‘Fuori Campo – richiedenti asilo e rifugiati in Italia: insediamenti informali e marginalità sociale’. E’ questo il nome del rapporto presentato a Roma, nella sede di Medici Senza Frontiere, dall’organizzazione non governativa che ha condotto una ricerca, nel corso del 2015, con lo scopo di mappare le condizioni inaccettabili in cui vivono almeno 10.000 rifugiati e richiedenti asilo regolarmente presenti in Italia. Un rapporto che secondo il presidente di Medici Senza Frontiere, Loris De Filippi, mostra un dato “devastante per il governo italiano” perché su “100 mila persone che sono arrivate, 10 mila sono escluse dall’accoglienza“. “Chiediamo di ampliare in modo strutturale il numero di posti letto per le persone presenti in Italia – aggiunge De Filippi – e di non demandare questo lavoro alle organizzazioni non governative”. Infatti con la chiusura della rotta balcanica e la decisione dell’Austria di erigere una barriera al confine con il Brennero, l’Italia rischia di diventare un “mega campo profughi” spiega De Filippi che, per questo, chiede al governo italiano di mettere a punto “un piano di contingenza per gestire dei flussi molto ingenti nella primavera 2016“. “I problemi in Italia nell’accoglienza sono due – dice Giuseppe De Mola, ricercatore di Medici Senza Frontiere -, la capienza, perché i posti per i richiedenti asilo sono pochi e il fatto che il sistema si fondi sull’emergenza e questo produce condizioni di marginalità”. Il curatore del rapporto ‘Fuori Campo’ fa notare in oltre una grande lacuna del sistema di accoglienza ordinario italiano poiché nel biennio 2014-2015, “i posti sono stati 30.000 contro le 150.000 richieste di asilo”
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