Da lontano sembra una semplice Avant, in realtà avvicinandosi si notano diverse cose. La maggiore “presenza”, visti i quasi tre centimetri e mezzo di altezza in più, le protezioni sottoscocca, gli scudi paraurti e la griglia cromata della mascherina anteriore: le varianti estetiche della nuova A4 Allroad sono discrete, ma determinanti.
Un pò come il cambio di passo tecnologico che questa seconda generazione, la prima risale al 2009, porta in dote. Perché oggi come non mai appaiono lontani i tempi (1999) in cui debuttava l’antesignana A6 Allroad, che aveva la trazione integrale permanente (come anche i modelli che sono seguiti) e su alcune versioni addirittura le marce ridotte.
Sulla nuova A4 Allroad (come anche su altri futuri modelli Audi con motore disposto longitudinalmente) debutta infatti la trazione “intelligente” Quattro Ultra. Si tratta di una sorta di 4×4 “on demand”, che ripartisce la motricità sui due assali solo quando effettivamente ce n’è bisogno. Quando, cioè, l’aderenza è problematica. In condizioni di marcia normali sono solo due le ruote anteriori che spingono, il che permette di mantenere sotto controllo consumi ed emissioni.
Ci vogliono 250 millisecondi, meno di un battito di ciglia, affinché la gestione elettronica del sistema attivi o disattivi la trazione integrale. Per farlo, si basa sull’analisi praticamente incessante di diversi parametri: rollio, accelerazione laterale e longitudinale, cambiata, angolo e velocità di sterzata, riposta dell’acceleratore.
Per il momento, il nuovo sistema è disponibile sulla 2.0 TFSI da 252 cavalli e 370 Newtonmetri di coppia, in vendita dopo l’estate a 45 mila euro. Per chi invece non volesse aspettare, al lancio previsto a giugno sarà a disposizione la 3.0 TDI nelle due varianti di potenza da 172 e 218 cavalli. Con listino rispettivamente a partire da 51.900 e 53.900 euro, e “vecchio” (nonché tremendamente efficace) sistema di trazione integrale Quattro.