Finora sono stati recuperati 42 corpi, ma potrebbero essere molti di più quelli che si trovano all’interno della fossa comune scoperta dalle milizie fedeli al regime di Bashar al-Assad a Palmira, la città storica che il regime ha liberato dal sedicente Stato islamico (Is) la scorsa settimana. I cadaveri sono stati ritrovati nel quartiere Masakin al-Jahizia, nella parte settentrionale della città, e molti sono di donne e bambini. Alcuni sono stati decapitati e mostrano evidenti segni di tortura. L’agenzia di stato siriana Sana ipotizza che le vittime siano state uccise durante un massacro commesso dall’Isis a maggio 2015, nel quale morirono oltre 400 persone. Palmira si trova nella provincia centrale di Homs ed è stata ripresa dalle autorità di Damasco domenica scorsa dopo combattimenti contro l’Isis che la controllava dal 20 maggio.
L’autoproclamato Stato Islamico mantiene ancora il controllo sulla roccaforte jihadista di Mosul, in Iraq. Qui, secondo il sito Internet curdo-iracheno Rudaw, che cita fonti militari irachene, è stato ucciso il presunto capo degli esperti di missili dell’Isis Abdel Aziz Hasan. Meglio noto come Jasim Khadija, è stato colpito nel distretto di Ghyarah in un raid aereo della Coalizione anti-Isis guidata dagli Usa. Non è chiaro quando il presunto jihadista sia stato ucciso né è possibile verificare sul terreno le informazioni riportate da Rudaw.