Aveva rassegnato le dimissioni senza alcuna nota polemica: ringraziamenti al governatore Marcello Pittella (in foto) e auguri di buon lavoro al suo successore Luca Braia. Furono una sorpresa i toni usati da Michele Ottati nella lettera con la quale, lo scorso 21 maggio, annunciava di lasciare la guida dell’assessorato all’Agricoltura della Regione Basilicata. Perché da mesi aveva ingaggiato una lotta al fianco delle aziende agricole lucane senza trovare, dice oggi, alcuna sponda nelle istituzioni regionali. Anzi. Eppure quando era stato scelto da Pittella nel 2013 veniva considerato uno dei fiori all’occhiello della giunta. Figlio di agricoltori lucani emigrati in Belgio, dal 1975 era divenuto funzionario della Direzione generale Agricoltura a Bruxelles, fino a raggiungere il grado di Capo Unità di gestione dei mercati agricoli dell’Unione. Ormai in pensione, era rientrato in Basilicata per mettere la sua esperienza al servizio della sua regione. Nei 18 mesi di incarico Ottati ha lavorato anche accanto agli agricoltori in difficoltà: “Ho seguito la chiusura di un’azienda a Gorgoglione, causata dai lavori per il sito Tempa Rossa. A Viggiano, vicino agli impianti Eni, due aziende che producevano biologico hanno dovuto abbandonare. Ma gli incontri con le compagnie petrolifere non hanno mai partorito una soluzione”, spiega a ilfattoquotidiano.it.
Per questo si è dimesso?
Di fatto mi hanno chiesto di andarmene. Il mio essere troppo indipendente e autonomo ha dato fastidio a qualcuno. Io avrei continuato a lavorare.
Cosa intende per “indipendente” e “autonomo”?
Mi ero messo a difendere le aziende agricole inquinate e fallite a causa del petrolio a Pisticci, Corleto e Gorgoglione. E poi volevo cambiare il modo di approcciare ai finanziamenti nel settore agricolo, era tutto da rifare.
Perché non ha battuto i pugni sul tavolo?
Non ho mai partecipato a incontri di alto livello, non mi hanno mai chiamato. Non hanno voluto ascoltare le ragioni delle aziende agricole.
E il governatore Pittella cosa diceva?
A parole mi diceva di andare avanti, ma ho poi scoperto che più volte confidava ad altri che sperava fossi più calmo e tranquillo. Una volta, era la fine del 2014, convocai una conferenza stampa per parlare di una questione legata alla presenza della Total a Gorgoglione. Cinque minuti prima di iniziare mi arrivò una telefonata dal portavoce del presidente, il che mi pare la stessa cosa, nella quale mi chiedeva di non tenere l’incontro. Ma ho tirato dritto.
Nei suoi due anni di assessorato ha avvertito pressioni?
Sì, da quando ho iniziato a girare la Basilicata per incontrare gli agricoltori di Viggiano e dei paesi vicini. Mi ricordavano sempre di stare attento alle compagnie petrolifere. Io sono andato avanti. Purtroppo ho risolto pochi casi.
Ed Eni e Total? Le ha mai convocate?
Certo, ma facevano le finte tonte. Erano sicure di sé, ho avuto questa impressione. Ripetevano spesso una provocazione: “Se gli agricoltori non sono d’accordo, vadano in tribunale”. Essere così grandi e sfidare agricoltori in tribunale è pazzesco.
Ci sarà stato qualcuno, tra le istituzioni lucane, che le è stato vicino.
Il personale del mio Dipartimento, il mondo agricolo. Stop.
E l’Arpab?
È uno di quei servizi che andrebbe sottoposto ad audit ogni anno per capire qual è il seguito dato alle indagini che svolge. Dev’essere organo indipendente e autonomo e non deve ascoltare interessi di nessuno. È mai possibile che si arrivi a inquinare così una regione?
Il suo successore all’assessorato all’agricoltura, Luca Braia, invece?
Non ha continuato il percorso che avevo intrapreso. Ormai sono pensionato, così ogni mese torno dieci giorni in Basilicata e continuo il lavoro iniziato, da volontario.
