Tra i 27 candidati a partecipare al Premio Strega c’è anche un self-publisher. Si chiama Riccardo Bruni e ha pubblicato La notte delle Falene con Amazon Publishing. Un fatto insolito che avrà fatto saltare sulla sedia molti fondamentalisti del libro tradizionale.
In me ha generato due riflessioni: la prima, forse riviste e quotidiani inizieranno a prendere in considerazione l’ipotesi di leggere e recensire anche romanzi di autori indie; la seconda, questa candidatura ha inserito Amazon tra le case editrici. E devo dire che non mi dispiace per nulla, da molti anni sostengo che l’editoria italiana necessita di uno scossone, purtroppo l’ultimo terremoto è avvenuto con la nascita di “Mondazzoli”, ed è andato nella direzione opposta a quella da me auspicata.
A proposito di “Mondazzoli”, l’Antitrust ha cercato di regolamentare anche la parte che concerne i libri digitali: dai prossimi mesi ogni sito dovrà vendere e-book pubblicati dai diversi marchi del nuovo gruppo editoriale, evitando così la formazione di un monopolio. Almeno questo è quello che spera ed auspica la commissione di controllo.
Per Riccardo Bruni e per Amazon, però, c’è ancora molta strada da fare. I 27 libri presentati dagli Amici della Domenica saranno sottoposti al Comitato direttivo del Premio, che si riunirà giovedì 14 aprile per selezionare, tra le proposte pervenute, i dodici libri che si disputeranno la settantesima edizione.
Come dicono i cugini francesi, ce n’est q’un début… questo è solo l’inizio.
Ma tra gli indie della società di Jeff Bezos c’è un po’ di maretta. Alcuni la chiamano “la guerra delle recensioni”, sto parlando del meccanismo messo a punto dalla casa di Seattle per evitare la pubblicazione di recensioni considerate uno scambio di favori tra autori.
Purtroppo questa volta la regina del marketing ha commesso un errore che ha fatto imbufalire non pochi autori e lettori. Il motivo è semplice: Amazon, o forse sarebbe meglio dire, un programma preposto a tale lavoro, ha cancellato alcune recensioni semplicemente perché lettore e autore erano “amici” su Facebook o su altri social network, dove a mio avviso difficilmente si può parlare di vere e proprie amicizie, al massimo di conoscenze virtuali. In altre parole, per Amazon sono autorizzati a recensire i libri solo lettori che non intrattengono alcun rapporto con l’autore. Secondo me, nell’era del digitale e dei social media, è una scelta decisamente anacronistica.
Vale la pena ricordare che, nel Regno Unito, la vendita di e-book dei self-publisher nel 2015 rappresentava il 22% del mercato digitale ed è in costante crescita, come emerge dalla ricerca di Nielsen. Quindi si sta creando un parco autori del tutto slegato dai canoni classici della pubblicazione editoriale.
Anche in Italia la lotta per conquistare il mercato digitale è sempre più agguerrita. Lo scorso marzo IBS ha annunciato l’inserimento un milione di e-book in lingua inglese, che si vanno a sommare a 134.667 in lingua italiana per un totale di 1.138.153 libri digitali. Narrativa, poesia, manuali, saggi: l’offerta editoriale di 6.266 case editrici.
Un arricchimento che è stato possibile grazie all’ingresso di IBS in Tolino, l’ecosistema dedicato alla lettura digitale nato in Germania nel marzo del 2013, che in meno di due anni ha conquistato oltre il 40% del mercato tedesco.
Oltralpe, Amazon Francia, ha appena lanciato il concorso “Les Plumes Francophones” riservato ai self-publisher francesi che pubblicano utilizzando la piattaforma KDP. Per concorrere gli autori dovranno iscriversi e inviare il loro testo che sarà sottoposto al giudizio di una giuria di esperti selezionata da Amazon. Al vincitore andranno tre mila euro oltre a una serie di sostegni concreti per la promozione del libro.
E una curiosità per concludere, in Germania dallo scorso febbraio una legge ha decretato che l’e-book deve essere venduto ovunque al prezzo stabilito dalla casa editrice. Una scelta che, secondo molti osservatori, penalizzerebbe proprio le politiche commerciali la società di Jeff Besoz.