Il corpo di Kurt Cobain fu ritrovato l’8 aprile di 22 anni fa.
Qui di seguito «3 punti 3» essenziali per ricordarlo. Partendo dalla lettera rinvenuta accanto al corpo, lasciata all’ amico immaginario Boddah.
1 • A Boddah
“Vi parlo dal punto di vista di un sempliciotto un po’ vissuto che preferirebbe essere uno snervante bimbo lamentoso. Questa lettera dovrebbe essere abbastanza semplice da capire. Tutti gli avvertimenti della scuola base del punk-rock che mi sono stati dati nel corso degli anni, dai miei esordi, intendo dire, l’etica dell’indipendenza e di abbracciare la vostra comunità si sono rivelati esatti. Io non provo più emozioni nell’ascoltare musica e nemmeno nel crearla, nel leggere, e nello scrivere da troppi anni ormai. Questo mi fa sentire terribilmente colpevole. Per esempio quando siamo nel backstage e le luci si spengono e sento il maniacale urlo della folla cominciare, non ha nessun effetto su di me, non è come era per Freddie Mercury: a lui la folla lo inebriava, ne ritraeva energia e io l’ho sempre invidiato per questo, ma per me non è così. Il fatto è che io non posso imbrogliarvi, nessuno di voi. Semplicemente non sarebbe giusto nei vostri confronti, né nei miei. Il peggior crimine che mi possa venire in mente è quello di fingere e di far credere che io mi stia divertendo al 100%. A volte mi sento come se dovessi timbrare il cartellino ogni volta che salgo sul palco. Ho provato tutto quello che è in mio potere per apprezzare questo. Ho apprezzato il fatto che io e gli altri abbiamo colpito e intrattenuto tutta questa gente. Ma devo essere uno di quei narcisisti che apprezzano le cose solo quando non ci sono più. Io sono troppo sensibile. Ho bisogno di essere un po’ stordito per ritrovare l’entusiasmo che avevo da bambino. Durante gli ultimi tre nostri tour sono riuscito ad apprezzare molto di più le persone che conoscevo personalmente e i fans della nostra musica, ma ancora non riesco a superare la frustrazione, il senso di colpa e l’empatia che ho per tutti. C’è del buono in ognuno di noi e penso che io amo troppo la gente, così tanto che mi sento troppo fottutamente triste. Il piccolo triste, sensibile…! Perché non ti diverti e basta? Non lo so! Ho una moglie divina che trasuda ambizione e empatia e una figlia che mi ricorda troppo quando ero come lei, pieno di amore e di gioia: bacia tutte le persone che incontra perché tutti sono buoni e nessuno può farle del male. E questo mi terrorizza a tal punto che perdo le mie funzioni vitali. Non posso sopportare l’idea che Frances diventi una miserabile, autodistruttiva rocker come me. Mi è andata bene, molto bene durante questi anni, e ne sono grato, ma è dall’età di sette anni che sono avverso al genere umano. Solo perché a tutti sembra così facile tirare avanti ed essere empatici. Penso sia solo perché io amo troppo e mi rammarico troppo per la gente. Grazie a tutti voi dal fondo del mio bruciante, nauseato stomaco per le vostre lettere e per il supporto che mi avete dato negli anni passati. Io sono troppo un bambino incostante, lunatico! E non ho più nessuna emozione; e ricordate, è meglio bruciare in fretta che spegnersi lentamente.
Pace, Amore, Empatia”.
2 • L’epilogo in fondo allo scritto dedicato alla figlia e alla moglie
“Frances e Courtney, io sarò al vostro altare.
Ti prego, Courtney, continua così, per Frances. Per la sua vita, che sarà molto più felice senza di me. Vi amo. Vi amo! Kurt”.
3 • Memorie
Fu la radio locale di Seattle a trasmettere le prime agghiaccianti indiscrezioni circa la tragica morte di Kurt Cobain. Era l’8 aprile 1994 e la voce dell’annunciatrice gelidamente dichiarò: “Il cantante dei Nirvana, Kurt Cobain, si è ucciso con un colpo di arma da fuoco nella sua abitazione”. Parole pesanti, che gettarono nello sconforto una intera generazione capace di ritrovarsi nelle canzoni del leader dei Nirvana.
