“A questo punto mi domando, visto che ci stanno prendendo letteralmente per i fondelli, perché come strumento per ottenere la verità che spetta alla famiglia Regeni, non abbiamo trattenuto qui gli emissari inviati dall’Egitto? – ha detto Roberto Calderoli – Per farsi rispettare bisogna a volte usare le maniere forti!”.

Non contento degli “effetti collaterali” che produsse l’idea di indossare al Tg1 le magliette che sfottevano Allah e Maometto – dozzine di morti e rivolte dalla Libia all’Indonesia – Calderoli lancia un’idea che renderebbe sicuramente più sicura e confortevole la situazione dei connazionali o delle imprese italiane che lavorano in Egitto. Tra l’altro, in una situazione in cui veniva intercettato persino l’ambasciatore, faranno bene ad essere prudenti anche al telefono anche perché – esattamente come accadde per i due marò – non mancheranno gli arditi dell’ “Armiamoci e partite” o quelli del “Mandiamo-i-corpi-speciali!”. A tale proposito sarebbe prudente che il Ministero degli Esteri diffidasse Gianluca Buonanno dal progettare qualsiasi viaggio a caccia di photo opportunity.

privacy-egitto- (1)

Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti
Articolo Precedente

Pena di morte, il 2015 è stato l’anno nero: 1634 persone condannate

next
Articolo Successivo

Perù, Keiko Fujimori vince il primo turno delle presidenziali. Ballottaggio il 5 giugno contro Kuczynski

next