Il presidente del Consiglio torna a rispondere in rete alle domande degli utenti all'appuntamento #Matteorisponde. E i rilancia, ancora una volta sotto elezioni, l'idea del bonus. I sindacati: "Con i forse e i vorrei non si fa nulla". Al presidente dell'Inps Boeri che vuole ricalibrare le pensioni inique, invece, dice: "Ricalcolo retributivo? Si ma non possiamo ammazzarli".Tra i temi trattati dal premier anche il nuovo airbus acquistato: "Non esiste nessun Air force Renzi, c'è un aereo che è a disposizione delle missioni economiche di tutto il Paese"
“Gli 80 euro anche per chi prende la pensione minima”. Dice che è solo un’ipotesi, ma intanto Matteo Renzi la butta lì. A poche settimane dal primo turno delle elezioni amministrative, il presidente del Consiglio sceglie la diretta live su Facebook #Matteorisponde per fare il suo annuncio. “L’idea è allo studio degli uffici”. Il responsabile economico del Pd Filippo Taddei quasi in contemporanea su SkyTg24 si affretta a dire che “sicuramente non sarà per quest’anno”, ma ormai la bomba è sganciata. L’idea last minute, che ha lo stesso sapore del regalo in busta paga di poco prima delle Europee del 2014, trova conferme da un’altro studio televisivo, quello di Porta a Porta, dove il ministro Maria Elena Boschi dice che “ci stanno pensando, il governo sta facendo valutazioni” e che “sarebbe bello”. Un po’ perplessi i sindacati che non sanno se festeggiare o se sentirsi presi in giro: “Con i vorrei e i forse non si aumentano le pensioni”. Anche perché i numeri delle persone interessate non sono piccoli: tanto per farsi un’idea i pensionati con un reddito da pensione inferiore a 500 euro erano 2.037.701 nel 2014 (dati casellario pensionati Istat-Inps 2014).
Renzi in diretta live rispondendo agli utenti è andato oltre. Nei giorni in cui il presidente dell’Inps, Tito Boeri, è tornato alla carica sulle pensioni d’oro ricevendo uno stop dal ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, il premier ha cercato di riprendere la palla sul nodo della previdenza e dell’ente pensionistico italiano mettendo sul tavolo prima un carico da novanta sugli assegni minimi e poi un accenno sul sistema retributivo.
Tempo di elezioni? In cantiere il bonus di 80 euro ai mini-pensionati – “E’ difficile alzarle in questo momento”, ha detto Renzi, “abbiamo dato la precedenza al ceto medio e alle famiglie con reddito di 1500 euro al mese. Allo studio c’è allargare gli 80 euro a chi prende la pensione minima. Vedremo se saremo in grado di farlo”. L’ipotesi arriva a pochi mesi dalle elezioni amministrative, così come la misura era stata sperimentata e applicata per la prima volta a ridosso delle Europee 2014. Sull’ipotesi è arrivata anche la conferma del ministro Maria Elena Boschi intervistata a Porta a Porta: “Sono in fase di valutazione del governo: è un’ipotesi allo studio del governo. Il premier è stato molto cauto perché ha dei costi e ci sono molte aspettative nei cittadini”. Le parole del presidente del Consiglio hanno subito messo in allerta i sindacati: “Con i forse e i ‘vorrei’ le pensioni minime non aumentano. Aumenta però l’attesa dei pensionati di un segnale di vera attenzione da parte di questo governo. Perché finora non ce ne sono stati”. Un annuncio accolto favorevolmente anche dall’esponente della minoranza Pd Gianni Cuperlo: “Non è una gara di comunicazione”, ha detto a Di Martedì, “e non è una gara con il premier. Se il governo dà 80 euro a 3 milioni e mezzo di pensioni minime a 501 euro, io mi alzo e applaudo”.
Renzi ha anche parlato della flessibilità in uscita: “È stata aumentata l’età pensionabile con un salto molto forte per le conseguenze della legge Fornero. Noi stiamo studiando un meccanismo che, mantenendo i conti in pareggio, consenta la flessibilità in uscita ma è un tema delicato e lo annunceremo solo quando avremo i numeri a posto”. Quindi il richiamo indiretto alle istanze di Boeri, con il più classico dei colpi al cerchio e alla botte: “Sì al ricalcolo col contributivo ma non possiamo ammazzare quelli che vanno in pensione con il retributivo. Va trovato un punto di sintesi”, ha detto in riferimento alle pensioni parametrate agli stipendi di fine carriera alle quali non corrisponde un adeguato volume di contributi versati. “Io ho interesse al sistema contributivo, ma non possiamo tagliare le gambe a gente che ha maturato legittime aspettative. Dobbiamo trovare un legittimo punto di sintesi, ci stiamo lavorando. Abbiamo iniziato togliendo i vitalizi ai politici”, ha aggiunto.
Air force Renzi? Un risparmio. Le trivelle pure – Il presidente del Consiglio ha poi risposto alle domande sull’Air force Renzi, l’Airbus comprato durante il suo mandato: “Non c’è nessun ‘Air force'”, ha detto, “c’è un aereo che è a disposizione delle missioni economiche di tutto il Paese, ma non è un ‘Air force’ all’americana”. L’aereo “è stato preso in leasing per risparmiare, avrà una durata di 10 anni, ci dobbiamo abituare al fatto che un presidente del Consiglio acquista gli aerei per quelli dopo. Questo aereo serve per risparmiare nei viaggi internazionali, si sono fatte polemiche imbarazzanti ma le polemiche sul niente qualificano quelli che le fanno”.
Per quanto riguarda il referendum sulle trivelle in programma il 17 aprile prossimo, il segretario del Pd ha ribadito la posizione già illustrata davanti ai suoi nella direzione delle scorse ore. “Il referendum non parla di nuove trivelle, ma di tirar fuori il gas e petrolio che c’è. Se decidiamo di dire basta andiamo fuori a comprare dagli arabi e dai russi? Io sono per usare quello che c’è. Spero che questo referendum che potrebbe bloccare 11mila posti di lavoro, fallisca”.
Dal caso Regeni alle pari opportunità – Nella chiacchierata di un’ora che ha avuto con gli utenti, Renzi ha anche parlato del caso Regeni, il ricercatore italiano ucciso in Egitto: “E’ una vicenda che ha molto colpito, mi ha colpito la dignità della famiglia che ha dato una gigantesca lezione al mondo. Noi ci fermeremo solo davanti alla verità vera, lo dobbiamo a Giulio, alla sua famiglia e anche a tutti noi. La nostra è una presa di posizione chiara, secca e forte. Noi pensiamo e speriamo che l’Egitto possa collaborare con i nostri magistrati, abbiamo la disponibilità a vedere le carte insieme e noi vogliamo vogliamo che la verità sia trovata”. Renzi ha anche toccato il tema delle pari opportunità, settore per cui non esiste un delegato ad hoc nel governo: “Siamo stati il primo esecutivo”, ha detto il premier, “che ha fatto la parità di genere e proprio per questo non abbiamo messo il ministero delle pari opportunità. Siamo pronti ad assegnare la delega se può dare un segnale ma non condivido la polemica di dire che non stiamo facendo niente sul tema: non è vero. Ma se la maggior parte delle persone lo chiede, siamo pronti ad assegnare la delega a uno o una dei ministri che è già nel governo”.