“Qui estraggono petrolio. Ci sono almeno 2 o 3 allarmi a settimana e i lavoratori devono uscire fuori quando suona l’allarme”. Questo quanto dichiara un operaio che lavora per un’azienda in appalto nel settore della sicurezza sul lavoro fuori dal Centro Oli in Val d’Agri a Viggiano (Potenza), stabilimento al centro dell’indagine dei carabinieri del Noe per il quale la Procura potentina parla di “enormi benefici” per l’Eni e non esclude l’ipotesi di reato ambientale (leggi l’articolo). “L’allarme scatta per l’h2s, idrogeno solforato, uno dei gas più pericolosi che ci sono – continua a raccontare sotto anonimato l’operaio -. E quando parte la sirena, deve intervenire una squadra speciale con sensori e maschere protettive”. L’intervista estratta fa parte di un documentario inchiesta sulla questione delle trivellazioni da poco pubblicato e dal titolo ‘Quale Petrolio? – Effetti e costi delle trivellazioni in Italia’ regia di Andrea Legni

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Petrolio in Basilicata, 850mila tonnellate di sostanze pericolose nei pozzi. “Eni beneficiaria dell’ingiusto risparmio”

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