Potrebbe essere l’ultima immagine – la peggiore – di una stagione straordinaria. Un fallo a palla lontana, seguito dalle proteste e dalle mani addosso all’arbitro. Gonzalo Higuain si è lasciato andare a un minuto di rabbia e di frustrazione per una partita ormai segnata e che rischia di segnare anche il campionato del Napoli, ora che la Juventus è in fuga con 6 punti di vantaggio a 7 giornate dalla fine.
È il minuto 76 di Udinese-Napoli, i friulani sono avanti 3-1. L’unico gol degli azzurri lo ha segnato lui, il Pipita, tanto per cambiare. Il trentesimo in Serie A da agosto ad oggi. E chissà se ci saranno altre occasioni, perché il regolamento parla chiaro. Irrati mostra il secondo giallo all’attaccante argentino che non ci sta. Si avvicina all’arbitro e arriva il contatto fisico: mani addosso e quasi testa a testa. Per calmarlo devono intervenire Mertens e Gabbiadini, ma non basta. Higuain si divincola, non vuole abbandonare il campo e alla fine tocca ad Allan e Koulibaly accompagnarlo verso gli spogliatoi.
Per una reazione così, come minimo, il capocannoniere prenderà due giornate di squalifica se la sua condotta verrà giudicata “gravemente antisportiva” e “ingiuriosa o irriguardosa” nei confronti del direttore di gara. Ma il comma B dello stesso articolo, il 18, fa tremare i polsi a Maurizio Sarri e al Napoli: “Sanzione di 8 giornate o a tempo determinato in caso di condotta violenta nei confronti degli ufficiali di gara”. Le mani addosso a Irrati rappresentano un comportamento “irriguardoso” o una “condotta violenta”? Toccherà al giudice sportivo Tosel – che si baserà sul referto di Irrati – decidere il destino di Higuain. Nel caso in cui il suo atteggiamento venisse riconosciuto come “violento”, tornerà in campo nella prossima stagione. Addio record di reti di Gunnar Nordahl (36, ne mancano quindi 6) e probabilmente addio sogno scudetto per il Napoli.
Non sono mancate le reazioni, immediate e altrettanto scomposte, di politici e giornalisti. Il candidato sindaco del centrodestra a Napoli, Gianni Lettieri, ha tirato in ballo addirittura la malavita: “È una mafia calcistica. Fanno letteralmente schifo. Massima stima a Higuain. Per il gol e per la reazione giusta a una espulsione vergognosa”, ha scritto il politico sui social salvo poi fare marcia indietro e cancella il commento.
Hanno detto la loro anche due volti della tv. Enrico Varriale, giornalista napoletano della Rai e conduttore del Processo del Lunedì, ha commentato così l’episodio: “Oggi la Juve ha vinto lo scudetto. Meritatamente. Ma la diversità di applicazione del regolamento da un arbitro all’altro resta un problema”. Il riferimento è a un episodio simile a quello di Higuain che ha coinvolto il giocatore della Juve, Leonardo Bonucci: durante il derby contro il Torino, il difensore aveva sfiorato con una testata l’arbitro Rizzoli senza essere sanzionato. Poi Varriale ha comparato le ammonizioni di Irrati nei confronti dei difensori del Napoli in occasione dei rigori concessi all’Udinese al mancato cartellino giallo per Alex Sandro, sempre nel derby, in occasione del penalty fischiato da Rizzoli in favore dei granata: “Magari un minuto lo dedichiamo pure a Irrati che sui 2 calci di rigore (giusti) ammonisce, a differenza di Rizzoli nel derby”, scrive il volto della Rai rispondendo a un utente su Twitter. Sulla stessa linea anche Maurizio Pistocchi: “Higuain ha sbagliato – e verrà pesantemente squalificato – il problema sono quelli che fanno anche peggio e non vengono neanche ammoniti”, il cinguettio sibillino del giornalista di Mediaset Premium con in allegato le tre scimmiette “omertose”: non vedo, non sento, non parlo.