Le sue sono accuse gravi.
Dico solo che la Basilicata va governata secondo criteri e strumenti di gestione manageriale, attualmente inesistenti. Bisogna introdurre la cultura del controllo. Altrimenti poi ci si ritrova in situazioni come quella di cui stiamo leggendo in questi giorni. Ma governare significa prevenire e anticipare le eventuali critiche. Invece non c’è un’amministrazione che lavora secondo criteri moderni. La colpa è di una politica pessima che non aggiorna funzionari e dipendenti.
Ambiente & Veleni
Basilicata, ex assessore regionale: “Caso petrolio? Ho difeso agricoltori, la Giunta Pittella mi ha chiesto di andarmene”
Michele Ottati, ex funzionario della Direzione generale Agricoltura a Bruxelles ed ex Capo Unità di gestione dei mercati agricoli dell’Unione, era considerato il fiore all'occhiello della squadra del governatore lucano: "A parole mi diceva di andare avanti, ma ho poi scoperto che più volte confidava ad altri che sperava fossi più calmo e tranquillo"
Aveva rassegnato le dimissioni senza alcuna nota polemica: ringraziamenti al governatore Marcello Pittella (in foto) e auguri di buon lavoro al suo successore Luca Braia. Furono una sorpresa i toni usati da Michele Ottati nella lettera con la quale, lo scorso 21 maggio, annunciava di lasciare la guida dell’assessorato all’Agricoltura della Regione Basilicata. Perché da mesi aveva ingaggiato una lotta al fianco delle aziende agricole lucane senza trovare, dice oggi, alcuna sponda nelle istituzioni regionali. Anzi. Eppure quando era stato scelto da Pittella nel 2013 veniva considerato uno dei fiori all’occhiello della giunta. Figlio di agricoltori lucani emigrati in Belgio, dal 1975 era divenuto funzionario della Direzione generale Agricoltura a Bruxelles, fino a raggiungere il grado di Capo Unità di gestione dei mercati agricoli dell’Unione. Ormai in pensione, era rientrato in Basilicata per mettere la sua esperienza al servizio della sua regione. Nei 18 mesi di incarico Ottati ha lavorato anche accanto agli agricoltori in difficoltà: “Ho seguito la chiusura di un’azienda a Gorgoglione, causata dai lavori per il sito Tempa Rossa. A Viggiano, vicino agli impianti Eni, due aziende che producevano biologico hanno dovuto abbandonare. Ma gli incontri con le compagnie petrolifere non hanno mai partorito una soluzione”, spiega a ilfattoquotidiano.it.
Per questo si è dimesso?
Di fatto mi hanno chiesto di andarmene. Il mio essere troppo indipendente e autonomo ha dato fastidio a qualcuno. Io avrei continuato a lavorare.
Cosa intende per “indipendente” e “autonomo”?
Mi ero messo a difendere le aziende agricole inquinate e fallite a causa del petrolio a Pisticci, Corleto e Gorgoglione. E poi volevo cambiare il modo di approcciare ai finanziamenti nel settore agricolo, era tutto da rifare.
Perché non ha battuto i pugni sul tavolo?
Non ho mai partecipato a incontri di alto livello, non mi hanno mai chiamato. Non hanno voluto ascoltare le ragioni delle aziende agricole.
E il governatore Pittella cosa diceva?
A parole mi diceva di andare avanti, ma ho poi scoperto che più volte confidava ad altri che sperava fossi più calmo e tranquillo. Una volta, era la fine del 2014, convocai una conferenza stampa per parlare di una questione legata alla presenza della Total a Gorgoglione. Cinque minuti prima di iniziare mi arrivò una telefonata dal portavoce del presidente, il che mi pare la stessa cosa, nella quale mi chiedeva di non tenere l’incontro. Ma ho tirato dritto.
Nei suoi due anni di assessorato ha avvertito pressioni?
