinvolte altre 17 persone, tutte denunciate tra cui alcuni funzionari comunali, un medico dell’Asp di Messina, operai edili ma anche i parenti di alcuni defunti.
I reati contestati ai vari soggetti indagati sono corruzione, istigazione alla corruzione, abuso d’ufficio, violazione di sepolcro, vilipendio e sottrazione di cadavere, ricettazione, falso ideologico nonché esecuzione di lavori su area sottoposta a vincolo architettonico in difetto di autorizzazioni. Secondo il sostituto procuratore di Messina, Antonio Carchietti, esisteva un sistema illecito con a capo l’ex custode. L’uomo sfruttava la conoscenza del cimitero e dei suoi frequentatori e organizzava gli spostamenti di cadaveri in quelle tombe che difficilmente sarebbero state reclamate da eventuali eredi.