Sull’idea di arruolare nella nuova trasmissione del Tg com 24 Giallo della settimana Raffaele Sollecito in qualità di opinionista ed esperto si è già espressa ampiamente e puntualmente Selvaggia Lucarelli, individuando tutte le assurdità del caso. Ma la scelta, al di là delle questioni di opportunità e di buon gusto, consente di affrontare anche il problema da un punto di vista più ampio.
Certo al fondo c’è sempre la bizzarria, lo spirito banalmente provocatorio che anima quel mondo politico-giornalistico, in cui si pensa che combattere l’odiato “politicamente corretto” significhi fare o sparare la prima stupidaggine che ti viene in mente come, per esempio, affidare una rubrica di commento calcistico a Moggi, condannato in sede civile e sportiva per vari illeciti.
Poi, più a fondo e più in generale, c’è un altro problema che la presenza di Sollecito pone. Il problema è quello dei cosiddetti opinionisti o esperti che intervengono nei dibattiti televisivi. Che cos’è che legittima questo ruolo? Quali competenze? Quali esperienze? Quali conoscenze? E’ evidente che in questi anni se ne sono viste in tv di tutti i colori: psicologi che facevano diagnosi senza aver mai incontrato il soggetto di cui parlavano, avvocati che si esprimevano su casi di cui non potevano aver letto le carte, giovani rampanti nell’agone politico che ricostruivano la storia del nostro paese senza neppure quell’infarinatura che consente di superare l’esame di maturità. Diciamo che Sollecito è capace di riassumere in sé tutte queste incompetenze, inesperienze, ignoranze.
Non ha alcune base di conoscenze giuridiche, essendo laureato in ingegneria, né ha avuto occasione o intenzione di studiare con cura i casi che è chiamato a commentare. Ma – dice il direttore di Tg com 24 – ha vissuto sulla sua pelle un’esperienza profonda della giustizia italiana per cui ne può valutare i meccanismi. Che sarebbe come dire che una persona, che per sua sfortuna è stata a lungo ricoverata per problemi cardiologici, esce dall’ospedale guarita e si mette a dare opinioni sulle diagnosi e sulle terapie decise dai medici per altri pazienti. O che qualcuno che è stato coinvolto in un grave incidente stradale diventa esperto di tecniche di costruzione di automobili e fornisce la sua consulenza alle case automobilistiche.
Insomma, anche se non c’è molto motivo per essere ottimisti – in tv al peggio non c’è mai fine -, vorrei sperare che la follia di questa scelta estrema possa servire a riaprire la discussione sulla figura dell’esperto-opinionista. Sarebbe l’unico merito che, per una volta, Sollecito potrebbe ascriversi.
P.S. Sono costretto a ritornare sul mio ultimo scritto dedicato alle dimissioni del ministro Guidi e alla lettura proposta da Renzi. La mia espressione ‘al di là delle sue indubbie capacità in altri campi’ riferita alla ministra Boschi è stata letta e criticata da alcuni commentatori come un’allusione di tipo sessuale o almeno maschilista. In realtà non c’era alcuna intenzione di questo tipo, riflettevo semplicemente sul fatto che la dott. Boschi si è laureata in diritto commerciale e di questi aspetti della giurisprudenza più che di quelli costituzionali si è occupata nella sua brillante carriera. Aggiungo che vedo una certa dose di maschilismo in chi ha letto in questa chiave le mie parole: se avessi detto che il ministro Franceschini ha mostrato indubbie capacità in altri campi ma non in quello dei beni culturali, qualcuno vi avrebbe visto un’allusione sessuale? Meditate gente, meditate!