VELOCE COME IL VENTO – di Matteo Rovere (Italia 2015) Con Stefano Accorsi, Matilda De Angelis, Paolo Graziosi – Durata: 119 Voto: 3/5
“Ehi gringo, e la macchina? Vavavuma!” L’utilitaria anni ’80 – una Peugeot 205 – che torna buona per un rally fuorilegge tra i sassi lucani vent’anni dopo. Usato sicuro per Matteo Rovere in Veloce come il vento, film sulla passione molto romagnola del “mutor”. Stefano Accorsi/Loris, tossico d’antan, torna a casa dopo la morte del padre (non è spoiler perché accade dopo tre minuti). Ad attenderlo la sorella 17enne pilota che guida (non proprio da talentuosa) un bolide del Campionato GT, e il poco allegro fratellino più piccolo.
Convivenza impossibile, ma destino comune per la famiglia De Martino: perché Loris, il “ballerino”, fu testa calda dei circuiti prima dell’eroina, e insegnerà a Giulia come “tagliare le curve” in gara. Traghettato da un Accorsi con denti marci, ciabatte e grammelot emiliano-romagnolo inventato, Rovere sbilancia inquadrature, tempi e spazi di scena dentro ai box, sulle piste e sulla strada, per un tentativo riuscito di action movie sulle auto da corsa spaparanzato sulla pianura del Santerno. Aiutano un po’ di espedienti tecnici (es. videocamere nell’abitacolo) e un disincanto attoriale che non preme l’acceleratore solo sul dramma intimo. Spettacolare inseguimento tra le stradine di Imola che ricorda un po’ il Friedkin di Vivere e morire a Los Angeles (gettato il sasso non ritiriamo la mano). (DT)