L’opificio Golinelli è un’opera architettonica veramente ben fatta: sobria ma elegante; l’ideale per meeting oltre che per le attività cui è destinata cioè la formazione e la ricerca. È in questa linda cornice che si è svolto il primo incontro programmatico elettorale del sindaco Merola, che ha intrapreso il percorso “collaborare è Bologna” formalmente dedicato all’approfondimento delle realtà di quartiere, sostanzialmente l’avvio di fatto in grande stile della campagna per le comunali. C’erano radunate circa duecento persone, la sala piena per metà l’effetto della scenografia volutamente minimalista ma molto ben curata era assicurato.
La Fondazione ospitante rappresentata dal direttore Antonio Danieli. Intervento breve, neutrale, non sbilanciato dal punto di vista politico. Spot minimo sull’opificio. I due presidenti di quartiere Nicola De Filippo di Borgo Panigale e Vincenzo Naldi di Reno, hanno svolto due interventi brevi di circostanza ma i veri “padroni di casa” sono loro, poi dopo una dissertazione di Giovanni Ginocchini di Urban Center che inquadra il progetto com’è stato concepito e realizzato, il Sindaco snocciola il “piatto forte”: cinque progetti per il nuovo quartiere unificato di Borgo-Reno della prossima legislatura.
Qui cominciano a delinearsi le strategie comunicative e politiche del Merola bis: grande attenzione alla rigenerazione, al territorio, alle “ricuciture” (mi sembrava di sentire Zani quando un anno fa, usava lo stesso concetto di “manutenzione” della città, forse gli saranno fischiate le orecchie se non è troppo distante). Dieci milioni (per tutti e sei i quartieri, attenzione “collaborare” si replica il 5 Aprile a Santo Stefano, il 7 Aprile a Savena, l’11 Aprile a Navile e il 14 Aprile a San Donato, una “guerra lampo” nei quartieri) da spendere in progetti che però riguardano in gran parte opere già previste da tempo e anche in forte ritardo.
Il trasferimento della Sintexcal, fabbrica altamente inquinante, adagiata sulla riva destra del Reno, completare il parco fluviale e riqualificare il centro sportivo di Pontelungo per realizzare un luogo polifunzionale, dedicato ai giovani con particolare riguardo agli adolescenti; la riqualificazione dell’ex vivaio Bastia collegato all’ITIS Belluzzi con un intervento infrastrutturale per creare spazi di facilitazione alla creazione di attività imprenditoriali; riqualificazione delle bocciofile di Barca e della Funivia, infine riqualificazione di Villa Serena. Quest’ultimo progetto da un milione di euro collegato al rinnovo dello stadio, un’area oggi purtroppo come troppe stramazzata dal traffico.
Poi il sindaco allarga il campo a tutte le cose fatte in questi anni e quindi la sinfonia tocca le note più alte del “people mover” (come dimenticarlo) i T-days ( sublimi) , esalta la gestione aeroportuale in rutilante sviluppo ( sei milioni di passeggeri ma l’obiettivo storicamente definito di dieci milioni chissà quando) e quella della Fiera recentemente “decampagnolizzata” ma in perenne affanno congestionato, ( strano la mancata citazione di Fico, dimenticanza o prudenza?). S’inerpica per la Bologna rinata al turismo, esplora l‘agricoltura urbana e tutta la filiera dei corridoi ecologici per terminare negli orti di quartiere pluri-inaugurati con coreografia di pomodori e insalate per il giubilo delle tasche impoverite dei bolognesi. Il concerto non poteva non concludersi con l’esaltazione di Bologna città cosmopolita e interrazziale, meta di migranti soprattutto dal Sud povero (ancora) e l’appello alla concordia universale.
Quel che mi ha sorpreso maggiormente nel discorso del Sindaco, è l’accurata assenza di ogni seppur minimo riferimento alle condizioni reali dei concittadini, in un discorso vellutato, cloroformizzato, fatto di immagini agresti e liete, dove non c’è spazio se non molto lontanamente per termini come solitudine, difficoltà, disoccupazione, malattia, welfare, crisi, non c’è traccia di comprensione nemmeno, per problemi meno drammatici ma non meno gravi come per chi si deve spostare ed ha trasporti pubblici sempre meno efficienti, (forse per questo non ha nominato Tper), lo smog del traffico in ogni angolo nonostante l’assessore ciclista, la mancanza di alloggi e la gente senza casa, la crescente difficoltà della sanità pubblica e la precarietà del lavoro, sono problemi che non riguardano il racconto meroliano. In questo senso “collaborare è Bologna”, è una metodologia prescelta per appalesare una partecipazione edulcorata, svuotata di ogni coerente concretezza (come nel mancato rispetto dell’esito del referendum scuola pubblica),
Una comunicazione subliminale “ditemi i vostri desideri e io li trasformerò in promesse”. Una democrazia plastificata, inquadrata in un formato stereotipato, fatto per comunicare ad una quota ormai residua di elettorato di riferimento che viene rassicurato sulle proprie richiesta di concessioni a piccoli e medi interessi, essenziali per mantenere viva la rete dei consenzienti. È del tutto evidente che se “gli altri” cioè coloro che non partecipano a questo tipo di consociativismo non votano, gliene frega assolutamente nulla, l’abbiamo constatato alle regionali dove ha votato solo il 38% e si replicherà certamente alla prossima scadenza.
Ah dimenticavo: ovviamente Merola all’inizio ha valorizzato giustamente, il rapporto pubblico/privato realizzato con l’eccellenza dell‘opificio Golinelli vantandosi di essere riuscito a mantenere la sede a Bologna battendo la concorrenza di Milano, però ha tralasciato di informare che gli accordi con patron Golinelli riguardano anche la realizzazione di un nuovo centro polifunzionale l’Art Science Centre (anglo-francesismo?), cioè l’ approvazione in sede di città metropolitana di un progetto per la rigenerazione dell‘ex Alfa Wassermann dismessa a Sasso Marconi (40.000 mq circa), di cui oltre 33.000 di abitazioni (circa 200), negozi e uffici ( ma c’è ancora da costruire abitazioni?) sul terreno agricolo retrostante.
Un’area da controllare con grande attenzione considerando che il Piano regionale di tutela delle acque, in questo caso sotterranee, escluderebbe che possano essere utilizzate per altri scopi. Un fall-out in termini di consumo di suolo agricolo, per di più in una zona di particolare delicatezza per l’assetto idrogeologico. Teniamo conto dell’importanza che ha la ricarica della falda in una situazione assolutamente allarmante sul piano della subsidenza come è quella di Bologna in fase di costante sprofondamento (vedi mappa in allegato, con la velocità di abbassamento del suolo in mm/anno).
Cosicchè il Sindaco da un lato parla di agricoltura urbana e di corridoi ecologici, dall’altra avvalla accordi con soggetti forti (egli è il sindaco della città metropolitana non dimentichiamolo) che non solo non arrestano il consumo di suolo, ma come in questo caso potrebbero causare seri danni, in uno degli ambiti che richiederebbero invece maggior tutela. Un progetto sicuramente attraente anche sul piano culturale, di cooperazione pubblico/privato che interviene su un’area sottoposta a vincoli, deve comportare necessariamente la massima trasparenza, o è così o è pessima amministrazione.
1) continua….
* “mecenatismo illuminato”, è espressione originale di Fausto Anderlini