Mi sono interessato al Movimento 5 Stelle a causa dei libri di Casaleggio. Cosa che può sembrare strana, visto che la maggioranza era inizialmente attratta da Grillo.
Le sue idee, raccontate nei libri da Movie bullets, Web ergo sum, WebDixit e gli altri, facevano strabuzzare i miei occhi. Avrò guardato decine di volte l’anno di pubblicazione mentre leggevo quei testi. Quando arrivano in libreria, i libri che parlano di Internet sono già vecchi. Fra editing, stampa e distribuzione passano mesi, che nel mondo del Web sono decenni. Eppure i libri di Gianroberto Casaleggio sono attuali. Com’è possibile questo? Il punto è che pur parlando di Internet, Casaleggio non parlava di informatica, ma di Rete (quella con la erre maiuscola, come la scriveva lui).
La Rete non è tanto qualcosa di tecnologico, digitale, tecnico ma una filosofia, qualcosa di spirituale. Non si tratta di computer, ma di persone; non si tratta di progresso tecnologico, ma di evoluzione, ovvero della sopravvivenza della specie. Per questo Casaleggio univa Darwin ai testi tecnici sulla new economy; univa Internet alla Storia, come vediamo dalla fusione tra il latino e i termini informatici nei titoli dei suoi libri, fino all’antologia Veni vidi web.
Il suo amico Grillo al Circo Massimo disse che il cofondatore del M5S non ha sbagliato una previsione. Per esempio dai suoi libri scopriamo che parlava delle regole della democrazia diretta già nel 2003 (ogni riferimento ai testi è reperibile nell’antologia Veni vidi web) e lo faceva con una precisione disarmante a rileggerle ora, soprattutto se pensiamo che all’epoca non esistevano i social network. Il punto è che tutto quello che lui prevede è calcolato, non è indovinato.
Basta capire cos’è la Rete per farlo, e lui è uno che l’ha capito. Casaleggio decifrava il presente e immaginava il futuro, guardando la storia passata.
Consapevole della ciclicità della Storia, sapeva cosa aspettarsi, per nulla confuso dalla nuova veste delle cose.
Probabilmente la storia che più lo ha ispirato è quella del condottiero mongolo Gengis Khan. Casaleggio lo vide come il padre della Rete, esattamente come Garibaldi è il padre della Patria. Il motivo sta nel sistema di comunicazione adottato dall’imperatore: i corrieri-dardo, che riuscendo a cavalcare ininterrottamente per giorni grazie alle proprie abilità e alla protezione fornita loro per legge, potevano portare informazioni in tempo reale al condottiero da ogni angolo dell’impero. Un vantaggio che ha permesso a Temugin di conquistare l’area più estesa prima e dopo di lui nella storia.
La rapidità che ammirava nella Rete è la stessa che gli ha permesso di andarsene avendo realizzato in breve tempo qualcosa di incredibile in Italia. Condivisibile o meno, ha introdotto nel nostro Paese un nuovo modo di fare politica, il cui impatto rappresenta un capitolo della storia della Repubblica.
La libertà che ha lasciato al suo Movimento è una di quelle cose che forse comprenderò nel tempo. Occupandomi di comunicazione politica ho collaborato e collaboro spesso con eletti del Movimento 5 Stelle. Eppure non ho mai conosciuto né sentito per telefono Gianroberto Casaleggio. In base alla mia esperienza, all’opposto di quanto alcuni hanno cercato di far credere, la libertà che garantiva ai gruppi è sempre stata totale.
Per lui la parola leader era un insulto. Coerentemente col suo messaggio, una volta che gli eletti avevano approvato alcuni valori, lasciava che la sua creatura camminasse con le proprie gambe. Avrei avuto piacere di conoscerlo, certo, ma non per parlare di politica. Piuttosto per parlare di Storia, di Rete, di comunicazione. Ma non ce n’è mai stato bisogno. Per me, come per molti che lavorano – a differenza mia – internamente al Movimento.
Chi immagina un Casaleggio preso ad indirizzare il M5S vede un uomo che non esiste. E’ proprio perché non lo conosco personalmente che posso dirlo.
La sua eredità non è il Movimento, ma le idee che l’hanno ispirato, che per loro natura saranno sempre attuali. Come tutti i grandi, sarà apprezzato da chi ne diffidava solo da oggi in poi, e si prenderà la briga di fare una conoscenza diretta del suo pensiero attraverso la lettura dei libri che ci ha lasciato.