“Non c’erano molte alternative per Italcementi. Con questa operazione abbiamo dato un futuro a tanti dipendenti e attività”. Così il consigliere delegato del gruppo del cemento Carlo Pesenti ha risposto, durante l’assemblea dei soci che ha varato il bilancio 2015, a un’azionista che chiedeva conto della vendita del gruppo italiano ai tedeschi di Heidelberg Cement. Che ora, stando al piano presentato dall’amministratore delegato di Heidelberg Bernd Scheifele, si prepara a lasciare a casa 400 dipendenti su 2.500. “Non conosco nel dettaglio i piani di Heidelberg – ha detto Pesenti – però faremo in modo che verranno tutelate al massimo le competenze all’interno della società e che si attivino tutti i meccanismi di tutela dei lavoratori che rendano meno dolorose e pesanti queste uscite”.

Alla fine dell’assemblea, tre rappresentanti sindacali della Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil sono intervenuti con una lettera aperta agli azionisti di Italcementi, denunciando il “devastante impatto occupazionale e sociale per il territorio di Bergamo” derivante dal passaggio dell’azienda ai tedeschi. “Gli esuberi che Heidelberg ha annunciato martedì scorso – si legge nel documento – potevano essere evitati o ridotti se chi ha negoziato con Heidelberg inseriva la clausola sociale occupazionale nella trattativa lampo di vendita dell’azienda”.

“Italcementi – ha replicato Pesenti – si è sempre comportata in maniera responsabile. Anche in questo caso, anche se il processo di ristrutturazione sarà gestito da Heilderberg dopo il closing, noi cercheremo già da subito di lavorare per fare in modo che questa ristrutturazione abbia un impatto meno doloroso e pesante sui lavoratori. Il know how di Italcementi – ha assicurato il manager – non verrà disperso, cercheremo di ricollocarlo sul territorio bergamasco e non solo”.

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