Mafie

Riina Jr a Porta a Porta, va bene il diritto di cronaca ma c’è un limite a tutto

Il figlio di Salvatore Riina, Salvo Riina, ieri sera era in tv, su Rai 1, lo ha ospitato il conduttore Bruno Vespa che da anni intervista le persone più disparate alla trasmissione Porta a Porta. Sono state ore di fuoco da quando il Corriere della Sera dalle sue pagine ci ha informati di quanto sarebbe successo alle 23,35 del 6 aprile 2016 in Rai. Variegate reazioni di politici, magistrati, giornalisti, familiari delle vittime delle stragi del 1992, quelle dei giudici Falcone e Borsellino e altri ancora.

Anche noi abbiamo protestato, siamo le vittime di Salvatore Riina rispetto ad uno di quei sette eventi stragisti che sono andati in “onda” in Italia dal 14 maggio 1993 al 14 aprile 1994. Eventi stragisti voluti da Cosa Nostra e da chi con Cosa Nostra faceva affari, per ammorbidire il 41 bis, il cosiddetto “carcere duro” ai mafiosi. Insomma la notte del 27 maggio 1993 Riina Salvatore è passato a Firenze per via dei Georgofili, ci ha ammazzato e massacrato i figli, mentre se ne stava beatamente in carcere, da dove dava ordini.

Avremmo avuto o no il diritto ieri, quando abbiamo scoperto che Salvo Riina non solo andava dal signor Vespa con un microfono in mano a parlare agli italiani, ma presentava anche un suo libro, con il quale, attraverso una visione tutta figliale, spiegava quanto Salvatore Riina sia un buon padre. Buon per Salvo Riina che abbia avuto un buon padre, ma noi che c’entriamo, visto che suo padre lo abbiamo conosciuto in tutta la sua barbarie mentre faceva affari a destra e a manca con uomini detti “di Stato”?

Beh, direte voi, ma Salvo Riina che c’entra con i delitti del padre? In fondo lui è vero che è stato condannato per associazione mafiosa, ma ha scontato la sua pena. E sì, è vero ha scontato la sua pena, ma volendo provare ad essere obiettivi malgrado le nostre buone ragioni: da quello che è emerso ieri dalla sua intervista non ha preso distanze da suo padre. E allora?

E allora Salvo Riina può aver chiesto di andare in Tv su Rai 1 ed essere stato accontentato; lungi da noi dal pensare che la peregrina idea sia venuta a Bruno Vespa, capiamo la voglia di audience, e il bisogno spasmodico di share, ma c’è un limite a tutto!

Detto questo, per i più, coloro che non hanno minimamente capito perché ci siamo agitati tanto, perché in questo Paese il diritto di cronaca è talmente importante da volare sulla testa di chiunque, ebbene a volte la cronaca diventa matrigna. Come in questo caso, il diritto di cronaca è diventato matrigna, perché Vespa è convinto che una intervista come quella rilasciata da Salvo Riina, serva a capire la mafia e così a combatterla.

E beh, la mafia non si combatte gentilissimo dr. Vespa insultando le vittime di mafia e colpendole laddove hanno il loro punto più debole, l’avversione ai mafiosi e a tutta la loro progenie. La mafia si combatte con armi serie e giuste come hanno fatto i magistrati di Firenze quando Riina lo hanno mandato in carcere all’ergastolo ostativo a regime di 41 bis per strage, uno dei punti che sta sul gozzo del giovane rampollo da Lei intervistato che ha respirato e respira aria di “Cosa nostra” senza prendere le distanze.

E allora, la trasmissione con l’intervista del figlio di Riina che difende il padre, insulta i processi, snobba le leggi e non ama i pentiti, visto che lui, il mega conduttore, l’uomo che vuole combattere la mafia l’aveva già ascoltata, poteva evitare di farcela ingoiare con un olio peggio di quello di ricino: un olio “mafioso”.

Siamo offesi, demoralizzati e stiamo aspettando cosa succederà oggi in Commissione Antimafia, ma una cosa è certa: sette stragi in meno di un anno sono scivolate via come l’attimo di una deflagrazione, quella che è toccata a noi la notte del 27 maggio 1993. In questi giorni di bagarre sul figlio di Riina mai sono state nominate quelle SETTE stragi terroristiche eversive da quel diritto di cronaca che tutti avanzano.

Mi firmo solo Giovanna Maggiani Chelli, perché lo so che se scrivessi Presidente della Associazione che rappresento darei adito a polemiche, ma rappresento tutte le vittime di via dei Georgofili e lo faccio volentieri perché detesto la mafia, i mafiosi, quanti in odore di mafia e quanti fanno finta di non capire cosa sia avvenuto veramente ieri sera a Porta a Porta su di una rete di Stato.