Sì, da quando ho iniziato a girare la Basilicata per incontrare gli agricoltori di Viggiano e dei paesi vicini. Mi ricordavano sempre di stare attento alle compagnie petrolifere. Io sono andato avanti. Purtroppo ho risolto pochi casi.
Ed Eni e Total? Le ha mai convocate?
Certo, ma facevano le finte tonte. Erano sicure di sé, ho avuto questa impressione. Ripetevano spesso una provocazione: “Se gli agricoltori non sono d’accordo, vadano in tribunale”. Essere così grandi e sfidare agricoltori in tribunale è pazzesco.
Ci sarà stato qualcuno, tra le istituzioni lucane, che le è stato vicino.
Il personale del mio Dipartimento, il mondo agricolo. Stop.
E l’Arpab?
È uno di quei servizi che andrebbe sottoposto ad audit ogni anno per capire qual è il seguito dato alle indagini che svolge. Dev’essere organo indipendente e autonomo e non deve ascoltare interessi di nessuno. È mai possibile che si arrivi a inquinare così una regione?
Il suo successore all’assessorato all’agricoltura, Luca Braia, invece?
Non ha continuato il percorso che avevo intrapreso. Ormai sono pensionato, così ogni mese torno dieci giorni in Basilicata e continuo il lavoro iniziato, da volontario.
Le sue sono accuse gravi.
Dico solo che la Basilicata va governata secondo criteri e strumenti di gestione manageriale, attualmente inesistenti. Bisogna introdurre la cultura del controllo. Altrimenti poi ci si ritrova in situazioni come quella di cui stiamo leggendo in questi giorni. Ma governare significa prevenire e anticipare le eventuali critiche. Invece non c’è un’amministrazione che lavora secondo criteri moderni. La colpa è di una politica pessima che non aggiorna funzionari e dipendenti.
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Roma, 13 feb. (Adnkronos) - Il Milleproroghe è un provvedimento routinario, in teoria nell'esame tutto doveva andare liscio. Invece l'iter di questo provvedimento è stato un disastro, la maggioranza l'ha gestito in modo circense, dando prova di dilettantismo sconcertante". Lo ha detto la senatrice Alessandra Maiorino, vice presidente del gruppo M5S al Senato, nella dichiarazione di voto sul Milleproroghe.
"Già con l'arrivo degli emendamenti abbiamo visto il panico nel centrodestra. Poi è arrivata la serie di emendamenti dei relatori, o meglio del governo sotto mentite spoglie, a partire da quelli celebri sulla rottamazione delle cartelle. Ovviamente l'unica preoccupazione della maggioranza, a fronte di 100 miliardi di cartelle non pagate, è stata solo quella di aiutare chi non paga. Esattamente come hanno fatto a favore dei no vax, sbeffeggiando chi sotto il Covid ha rispettato le regole. In corso d'opera abbiamo capito che l'idea di mettere tre relatori, uno per ogni partito di maggioranza, serviva a consentire loro di marcarsi a vicenda, di bloccare gli uni gli sgambetti degli altri. Uno scenario surreale! Finale della farsa poi è stato il voto di un emendamento di maggioranza ignoto ai relatori e una ignobile gazzarra notturna scoppiata tra i partiti di maggioranza. Non avevamo mai visto tanto dilettantismo in Parlamento".
Roma, 13 feb. (Adnkronos) - "Il decreto Milleproroghe rappresenta una sfida importante, un provvedimento cui abbiamo dato un significato politico, un’anima. L’azione di questo governo punta a mettere in campo riforme e norme strutturali ma esistono anche pilastri meno visibili che hanno comunque l’obiettivo finale della crescita delle imprese e della nostra economia, di sostenere il sistema Italia nel suo complesso. Ecco perché col decreto Milleproroghe abbiamo provveduto ad estendere o a sospendere l’efficacia di alcuni provvedimenti con lo scopo di semplificare e rendere più snella la nostra burocrazia, sempre con l’obiettivo dichiarato della crescita. Fra questi norme sulle Forze dell’ordine e sui Vigili del Fuoco, sostegno ai Comuni e all’edilizia, nel campo sociale e sanitario come in quello dell’industria e della pesca e sul contrasto all’evasione fiscale. Più di 300 emendamenti approvati, tra cui anche quelli dell’opposizione, al fine di perseguire, con questo esecutivo, la finalità di fornire alla nostra Nazione gli strumenti per crescere e per questo il voto di Fratelli d’Italia è convintamente a favore”. Lo dichiara in aula il senatore di Fratelli d’Italia Andrea De Priamo.
