La proposta, firmata da 58 senatori, vuole riconoscere e tutelare il valore sociale ed economico del lavoro "a tempo pieno" di chi si occupa di persone non autosufficienti. Per Cinzia Bonfrisco, presidente dei Conservatori e riformisti di palazzo Madama, le risorse si potrebbero trovare usando "uno dei nove miliardi di euro che attualmente servono per le baby pensioni"
Nessun diritto alle ferie o alla malattia. Nessun riposo, nemmeno sabato o domenica. È questa la situazione in Italia dei caregiver, persone che assistono a tempo pieno familiari non autosufficenti in casa e che in Italia non hanno alcun diritto. Presto però per loro le cose potrebbero cambiare: è stato presentato in Senato un disegno di legge (il 2128) che ne riconosce l’utilità inquadrando un esercito di 3 milioni di persone che silenziosamente accudisce parenti non autosufficienti perché malati gravi, anziani, disabili e tossicodipendenti. La proposta di legge, firmata da 58 senatori e senatrici, “riconosce e tutela il lavoro di cura nei confronti di familiari conviventi che necessitano di assistenza a causa di malattia, infermità o disabilità, svolto all’interno del nucleo familiare, e ne riconosce il valore sociale ed economico connesso ai rilevanti vantaggi che da tale attività trae l’intera collettività”.
Inoltre il disegno prevede il riconoscimento per i caregiver dei contributi figurativi per il periodo di assistenza con una copertura a carico dello Stato. I contributi così maturati potranno poi essere sommati a quelli da lavoro eventualmente già versati. Il testo stabilisce però che il riconoscimento di caregiver escluda per gli altri familiari lavoratori, genitori a parte, la possibilità di usufruire dei benefici di astensione lavorativa previsti nell’articolo 33 della legge 104 per il medesimo assistito. Il disegno introduce poi a favore dei caregiver anche le tutele previste per le malattie professionali con “la copertura assicurativa a carico dello Stato con il rimborso delle spese sostenute per sopperire alla vacanza assistenziale nei periodi di malattia o nei quali il prestatore di cure è impossibilitato ad assistere il proprio familiare”. Infine, il disegno elenca nel dettaglio i requisiti per accedere ai benefici previsti dalla legge con un la valutazione della non autosufficienza del familiare assistito che verrà effettuata da specifiche commissioni mediche.
Il disegno pone evidentemente un problema di coperture. Tuttavia, secondo la senatrice Gruppo Misto-Movimento X, Laura Bignami, “oggi ci sono tutte le condizioni perché il ddl venga approvato all’unanimità. Certo, ci sono problemi di spesa, si dovrà programmare un’entrata in vigore progressiva”. Non si tratta però di problemi insormontabili. Per Cinzia Bonfrisco, presidente dei Conservatori e riformisti di palazzo Madama, si potrebbe, ad esempio, utilizzare “uno dei nove miliardi di euro che attualmente servono per le baby pensioni” perché “non si può lasciare solo alle famiglie un peso che lo Stato fa finta di non vedere”. La speranza del Coordinamento nazionale famiglie disabili gravi e gravissimi è che a questo punto il disegno vada avanti rapidamente per sanare una situazione anomala tutta italiana. Da tempo i caregiver chiedono un inquadramento allo Stato italiano che tuttavia finora ha fatto orecchie da mercante. Così i caregiver italiani hanno bussato alla porta di Bruxelles che ha ascoltato le ragioni del Coordinamento e ha poi invitato anche l’Italia ha fare la sua parte.