I giudici hanno respinto l'appello di una dei componenti del commando della Cia che il 17 febbraio 2003 organizzò la "extraordinary rendition" dell’imam a Milano
La Corte Suprema portoghese ha respinto l’appello dell’ex agente della Cia Sabrina De Sousa contro l’estradizione in Italia. De Sousa era una dei componenti del commando della Cia che il 17 febbraio 2003 organizzò la “extraordinary rendition” dell’imam Abu Omar a Milano. A febbraio scorso l’Italia è stata condannata dalla Corte di Strasburgo per aver applicato in modo improprio il segreto di Stato e, tra le altre cose, per aver violato il dritto dell’imam a non essere sottoposto a tortura.
De Sousa ad agosto 2013 aveva chiesto la grazia all’allora presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. De Sousa, 60 anni, nata in India, ma con doppia nazionalità portoghese e americana, era stata fermata all’aeroporto di Lisbona lo scorso ottobre mentre stava per partire per l’India per visitare la madre. Era stata sottoposta all’obbligo di firma in attesa della decisione relativa alla consegna all’Italia. Il tribunale di Milano ha inflitto alla De Sousa una condanna a sei anni di carcere. Un funzionario della Corte Suprema portoghese ha detto che l’unica altra opzione per la De Sousa è adesso il ricorso alla Corte Costituzionale del Paese con una obiezione di costituzionalità dell’ordine di estradizione.