Tra la fine del 1985 e gli inizi del 1986 iniziò a suonare insieme a un gruppo di amici (successivamente ridotto ai soli Krist Novocelic e Dave Ghrol) formando quella che divenne in brevissimo tempo una delle band più amate nella storia del Rock.
Musicalmente in uno stato embrionale, i Nirvana in quel periodo incisero una demo per la casa discografica Sub Pop.
Ora, diamo un rapido sguardo alla produzione discografica dei Nirvana, provando a farlo senza nessuna velleità, semmai, con un certo distacco; molti di voi probabilmente avrebbero molte più cose da dire rispetto al sottoscritto. Tali parole, restino a corredo di un semplice ricordo, vista la giornata.
• I Nirvana nel 1988/89, in pratica, si auto-produssero il primo disco, Bleach.
Che cosa definisce quell’album? Tentando di semplificare, sopraggiungono un paio di domande: “Sono forse le chitarre virate all’interno di sonorità anni 70 a fare specie? Oppure la derivazione frenetica e urgente del punk? Non esiste una risposta, ambedue le cose restano – a tutt’oggi – il chiaro segno distintivo dell’album. Volendo generalizzare e rivolgendosi alla massa, le fortune della band possono essere riassunte nel sound di About a girl, il singolo.
• In rapida successione il successo travolse la band; Smells like Teen Spirit divenne l’inno di un’intera generazione. Nevermind (il secondo disco, uscito nel 1991) ha rappresentato la sintesi degli umori dell’epoca, oppure, se preferite, il focus perfetto sul sound dei Nirvana; a detta dello stesso Cobain, giunto al punto di massima esposizione grazie alla scena indipendente americana, fonte indiscussa e inequivocabile del progetto. I Pixies più volte citati da Kurt, influiscono, sebbene siano maggiormente manifesti altri riferimenti: l’urgenza di certe sonorità dimostra quanto gli Husker Du – ad esempio – abbiano influito sulle sorti della band di Seattle. A tale riguardo, se non l’avete già fatto, ascoltatevi Zen Arcade (consigliatissimo!).
• Alla fine del 1992 uscì Incesticide. E qui cito in random Wikipedia: “All’epoca della pubblicazione, tutto il materiale presente circolava tra i fan già da tempo (anche se mal registrati). Il gruppo volle offrire al pubblico quei pezzi alla miglior qualità sonora possibile”.
• In Utero, pubblicato nel 1993, avrebbe dovuto rappresentare il grande ritorno al muro di suoni tipici della band. L’album, di primo acchito, risultò essere un coacervo di sonorità, sostenute da testi pervasi da una rassegnazione giunta al suo stadio più evoluto. Soltanto il tempo è stato in grado di restituire una lettura definitiva, ovvero di un disco/testamento scintillante, magicamente pervaso da canzoni divenute eterne.
• Umplugged, uscito nel 1994 per MTV, funge da spartiacque per il prosieguo della carriera. Proprio in quel periodo, tra l’altro, cominciò la tournèe italiana… Furono quelli giorni in grado di determinare, in pratica, la fine del gruppo anticipando di poco la morte del cantante.
L’8 aprile 1994 il corpo di Cobain venne trovato nella sua abitazione da Gary Smith, un elettricista. Ad esclusione del poco sangue proveniente dall’orecchio di Kurt, Smith disse di non aver rinvenuto segni visibili di particolari traumi; semplicemente, pensava fosse addormentato. Smith trovò, accanto al corpo, una lettera. Inoltre venne ritrovato un fucile a pompa, comprato per la rockstar da Dylan Carlson, un suo amico. L’autopsia confermò che la morte di Cobain fu causata da un “colpo di fucile autoinflitto alla testa”. Il rapporto disse anche che il cantante era morto con tutta probabilità il 5 aprile 1994.
Il solito dj qualunque v’invita a lasciare “qui sotto” un pensiero su Cobain, ancor di più le vostre “9 canzoni 9” per ricordarlo.
9 canzoni 9 … dei Nirvana
Lato A
Lato B