La maggior parte dei carcerati lascerà i luoghi di detenzione alla fine di luglio, tra di loro ce ne sono 21 che avrebbero dovuto scontare l'ergastolo. "Credo che l'America sia la nazione delle seconde possibilità". Si tratta dell'ultimo atto dell'amministrazione per rimodellare il sistema della giustizia definito dalla Casa Bianca "eccessivamente duro"
Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha commutato le sentenze di 61 detenuti federali, condannati per detenzione e spaccio di droga. La maggior parte dei prigionieri lascerà il carcere alla fine di luglio, mentre altri saranno liberi a partire da marzo 2017. Tra i detenuti che verranno fatti uscire di prigione ce ne sono 21 che avrebbero dovuto scontare l’ergastolo. Si tratta dell’ultimo atto dell’amministrazione Obama per rimodellare il sistema della giustizia che il presidente degli Stati Uniti ha spesso definito “eccessivamente duro”, “ingiusto verso le minoranze” e “obsoleto”. Durante i suoi due mandati, il presidente si è impegnato a modificare le leggi di condanna per reati non violenti legati alla droga. In totale, Obama ha commutato le sentenze di 248 detenuti, di cui 92 condannati all’ergastolo: più del totale delle sentenze commutate dagli ultimi sei presidenti messi insieme, dicono fonti governative. Allo stesso tempo, però, ha concesso la grazia a 70 persone, il numero più basso dal 1880, quando era presidente James A. Garfield.
Dopo l’annuncio, Obama ha incontrato alcuni detenuti federali le cui sentenze erano state precedentemente commutate. In un video postato sulla sua pagina Facebook, Obama ha invitato il gruppo a pranzo per discutere di come sono stati reinseriti nella società. “Credo che l’America sia la nazione delle seconde possibilità – spiega Obama sulla sua pagina Facebook – e con il duro lavoro, la responsabilità e le scelte migliori, le persone possono cambiare le loro vite e contribuire alla nostra società . Molti di loro sono criminali di basso livello – sottolinea il presidente – le cui condanne avrebbero dovuto essere più brevi se fossero stati processati in base alle leggi odierne“. Obama si riferisce alle leggi introdotte durante la “guerra alla droga” degli anni ’90. Leggi, secondo il presidente, molto più severe di quelle attuali con cui sono state condannate migliaia di persone di origine afroamericana e ispanica, per lo più giovani. Oltre a intervenire direttamente come Capo di Stato, Obama ha detto il 30 marzo che spera di raggiungere un accordo con i Repubblicani per riformare le leggi di condanna. Secondo fonti della Casa Bianca, entro la fine del mandato, il presidente concederà ancora grazie e commuterà sentenze legate a reati non violenti.
Hillary Clinton, candidata alle primarie democratiche, è sulla stessa linea del presidente degli Stati Uniti. Sul suo sito web ha pubblicato i nove punti della sua riforma della giustizia che vuole attuare in caso di vittoria alle prossime elezioni presidenziali. Il punto sei riguarda proprio le decisioni che ha preso Obama sul tema giustizia, in particolare sulle condanne per reati non violenti legati alla droga. Anche Bernie Sanders, il candidato “socialista” del campo democratico, è d’accordo sul tema. Sul suo sito web, alla voce “Racial Justice“, parla della “fallimentare guerra alla droga” e di come “milioni di vite sono state distrutte perché persone sono in carcere per crimini non violenti”. Sulla homepage del sito di Donald Trump, candidato alle primarie repubblicane che fino ad ora ha vinto nel maggior numero di Stati al voto, invece, non c’è traccia della riforma della giustizia. Cliccando su “Positions” troviamo le proposte di riforma per il sistema sanitario, per il commercio Usa-Cina, per le tasse, per il possesso di armi (secondo emendamento), per i veterani di guerra e per l’immigrazione.