L'azienda di Sergio Marchionne batte tutti per guadagni: nel 2016 la scuderia di Maranello sarà ancora una volta la più ricca del circuito, portando a casa da sola il 20% dei lauti ricavi distribuiti da Bernie Ecclestone: ben 192 milioni di dollari
In gara è sempre seconda, all’affannato inseguimento alla Mercedes. Ma fuori dalle piste la Ferrari di Sergio Marchionne batte tutti per guadagni: nel 2016 la scuderia di Maranello sarà ancora una volta la più ricca del circuito, portando a casa da sola il 20% dei lauti ricavi distribuiti dalla Formula 1 di Bernie Ecclestone: ben 192 milioni di dollari, in crescita rispetto all’anno scorso nonostante i risultati deludenti, circa 20 in più anche dei campioni del mondo tedeschi. Mentre alle piccole, anche se veloci come la Force India e la Toro Rosso, restano solo briciole (e lamentele).
A svelare i numeri dei ricavi 2016 è il portale internazionale Autosport. Come successo in passato, la Ferrari sarà nuovamente il team più pagato. Poco importa che nel 2015 le Rosse siano state sistematicamente umiliate dalla Mercedes, vincendo appena tre Gp con Sebastian Vettel, rispetto ai 16 messi insieme dalla coppia Hamilton-Rosberg; e finendo secondi nella classifica per scuderie a 275 punti di distanza. Solo una piccola fetta dei ricavi è distribuita in maniera meritocratica; la maggior parte viene assegnata in base alla tradizione storica, o addirittura ad accordi commerciali privati. Che favoriscono le più grandi, e fra queste la più grande in assoluto: la Ferrari. In classifica, infatti, il Cavallino stacca tutti con 192 milioni di dollari. Esattamente 21 in più della Mercedes, che pure ha vinto gli ultimi due titoli consecutivi, e sembra sulla buona strada anche per conquistare il prossimo. Sul podio sale la Red Bull, unico altro team a superare la quota dei cento milioni (144). Le altre sono lontanissime: la quarta in classifica, la Williams, si ferma a 87 milioni; a seguire McLaren, Force India, Renault, Toro Rosso, Sauber, Manor (sotto i 50 milioni), fino alla neonata Haas di cui ancora devono essere quantificati i guadagni.
Il bottino da quasi un miliardo di dollari viene spartito secondo criteri abbastanza discutibili. Circa un terzo viene diviso in parti uguali (33,5 milioni) fra tutti, e un altro in base ai risultati dell’ultima stagione. Poi, però, subentrano i bonus: degli extra riconosciuti ai quattro team più importanti (Ferrari, Mercedes, Red Bull e McLaren), oppure per gli accordi commerciali sottoscritti da Mercedes, Red Bull e Williams. Così la forbice si dilata fra grandi e piccole. Ma la Ferrari batte tutti grazie ad un premio di 70 milioni di dollari (caso unico in tutto il circus) per la sua “tradizione sportiva”: il Cavallino è l’unico team ad aver partecipato a tutti i Mondiali, sin dall’anno di fondazione della F1, ed è anche quello con maggior successi. Per questo merita un trattamento speciale, anche se i risultati recenti non sono all’altezza del passato.
Che i parametri della Formula 1 siano tutt’altro che meritocratici, comunque, lo dimostrano anche altri casi oltre a quello della Ferrari. Ad esempio la Williams, terza nel 2015, guadagna quasi la metà della Red Bull che le è finita alle spalle. Mentre la piccola Force India, che pure l’anno scorso con Hulkenberg e Perez ha disputato un gran mondiale chiudendo al quinto posto, deve accontentarsi di 67 milioni, 15 in meno della McLaren penultima. Infatti le piccole scuderie sarebbero tornate a bussare alla porta di Ecclestone, per lamentarsi dell’iniquo trattamento economico. Difficilmente, però, riusciranno ad intaccare la posizione privilegiata delle big. Sergio Marchionne può sorridere: magari i risultati non miglioreranno, ma la Ferrari continuerà a vincere anche senza vincere.
(Infografica di Autosport)