Aveva 84 anni. Da giocatore del Milan alzò la prima Coppa dei Campioni di una squadra italiana con la fascia di capitano al braccio. Dopo essere stato vice di Bearzot nel trionfale mondiale del '82, diventò capo allenatore dell'Italia. Ma il sogno di riportare gli azzurri sul tetto del mondo nel 1998 si infranse contro la traversa colpita da Di Biagio ai rigori con la Francia nei quarti di finale
Gli appassionati di calcio ricorderanno Cesare Maldini per la storiche pagine scritte con il Milan e con la nazionale. Tutti gli altri per la sua imitazione interpretata da Teo Teocoli a Quelli che il Calcio. L’ex calciatore, allenatore e padre dell’altro storico rossonero Paolo si è spento questa notte a Milano all’età di 84 anni. Triestino di nascita, esordì in serie A a vent’anni con la maglia della sua città per poi passare al Milan nel 1954; con la maglia rossonera gioco per dodici stagioni.
I tifosi milanisti più anziani lo ricordano soprattutto per la prima Coppa dei Campioni di una squadra italiana alzata al cielo nel 1963 a Wembley, con la fascia di capitano al braccio e dopo aver battuto il Benfica di Eusebio. Una squadra, quella portoghese, paragonabile alla Barcellona di Messi di questi anni. Da giocatore vestì 14 volte la maglia della nazionale e chiuse la carriera nel Torino nel 1967.
Pochi anni dopo, a soli 40 anni, inizio la carriera da allenato
re piena di trionfi quanto quella da calciatore. Come vice di Nereo Rocco vinse la Coppa delle Coppe e la Coppa Italia nel 1973. Dopo aver allenato Foggia, Ternana e Parma, fu il vice di Enzo Bearzot in nazionale per 6 anni, compreso al mondiale ’82 vinto dagli azzurri in Spagna. Ma le più grandi soddisfazioni come allenatore se le tolse sulla panchina della nazionale under 21 con cui vinse tre europei di categoria (92, 94, 96) e lanciò calciatori di livello mondiale come Totti, Cannavaro, Vieri, Inzaghi, Nesta e Toldo.
Alcuni di loro furono i suoi giocatori anche con la nazionale maggiore di cui fu ct dal 1996 al 1998. Avrebbe voluto seguire le orme del suo maestro Bearzot, ma al mondiale francese del ’98 l’avventura degli azzurri finì con la traversa colpita da Di Biagio ai rigori nei quarti di finale. Tornò ancora sulla panchina del Milan per alcuni mesi nel 2001. Pochi, ma abbastanza per battere l’Inter nello storico derby del 6 a 0. Concluse infine la sua carriera come allenatore del Paraguay nel 2002, dove arrivò agli ottavi di finale del mondiale nippo-coreano.