Dopo aver coinvolto 500 coppie provenienti da diverse parti del mondo il medico australiano le ha dotate di un cronometro – sì, un cronometro come quelli che si usano sulle piste di atletica – e ha spiegato loro di azionarlo durante il tempo di “latenza dell'eiaculazione intravaginale”: non un secondo prima, non un secondo dopo. Cioè: premere “inizio” nel momento della penetrazione e “stop” al momento dell’eiaculazione
Molti ometti stanno già tirando un sospiro di sollievo, mentre molte fanciulle sono già lì ad accendere una sigaretta sbuffando ancora una volta. I nuovi dati statistici provenienti dell’Australia parlano chiaro: la durata media di un rapporto sessuale è di 5,4 minuti. L’ha spiegato il dottor Brendan Zietsch del dipartimento di psicologia dell’università del Queensland. Dopo aver coinvolto 500 coppie provenienti da diverse parti del mondo il medico australiano le ha dotate di un cronometro – sì, un cronometro come quelli che si usano sulle piste di atletica – e ha spiegato loro di azionarlo durante il tempo di “latenza dell’eiaculazione intravaginale”: non un secondo prima, non un secondo dopo. Cioè: premere “inizio” nel momento della penetrazione e “stop” al momento dell’eiaculazione.
Quindi niente petting, bacetti, carezze, sesso orale o masturbazione del partner. Solo ed esclusivamente l’atto più banale del mondo. Zietsch e i suoi collaboratori hanno poi seguito le loro “cavie” per quattro settimane e raccolto un malloppo di dati che ha del sorprendente. Intanto 5,4 minuti è la media matematica derivante da tutte le durate registrate. Perché la gamma ha variato dai 44 minuti di una coppia probabilmente molto allenata, ai 33 secondi di una pallida e incontrollabile eiaculazione da Speedy Gonzales. Il team di medici ha anche scoperto che sia l’uso del preservativo che l’essere circoncisi non ha influenzato per nulla i risultati in generale dell’esperimento, registrando gli stessi dati di minutaggio da chi non ha indossato un condom o ha ancora il prepuzio per intero. Una certa differenza in termini di durata è stata riscontrata nelle coppie turche, la durata dei loro rapporti sessuali è stata significativamente più breve (3,7 minuti) ed ha abbassato sensibilmente la media, rispetto alle coppie provenienti da altri paesi come Paesi Bassi, Spagna, Regno Unito, e Stati Uniti, che invece hanno alzato l’asticella dell’attesa per l’eiaculazione. Un altro dato sorprendente dello studio è che più la coppia è avanti con l’età, più breve è l’atto sessuale, contrariamente alla vulgata comune del sesso tra anziani che durerebbe per decine e decine di minuti.
Nel 2012 la University of New Brunswick calcolò la durata del sesso con l’inclusione dei preliminari. Gli intervistati risposero che mediamente avevano 13 minuti di preliminari e 7 di rapporto sessuale vero e proprio. Nel 2008 un team di sessuologi statunitensi classificò in sesso “troppo breve” quello sotto i due minuti, “adeguato” tra tre e sette, “desiderabile” fra sette e tredici. Mentre negli studi del 1948, Alfred Kinsey scoprì che il 75% degli uomini americani aveva un orgasmo nei primi due minuti dall’inizio della penetrazione. Insomma, il team australiano rimane in media, anche se un po’ al ribasso. Ricordiamoci comunque che il dottor Zietsch, dal 2003 al lavoro come scritto sul suo curriculum sugli “approcci evolutivi e genetici del comportamento umano”, l’estate scorsa ha presentato i risultati di un’altra ricerca ben più discussa. Su un campione di oltre 7500 tra uomini e donne, tra i 18 e i 49 anni, scoprì un gene, l’AVPRIA, responsabile, secondo lui, del tradimento nelle coppie da parte della donna. Insomma, secondo Zeitsch e soci, esisterebbe un gene dell’infedeltà assolutamente peculiare all’evoluzione genetica femminile. Così nelle future coppie più che preoccuparsi della scarsa durata di un rapporto sessuale, per leggere il futuro equilibrio familiare basterà un esame del DNA per la propria moglie o fidanzata.