Il presunto terrorista ha dichiarato ai magistrati di essersi sbarazzato del gilet e di avere venduto il cappello. E' incriminato insieme a Krayem e altri due arrestati nel blitz di venerdì di "partecipazione a gruppo terroristico" e "omicidio a scopo terroristico"
Mohamed Abrini confessa: “Sono io l’uomo con il cappello”. A confermarlo è la Procura federale belga, che durante un interrogatorio ha riconosciuto nell’uomo il terzo attentatore che compariva nelle immagini delle telecamere di sicurezza prima delle esplosioni all’aeroporto di Zaventem, lo scorso 22 marzo. Abrini ha poi spiegato di avere buttato il suo gilet nella spazzatura e di avere rivenduto il cappello. Arrestato venerdì 8 aprile nella zona di Anderlecht, un quartiere periferico della capitale belga adiacente a Molenbeek, il presunto terrorista di origine marocchine è indagato anche per le stragi di Parigi.
Intanto gli investigatori temono che una sacca riempita di esplosivo sia ancora nascosta a Bruxelles, nella mani di un terzo complice di Salah Abdeslam. Lo riportano siti online di ‘De Staandard’e di ‘Le Soir’, affermando che ora sarebbe questa la priorità dell’indagine dopo gli arresti di Abrini e Krayem, che la procura federale belga ha confermato essere il “secondo uomo” visto dalle telecamere di sorveglianza in compagnia di Khalid El Bakraoui, il kamikaze autore dell’attentato alla stazione della metropolitana di Maelbeek. Assieme a Mohamed Abrini è uno dei quattro uomini (due sono stati liberati) accusati oggi di “partecipazione a gruppo terroristico” e “omicidio a scopo terroristico“. L’uomo ha cittadinanza svedese ma è di origine siriana e sui social media ha postato foto di se stesso con un kalashnikov e altre immagini dalla Siria. La procura ha anche riferito che Krayem è stato ripreso dalle videocamere di un centro commerciale nel centro di Bruxelles mentre acquistava le sacche utilizzate per l’attentato a Zaventem.