Roma, 13 feb. (Adnkronos) - "Dico al ministro Crosetto che l’aumento delle spese per armamenti, addirittura fino al 3%, ruba il futuro ai nostri figli. Ruba risorse alla sanità, alla scuola, ai trasporti. L’aumento delle spese per le armi non ci renderà più sicuri, ma alimenterà conflitti e guerre, come la storia dimostra”. Così Angelo Bonelli, deputato di AVS e co-portavoce di Europa Verde, in merito alle dichiarazioni di Crosetto sull'aumento delle spese militari.
Palermo, 13 feb. (Adnkronos) - "Il problema della situazione carceraria nel Paese è un problema che ogni giorno ci tocca da vicino, stiamo gia' predisponendo le dovute soluzioni. Abbiamo gia' definito il piano carceri e il commissario straordinario". Lo ha detto il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, intervenendo in video collegamento di ritorno dalla Turchia alla "Giornata dell'Orgoglio dell'appartenenza all'avvocatura e dell'accoglienza dei giovani" istituita dal Consiglio dell'Ordine degli Avvocati di Palermo.
Palermo, 13 feb. (Adnkronos) - "Criticità nel disegno di legge costituzionale non ve ne sono tali da alterare il testo, ma sarà seguito da una serie di leggi ordinarie. Per esempio, manca nella disegno di legge costituzionale la riserva per le quote cosiddette rosa, ma questo lo metteremo nelle leggi di attuazione che saranno leggi ordinarie. Anche il sistema del sorteggio potrà essere meglio definito. Ma una cosa e' certa: questa legge costituzionale non si modifica". Lo ha detto il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, intervenendo in video collegamento di ritorno dalla Turchia alla "Giornata dell'Orgoglio dell'appartenenza all'avvocatura e dell'accoglienza dei giovani" istituita dal Consiglio dell'Ordine degli Avvocati di Palermo, parlando delle dichiarazioni del vicepresidente del Csm Fabio Pinelli che ieri, aveva parlato dei "punti di criticità della riforma del Csm" sui quali si e' appuntata anche l'attenzione della Commissione Ue, aveva sottolineato la necessita' di "un'approfondita riflessione.
Palermo, 13 feb. (Adnkronos) - "Oggi in Turchia, parlando con il mio omologo, il ministro di giustizia turco, quando ho detto che probabilmente i magistrati italiani faranno uno sciopero, lui è rimasto sorpreso e mi ha domandato 'ma è legale?'. Se i magistrati vogliono fare lo sciopero che lo facciano, ma quello che è certo e che, senza alcun dubbio, noi andremo avanti perché e' un nostro impegno verso gli elettori". Lo ha detto il ministro della Giustizia Carlo Nordio intervenendo in vdieocollegamento di ritorno dalla Turchia alla Giornata dell'orgoglio dell'appartenenza degli avvocati a Palermo.
Palermo, 13 feb. (Adnkronos) - La separazione delle carriere dei magistrati "è un dovere verso elettorato perché lo avevamo promesso nel nostro programma e questo faremo. Il nostro e' un vincolo politico verso l'elettorato". Lo ha detto il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, intervenendo in video collegamento, di ritorno dalla Turchia, alla "Giornata dell'Orgoglio dell'appartenenza all'avvocatura e dell'accoglienza dei giovani" istituita dal Consiglio dell'Ordine degli Avvocati di Palermo. "Io sto girando un po' dappertutto per redigere protocolli - ha proseguito il ministro -, e ogni qualvolta parliamo di separazione carriere ci guardano con un occhio perplesso perché in tutti gli ordinamenti del mondo questo è normale".