Al festival dell'agosto 2010 persero la vita 21 persone, tra cui una ragazza italiana, Giulia Minoli. Ma il tribunale di Duisburg ha fatto cadere tutte le accuse
Il tribunale statale di Duisburg ha deciso: non ci sarà nessun processo per i 10 indagati nella tragedia della Love Parade Techno di Duisburg. Era il 24 agosto 2010 quando al grande evento musicale morirono, schiacciate dalla folla, 21 persone tra cui l’italiana Giulia Minoli. Due anni fa i procuratori avevano incriminato quattro dipendenti della società organizzatrice dell’evento di musica dance e sei dipendenti comunali. Ma il tribunale ha fatto cadere tutte le accuse, anche se ora la Procura potrà ancora presentare appello.
La tragedia fu causata dalla calca che si creò nell’unico accesso al festival, il tunnel di Karl Lehr Strasse, alla periferia della cittadina del nord-ovest della Germania: in questo “imbuto” persero la vita 21 persone giunte da tutta Europa e persino dalla Cina. La cattiva gestione del post-catastrofe costò poi il posto all’ex sindaco Adolf Sauerland, che il 12 gennaio 2012 venne mandato a casa con un referendum molto partecipato: in quell’occasione si presentarono alle urne il 41,6 per cento degli aventi diritto che misero la parola fine al mandato di Sauerland con tre anni di anticipo. Nei primi giorni successivi alla tragedia fu annunciato che il festival non si sarebbe più organizzato. In realtà dopo pochi anni eventi simili si sono ripetuti con altri nomi e diverse forme.