C’è chi dona qualche ora della propria giornata per pulire il parco o la spiaggia cittadina, chi offre abiti e cibo ai bisognosi, e chi, invece, preferisce fare un po’ di volontariato. Non ci sono regole, infatti, per aderire alla Giornata mondiale dedicata alle buone azioni, il “Good deeds day“, che quest’anno si svolgerà il 10 aprile in contemporanea in 70 paesi al mondo. “Basta essere generosi – spiegano gli organizzatori della manifestazione – e mettersi a disposizione della collettività”. A inventare l’iniziativa fu, nel 2007, l’imprenditrice e filantropa Shari Arison, figlia del patron del gruppo crocieristico americano Carnival Corporation, proprietario anche di Costa Crociere, indicata da Forbes come la donna più ricca del Medio Oriente. “Credo che ogni singola persona possa fare qualcosa di buono per gli altri – spiega Arison – e che anche i piccoli gesti possano migliorare la vita di tutti noi, contribuendo a cambiare il nostro mondo. Io volevo semplicemente mettere in contatto tutte le persone che desiderano ciò che desidero io: un mondo migliore”. Il progetto, 10 anni fa, venne sperimentato per la prima volta in Israele, coinvolgendo 7mila persone tra adulti e bambini, e visto il successo, la Arison decise di esportarlo su scala internazionale. L’Italia ha aderito un anno fa, nel 2015, quando Roma venne eletta capitale mondiale delle good deeds e, anche se quest’anno la città scelta come testimonial della manifestazione è San Paolo, in Brasile, la Capitale sarà il centro nevralgico delle iniziative organizzate dal Belpaese per l’edizione 2016 della kermesse.
“Partecipare è semplice – spiegano gli organizzatori italiani del Good deeds day, Insieme per il bene comune – dall’8 al 10 aprile i cittadini potranno attivarsi in un piccolo gesto di solidarietà per il proprio territorio, come pulire un’area verde o una strada, donare il sangue, organizzare collette alimentari o visite culturali, creare incontri fra culture e religioni diverse, o offrire un segno di prossimità verso persone emarginate e sole”. In programma a Roma ci sono diverse iniziative, come ad esempio la raccolta di beneficenza di cibo e giocattoli promossa dalla Comunità Ebraica di Roma, l’incontro sui temi della cooperazione in Africa a Montecitorio, la mattinata di pulizia del Parco della Cellulosa di Legambiente. Domenica 10 aprile, poi, al Circo Massimo le buone azioni incontreranno lo sport con la Roma Fun Run, la corsa non competitiva di 4 chilometri della Maratona di Roma. “Basta guardare il calendario delle iniziative sul sito web della Good deeds day, c’è l’imbarazzo della scelta”. L’anno scorso anche Papa Francesco aveva partecipato alla Giornata delle buone azioni, che a livello mondiale aveva coinvolto oltre 900.000 persone. “Ma è possibile anche inventare iniziative nuove, non ufficiali, con i propri amici, per portare la solidarietà in tutte le città della Penisola“.
In Italia e all’estero. A Miami, in Florida, ad esempio, giovani e meno giovani il 10 aprile indosseranno i panni dei supereroi per un giorno e si metteranno al servizio della comunità, “perché da bambini tutti abbiamo sognato di infilare il mantello e fare qualcosa di buono per gli altri è esattamente ciò che fanno gli eroi dei fumetti”, spiega la Miami Jewish Federation. A New York, poi, oltre 20 associazioni non profit si riuniranno in Herald Square, Manhattan, testimonial d’eccezione l’attore Adrian Grenier, per reclutare volontari disposti a piantare tulipani al parco, scrivere lettere destinate agli anziani ospitati nelle strutture cittadine, consegnare generi alimentari ai bisognosi e leggere ad alta voce libri di testo per diffondere gratuitamente la cultura. E lo stesso accadrà in Nuova Zelanda come in Cile, o in Argentina, Nigeria, Kenya, Belgio, Svizzera. “Ognuno dei 70 paesi partecipanti riporterà al centro della nostra attenzione, per un giorno, la cittadinanza attiva, un progetto bellissimo, come una lunga catena umana determinata a fare qualcosa di buono per il prossimo”. Una buona azione, appunto. L’eredità cioè che, secondo William Shakespeare, i genitori dovrebbero lasciare ai propri figli.
(Le foto sono relative alle iniziative dell’edizione Good deeds day 2015)